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cronaca

Con una bottiglia di benzina a casa del suo ex partner: arrestato

BRINDISI – L’intervento dei poliziotti della Squadra mobile di Brindisi, il coraggio di denunciare e la forza di andare avanti nonostante le paure hanno permesso, ancora una volta, di mettere la parola fine all’ennesimo episodio di stalking che si verifica nel Brindisino. Questa volta la relazione finita male è tra due uomini. Un 50enne di Brindisi, S.C. è stato arrestato per atti persecutori aggravati, tentata estorsione e danneggiamento seguito da pericolo di incendio.

Quattro mesi da incubo per la vittima che si sono conclusi il 23 giugno scorso dopo che il suo ex si è presentato a casa della vittima con una bottiglia in mano contenente liquido verde presumibilmente benzina con il chiaro intento di incendiare qualcosa.

La relazione tra i due era iniziata nell’estate del 2016 e si è conclusa a febbraio scorso. Da quel momento in poi si è scatenato l’inferno. Il 50enne finito poi in arresto comincia a perseguitare l partner di una volta, a minacciarlo, molestarlo anche con sms, aggredirlo verbalmente e fisicamente. La vittima si rivolge subito alla polizia, dato che lo stalker tra le altre cose, “pretende immotivatamente una somma di denaro pari a 1400 euro e poi una maggiore di addirittura 10mila euro” si legge in un rapporto della Squadra mobile, diretta dal vice questore Antonio Sfameni. 

“La vittima è costretta a cambiare abitudini di vita. Le pesanti e gravi minacce, alcune delle quali a mezzo di coltello o mazza da baseball, sono fonte di grave disagio e ingenerano nella vittima un forte stato d’ansia ad un punto che, per alcuni giorni, deve anche lasciare la propria dimora trasferendosi altrove”.

La situazione precipita venerdì 23 giugno scorso quando la vittima, “raggiunta presso la propria abitazione dal C.S., avrà modo di vedere che quest’ultimo, con dei guanti calzati ed una bottiglia di plastica contenente liquido di colore verde (presumibilmente benzina), si trovava proprio dinanzi l’uscio e solo alla vista della persona offesa si dava alla fuga”. È stato l’abbaiare del cane a metterlo in allarme e indurlo ad affacciarsi sull’uscio di casa. 

Dopo questo episodio, l’ennesimo(tutti già a conoscenza di polizia e carabinieri), è scattata la richiesta di ordinanza di custodia cautelare, emessa in tempi brevissimi dal gip Tea Verderosa su richiesta del pm Francesco Carluccio.  Il provvedimento restrittivo è stato emesso ed eseguito nel giro di poche ore dall’episodio del tentativo di incendio. La sera di venerdì 23 giugno il 50enne era già rinchiuso nel carcere di Brindisi. “Le denunce di atti persecutori non sono mai tantissime e ciò per i motivi più svariati: il terrore delle vittime di una ritorsione, preoccupazione di sciogliere un vincolo familiare o relazionale cui si tiene particolarmente nonostante le umiliazioni, le minacce e le continue vessazioni”, annota la Squadra mobile

“In questo settore tanto fanno però le unità specializzate della Polizia di Stato (le Sezioni Investigative che trattano i reati contro la persona e la violenza di genere presso le Squadre Mobili) che, attraverso operatori qualificati e dotati di particolare sensibilità ed esperienza nel settore, riescono ad affrontare difficili percorsi investigativi fatti di delicati approcci con le vittime che, solo se accolte in un ambiente favorevole, riescono ad aprirsi ed a fornire quei dettagli che, seppur sgradevoli e dolorosi per le stesse interessate, risultano di assoluta rilevanza per le indagini e per la cristallizzazione di quel quadro probatorio assolutamente necessario per determinare un intervento, investigativo e giudiziario, che possa garantire al meglio le persone offese dalla tipologia di reati in argomento”.

“Lo stesso Capo della Polizia, in una sua recente direttiva, ha sensibilizzato tutte le articolazioni della Polizia di Stato a porre una maggiore attenzione a tutti quegli indicatori che possono rivelare comportamenti di natura violenta e vessatoria nei confronti di quelle categorie di soggetti rientranti nelle ccdd. fasce deboli proprio per la particolare vulnerabilità che le contraddistingue”.

 

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