Genitori di sè stessi?
Ma cosa c’è di meglio della libertà, anche di sbagliare? E’ un errore trattare i figli già adulti come dei robot a cui predisporgli una vita. Non puoi amare un usignolo e pretendere di chiuderlo in gabbia, né pensare che questi, raggiunta una certa età, possa essere incapace di volare impedendogli così di cadere.
E ancora, se in tutti quegli anni, non si è stati capaci di renderli autosufficienti vuol dire aver fallito nel proprio compito e quindi perché avere la pretesa di continuare a sbagliare?
Sarebbe opportuno che i figli intraprendessero da soli la propria strada, che fossero davvero artefici del proprio destino, che vivessero a pieno la propria vita con la consapevolezza costante che i valori che gli sono stati trasmessi dai propri genitori continueranno a vivere in loro in ogni istante della propria vita.
A tal proposito mi sento di riportare una celebre poesia di Madre Teresa di Calcutta che mi sembra riassumere nel migliore dei modi quanto è stato precedentemente espresso.
“I figli sono come gli aquiloni;
insegnerai a volare,
ma non voleranno il tuo volo;
insegnerai a sognare,
ma non sogneranno il tuo sogno;
insegnerai a vivere,
ma non vivranno la tua vita.
Ma in ogni volo, in ogni sogno
e in ogni vita
rimarrà per sempre l’impronta
dell’insegnamento ricevuto.
Denise Lazzari
