la voce a Sud

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cronaca

Lettera a Raffaele Missere

Caro Raffaele,

innanzitutto mi corre l’obbligo di ringraziarti per l’attestazione di stima che mi hai rivolto in maniera del tutto inaspettata e quindi ancora più gradita.

Mi hai ricordato quando già dall’ottobre del 2013 ho cercato di trasferire a te e ad altri amici la mia enorme preoccupazione in relazione all’individuazione nella provincia di Lecce del batterio da quarantena Xylella Fastidiosa nella zona focolaio di Gallipoli, che stava determinando il disseccamento rapido di numerose piante di olivo.

La mia preoccupazione traeva origine dalla individuazione di un batterio da quarantena, che mai si era manifestato sul territorio, dal fatto che aveva infettato la pianta maggiormente rappresentativa dell’intero Salento e per ultimo, e non certo per l’importanza, dalla prevedibile impreparazione delle Istituzioni competenti a cercare di far fronte all’emergenza.

Tutto ciò derivava dalla mia esperienza di 23 anni di direzione dell’Aprol di Lecce (a quei tempi l’organizzazione di produttori olivicoli maggiormente rappresentativa a livello di Comunità Europea) e di 5 anni di direzione dell’Area delle politiche di sviluppo rurale della Regione Puglia.

Sono stato inascoltato, soprattutto quando all’inizio auspicavo l’applicazione della normativa comunitaria che prevedeva l’immediata rimozione delle piante infette nella zona cuscinetto poco a nord del comune di Gallipoli.

La situazione precipitò in pochissimi mesi, tanto è vero che l’intera provincia di Lecce fu dichiarata zona infetta, con la zona cuscinetto che si è progressivamente spostata sempre più a nord per arrivare attualmente ai confini della provincia di Bari.

In quattro anni il batterio ha “percorso” 120 km!

Ora a Cisternino, in forza della normativa comunitaria e della relativa legge regionale, si sta procedendo alla rimozione delle piante infette e, indipendentemente dal loro stato di salute, di quelle ospiti insistenti nel raggio di 100 metri dalla pianta risultata infetta, ad eccezione degli olivi monumentali.

Poiché ormai la zona dichiarata infetta racchiude, oltre all’intera provincia di Lecce, buona parte anche delle province di Brindisi e Taranto, ho rivolto nel tempo la mia attenzione al “dopo Xylella” cercando di sensibilizzare le Istituzioni, i produttori, le loro organizzazioni e la cittadinanza in generale a definire scelte strategiche comuni per il futuro dell’agricoltura salentina, di concerto con le altre attività economiche presenti sul territorio, per iniziare ad immaginare un nuovo modello di sviluppo che tenga conto della presenza ormai endemica del batterio.

Ad ogni buon conto ritengo che sia innanzitutto fondamentale, per salvaguardare il patrimonio olivicolo ancora indenne, che la ricerca scientifica, pienamente supportata dalle Istituzioni e con il sostegno dell’opinione pubblica, possa giungere nel medio e lungo periodo ad una cura delle piante infette dal batterio, tenendo conto che la gestione dell’epidemia deve necessariamente prevedere anche altre competenze di tipo economico, ambientale, politico e sociale.

Per quanto concerne invece le superfici olivicole ormai completamente devastate dal batterio, a seguito della recente autorizzazione al reimpianto con cultivar che si sono rilevate resistenti o tolleranti all’organismo specificato (Decisione di Esecuzione UE 2017/2352 e successivo DM Mipaaf in fase di pubblicazione), ci sarà la possibilità per i soggetti interessati, siano essi imprenditori agricoli (ai sensi dell’art. 2135 del Codice civile) che semplici proprietari di superfici olivetate, di procedere nel rispetto delle norme.

É importante tener conto, in particolare modo per gli imprenditori agricoli, che per un’olivicoltura moderna da reddito, occorre realizzare impianti semi intensivi o intensivi che prevedano la completa meccanizzazione dell’intero ciclo produttivo.

Alla base di tutto diviene, comunque, fondamentale la disponibilitá di acqua!

Altri produttori, che vorranno cambiare indirizzo produttivo, potranno individuare specie arboree da frutto alternative all’olivo, tenuto conto, ahimè, che anche il mandorlo e il ciliegio sono specie potenzialmente ospiti del batterio che ha colpito i nostri olivi.

Auspico che tutto ciò possa avvenire con un’unica regia da parte della Regione Puglia e dell’Arxia, la neo Agenzia regionale per il contrasto alla Xylella, in collaborazione con le OP del settore.

Non dobbiamo, infine, dimenticare che nel 460 a.C lo storico Tucidite aveva scritto: “ i popoli del Mediterraneo cominciarono ad uscire dalla barbarie quando impararono a coltivare l’olivo e la vite”.

Per tutto, comunque, amico mio siamo nelle mani del Signore!

Con stima e affetto.

Giuseppe Mauro Ferro

 

 

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