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Stop all’ora di religione, ricalcolo dell’8×1000 e Imu per la Chiesa: arriva la mozione laica

fonte lastampa.it

L’invito al governo promosso da Riccardo Nencini e firmato da rappresentanti di +Europa, M5S, Pd, Leu e Gruppo Misto che intende ridisegnare i confini del Concordato

n gruppo di parlamentari laici di diversi partiti ha presentato una mozione laica che intende rivedere i rapporti con la Chiesa cattolica in occasione dei 90 anni del Concordato con lo Stato italiano. Nella mozione si elencano quattro punti destinati a far discutere il Parlamento perché al centro delle polemiche da diversi anni.

Questi i quattro punti

1)  Abolire l’ora di religione e sostituirla con un’ora obbligatoria di educazione civica

2)  Chiedere formalmente alla Conferenza episcopale italiana di avviare la procedura   per modificare i criteri con cui viene attualmente ripartito l’8×1000 (grazie a   questo meccanismo la quota non destinata viene risuddivisa percentualmente   a seconda delle destinazioni indicate dai contribuenti con il risultato che metà   dell’ammontare arriva sempre alla Chiesa cattolica)

3)  Rivedere le norme sull’Imu sui beni immobili della Chiesa cattolica

4)  Intraprendere un’azione determinata a dare attuazione alla recente sentenza della Corte europea recuperando l’Ici non pagata dalla Chiesa negli anni passati.

Le sollecitazioni rivolte al governo sono state depositate al Senato da Riccardo Nencini e firmate da Emma Bonino (+Europa), Maurizio Buccarella (M5S), Roberto Rampi (Pd), Loredana De Pretis (Leu), Carlo Martelli (Gruppo Misto), Elena Fattori (M5S), Tommaso Cerno (Pd) e Matteo Mantero (M5S).

La mozione è il primo sviluppo parlamentare dell’appello formulato a fine gennaio da Carlo Troilo, dirigente dell’associazione Luca Coscioni, fatto proprio dalle associazioni laiche Uaar, Libero Pensiero Giordano Bruno e Democrazia Liberale e firmato da centinaia di intellettuali fra cui due ex giudici della Corte Costituzionale.

«Tutti questi privilegi per la Chiesa Cattolica – è scritto nella mozione – contrastano con la crescente secolarizzazione della società italiana dove i cattolici praticanti sono circa il 30% della popolazione e scendono al di sotto di questa percentuale tra i giovani».