la voce a Sud

blog d'informazione online – attualità, cronaca, notizie, cultura, storia, gastronomia, spettacoli, informazioni, aggiornamenti ed eventi dal territorio

cronaca

Processo “orfanelli”, ed è già sconto di pena

Nell’aula del tribunale dei minorenni di Taranto dove si è svolta la camera di consiglio, erano presenti tutti gli undici minorenni e gli educatori delle rispettive comunità di recupero

fonte lavocedimanduria.it

Non è entrato ancora nel vivo il processo a carico degli “orfanelli”, ma un primo passo importante è stato fatto verso lo sconti di pena in caso di condanna. Infatti saranno giudicati con il rito abbreviato gli undici minori imputati nel procedimento penale nato dall’inchiesta sulla morte del pensionato manduriano Antonio Cosimo Stano. Decesso dovuto, secondo l’accusa, alle continue vessazioni e violenze subite dal branco, sedici ragazzi in tutto, tra i sedici e i 23 anni, componenti della banda dei cosiddetti «orfanelli». Il rito alterativo che in caso di condanna concede lo sconto di un terzo della pena prevista, è stato concesso ieri dal giudice delle udienze preliminari, Bina Santella, accogliendo la richiesta della difesa che incassa anche l’accettazione, da parte del gup, di una contro perizia medico legale di parte.

Nell’aula del tribunale dei minorenni di Taranto dove si è svolta la camera di consiglio, erano presenti tutti gli undici minorenni e gli educatori delle rispettive comunità di recupero dove sono stati assegnati dopo il primo periodo di detenzione nel minorile di Bari. Al fianco degli imputati anche gli emozionatissimi genitori che hanno accolto con favore e speranza la decisione dell’abbreviato.

L’udienza, durata circa un’ora e mezza, si è conclusa con il rinvio al 4 dicembre prossimo, ufficialmente per decidere se accogliere o meno la richiesta di messa alla prova avanzata dai difensori. Un’altra interpretazione di tale rinvio è quello sollevato dall’avvocato Franz Pesare, difensore di uno dei minori presenti in aula, promotore di un ricorso in cassazione dove cercherà di mettere in discussione il reato di tortura e comunque la partecipazione del suo assistito a tale pratica che, da sola, comporta una pena sino a trent’anni di reclusione. Naturalmente l’accoglimento di tale ricorso per uno degli imputati, riscriverà l’intero iter procedurale, comprese le strategie difensive di tutti, motivo per cui Pesare aveva chiesto il rinvio dell’udienza di ieri in considerazione dell’appuntamento con la corte di Cassazione che ha già fissato la data della discussione per il prossimo 15 ottobre. Abbondantemente in tempo, comunque, per prepararsi alla camera di consiglio del 4 dicembre. Nel frattempo, per quella data, il gup Santella ha chiesto all’Ufficio di Servizio Sociale per Minorenni di rendere già disponibile un programma per l’eventuale affidamento in prova degli undici ragazzi alla sbarra. Una tale soluzione – che metterebbe d’accordo tutti – comporterebbe per i minori un periodo di rieducazione, della durata non oltre i tre anni, superato positivamente il quale si prescriverebbe il reato. Diversamente la battaglia del collegio difensivo composto dagli avvocati, Cosimo Micera, Franz Pesare, Nicola Marseglia, Lorenzo Bullo, Daniele Capogrosso, Antonio Carbone, Davide Parlatano, sarà tutta concentrata sull’annullamento del reato della tortura. Per questo (se non ci penserà la corte suprema), punteranno molto sulla contro perizia medico legale che ribalta la tesi del consulente della pubblica accusa (la morte del pensionato è la conseguenza diretta delle violenze subite nel tempo da parte dei bulli). Diversa, invece, la lettura della perizia di parte che sul decesso del 65enne allunga ombre sulla buona pratica medica eseguita sul pensionato nel periodo in cui è stato ricoverato.

Nazareno Dinoi