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cronaca

Depuratore, le aree protette di Porto Cesareo e Manduria chiedono di valutare la Via

​La possibile realizzazione dello scarico complementare del depuratore consortile di Manduria e Sava nel bacino di Torre Colimena, contro cui si è levata la protesta degli ambientalisti…

fonte lavocedimanduria.it
foto di Giovanni Loppo

La possibile realizzazione dello scarico complementare del depuratore consortile di Manduria e Sava nel bacino di Torre Colimena, contro cui si è levata la protesta degli ambientalisti e dei residenti della località balneare manduriana, sta facendo muovere anche gli enti di gestione delle aree protette interessate dall’opera: l’area marina protetta di Porto Cesareo e le riserve naturali regionali Palude del Conte e Litorale tarantino orientale (salina del Monaci, fiume Chidro, Bosco di Rosamarina). I presidenti dei rispettivi organismi, Remì Calasso dell’area marina, Salvatore Albano (sindaco di Porto Cesareo) e Vittorio Saladino (commissario straordinario del comune di Manduria), hanno inviato una lettera indirizzata al presidente Michele Emiliano, agli assessori regionali pugliesi all’Ambiente e al Turismo, all’Ufficio Autorizzazioni Ambientali e all’Ufficio Parchi della Regione Puglia, chiedendo di essere sentiti in merito alla vicenda.

«Preso atto che il progetto interessa un’area di elevato pregio naturalistico – si legge nella missiva – comprendendo la zona speciale di conservazione (ZCS) di Torre Colimena ricadente nella Riserva naturalistica regionale del litorale tarantino orientale e contigue all’Area marina protetta di Porto cesareo e alla Riserva naturalistica regionale Palude del Conte e duna costiera, tanto premesso, i sottoscritti, in qualità di referenti dei rispettivi Enti, chiedono di essere inseriti nella procedura di Valutazione integrata ambientale in qualità di soggetti competenti e responsabili della tutela ambientale delle suddette aree».

La decisione ora passa nelle mani della burocrazia regionale e naturalmente del presidente Emiliano il cui parere sarebbe dirimente sull’esito della richiesta. In caso di parere positivo, i tre presidenti autocandidatisi, potranno incaricare propri esperti che parteciperebbero a pieno titolo nelle fasi istruttorie e della concessione finale dei permessi.

Le opera che interessano i tre organismi di tutela, riguardano soprattutto la condotta lunga circa sei chilometri che collegherà il depuratore in costruzione a Urmo-Belsito (zona residenziale e turistica di proprietà del comune di Avetrana) con il bacino d’acqua dolce di proprietà demaniale e gestita dal consorzio di bonifica Arneo situata proprio sul porticciolo naturale di Colimena con cui è collegata tramite canali aperti. In questo bacino, secondo il progetto di fattibilità tecnica ed economica presentato dall’Acquedotto pugliese alla Regione Puglia per le valutazioni e autorizzazioni del caso, dovrebbe scaricare i reflui depurati non utilizzati dalla rete irrigua perché in sovrapproduzione, oppure in caso di remoti ma non impossibili eventi emergenziali come guasti o malfunzionamento degli impianti depurativi.

Anche il comune di Avetrana, nei giorni scorsi, ha chiesto di poter nominare propri tecnici che facciano parte del comitato Via. La proposta avanzata dal vicesindaco di quel comune, Alessandro Scarciglia, è stata poi ripresa e accolta dai componenti del comitato unitario ricostituitosi con l’obiettivo di contrastare i piani di Aqp e Regione Puglia. Da Bari si attendono le risposte.

Nazareno Dinoi su Quotidiano di Puglia