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Bollette acqua, aumenti retroattivi: arriva il maxi conguaglio

Bollette ricalcolate sul numero dei componenti il nucleo familiare a partire dal 1° gennaio 2018: questo potrebbe voler dire un incremento dei costi anche per il passato.

fonte laleggepertutti.it

Un colossale conguaglio: lo potremo chiamare così quello che le famiglie italiane stanno per ricevere a casa. Una maxi stangata della bolletta dell’acqua dovuta per via di un adeguamento delle tariffe idriche – leggasi rincaro – con effetto retroattivo al 1° gennaio 2018. Sì, hai letto bene: un aumento retroattivo. In pratica, l’incremento dei costi non varrà solo per le bollette che riceverai da oggi in poi, ma anche per quelle passate. Il tutto con la benedizione di Arera – l’Autorità Garante “di-non-si-sa-cosa” – che, con una recente delibera ha introdotto una normativa a livello nazionale sull’articolazione tariffaria del servizio idrico integrato a decorrere dal 1 gennaio 2018.

L’obiettivo di questa novità è in primo luogo quello di riordinare e uniformare a livello nazionale le varie categorie di utenza e rendere più chiaro e immediato il calcolo di quanto dovuto al gestore a fronte del servizio. Il provvedimento dell’Autorità impone la completa ristrutturazione dei corrispettivi tariffari ed una nuova classificazione delle utenze, per superare le differenze applicate a livello locale. In questo modo, su tutta l’Italia varranno le medesime regole.

Il metodo con cui avverrà questo adeguamento è, però, quantomai discutibile. Come avverte Il Sole 24 Ore questa mattina in edicola, «per i consumi dell’acquedotto sono pertanto in arrivo nuove tariffe che vengono applicate con effetto retroattivo dal 1 gennaio 2018. Per alcuni utenti potrebbe essere una stangata intollerabile, ma è quasi impossibile districarsi nella giungla di tariffe, categorie e sottocategorie». 

Difatti, nei condomini, la ripartizione dei costi tra i singoli appartamenti «dovrebbe avvenire tenendo conto delle imputazioni personali e della destinazione dell’utenza: domestica residenziale, domestica non residenziale, commerciale e tariffa per fascia sociale in base al nucleo familiare. Calcolo complesso e quasi impossibile, ma la cui non effettuazione corretta può determinare la nullità dei riparti».

In più, per la prima volta, viene sposato un criterio di determinazione dei costi pro capite ossia in funzione del numero di componenti dell’utenza domestica. La famiglia con tante persone pagherà di più di quella monopersonale. Per gli amministratori di condominio potrebbe essere assai difficile fare i conteggi visto che i nuclei familiari variano spesso nel corso dell’anno. Si pensi alla difficoltà delle imputazioni per le residenze domestiche utilizzate quale casa vacanza, ai contratti per uso transitorio o studenti universitari eccetera.

Resterà sempre la distinzione tra una quota fissa indipendente dal consumo (che copre i costi per la gestione delle infrastrutture idriche e le attività necessarie a garantire il servizio) e una quota variabile, che varia in maniera proporzionale al consumo.