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cronaca

Atac, immigrato lasciato a terra dall’autista, donna ottantenne si ribella: “Lui è con me”

fonte repubblica.it

Il conducente allo straniero: “Tu non puoi salire”. Ma la pensionata, che non lo conosceva, ha reagito. “Non posso credere che la nostra generazione abbia lottato tanto per trovarsi, oggi, di fronte a tanta cattiveria e ignoranza “. Lo straniero stava attendendo il bus insieme alla signora alla fermata del 716 a Caravaggio

“La signora sì ma tu no, tu non puoi salire”. Nessuna frase razzista, nessuna allusione al colore della pelle. Solo ” lei sì, tu no ” . Ma siccome a pensar male si fa peccato, ma alle volte ci si prende, vale la pena raccontare la storia dal principio. E lasciare che sia la cronaca dei fatti a tracciare eventuali conclusioni.

Tutto comincia alla fermata del bus numero 716 di via del Caravaggio, una fermata su cui da tempo campeggia la scritta ” temporaneamente soppressa” che si trova davanti al palazzo della Regione occupato da migranti e persone indigenti, prossimo allo sgombero.

A quella fermata, seppur soppressa, ogni mattina gli autobus continuano a fermarsi, parola di Mimma, una signora di 81 anni che è una delle protagoniste della storia e che è ancora scossa per quel che le è capitato. “Se ripenso a quella scena mi viene ancora da piangere dalla rabbia. Ma come si può nel 2019 assistere a queste scene pietose di razzismo?”.

La signora Mimma, seppur si tratta di fare poca strada, col caldo preferisce prendere l’autobus piuttosto che farsela a piedi. Due giorni fa dunque, come ogni mattina, alle 10 e 30 era su via del Caravaggio in attesa del 716. Accanto a lei un uomo di mezza età, di nazionalità africana, uscito dal palazzo occupato da suoi connazionali, anche lui in attesa del bus. ” Una persona timida e tanto gentile con cui mi sono messa a chiacchierare ” , spiega la donna.

L’ottantunenne ha chiesto all’uomo che ora fosse, per regolarsi sul tempo di attesa del 716. Lo straniero non solo le ha detto l’ora, ma di fronte alla calura impietosa, le ha anche spiegato che, secondo quanto leggeva dal cellulare, il bus non sarebbe arrivato prima di otto minuti e che le sarebbe convenuto spostarsi all’ombra. L’avrebbe chiamata lui quando mancava un minuto al passaggio del 716.

E così è stato. Avvertita dal cinquantenne africano che in sessanta secondi sarebbe arrivato l’autobus, le ha risparmiato sette minuti sotto al sole. ” L’autista ha spalancato la porta anteriore e ha intimato: la signora sì ma tu no ” . Io mi sono sentita morire in quel momento e tutto quello che sono stata capace di dire è stato: “guardi che il signore è con me, quindi se salgo io viene anche lui”. E così ci ha lasciato salire entrambi “.

È stato solo grazie alla pronta risposta della donna se alle 10.30 del 16 agosto l’autista del 716 ha consentito a quell’uomo di salire.
” Lui mi si è avvicinato e a voce bassa per non farsi sentire dall’autista mi ha detto ” grazie signora”. Io dopo due fermate dovevo scendere, lui doveva andare a fare la spesa alla Montagnola. Quando sono stata alla Conad dalla rabbia non sapevo neanche più cosa dovevo comprare. Povero ragazzo, avrà avuto l’età di mia figlia e ha dovuto subire una simile umiliazione. Non posso credere che la nostra generazione abbia lottato tanto per trovarsi, oggi, di fronte a tanta cattiveria e ignoranza “.