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Una storia di buona sanità al “Perrino” di Brindisi tutta da raccontare

fonte newspam.it

Una donna di 67 anni di Grottaglie salvata dalla buona sanità

Useremo le sue iniziali (AC)per raccontare questa storia, perché quando ci ha chiamati per rendere pubblica la sua avventura a lieto fine, ha tenuto a precisare che non è lei la protagonista ma chi l’ha tirata fuori da questa insidiosa minaccia che cresceva subdola nel suo corpo in modo silente e asintomatico.
Tutto comincia lo scorso novembre con un forte mal di pancia che non sarà il sintomo di ciò che poi scoprirà, ma sarà l’occasione che spingerà il suo medico di famiglia a prescriverle un’ecografia addominale che A.C. fa nel giro di pochi giorni, ovviamente a pagamento, troppo c’era da aspettare tramite CUP.

“ Era il 23 novembre 2019, quando mi sottopongo ad un ecografia addominale – ci racconta A.C. ancora debilitata dal delicatissimo intervento chirurgico – dall’esame ecografico il medico ecografista nota una presenza sospetta intorno al rene sinistro. Mi crolla il mondo addosso, il pensiero corre veloce a qualcosa di brutto che mi sarebbe stata diagnosticato a breve. Cominciamo io e mio marito a cercare in rete e attraverso amici fidati il luminare da cui farmi visitare, a chi affidarmi, perché nel frattempo una cosa era certa: quella massa informe intorno al mio rene sinistro andava rimossa in fretta, perché mi avevano detto senza mezzi termini che si trattava di un angiomiolipoma di circa 16 cm di lunghezza e larghezza, una massa informe che aveva avviluppato, in modo asintomatico il mio rene sinistro, una massa cresciuta di circa un cm all’anno senza che avessi mai avuto un malessere. Io sono stata sempre una donna attiva, ho sempre fatto attività fisica dal ballo alla piscina, dallo yoga alla ginnastica dolce, tutte attività che non ho mai abbandonato, anzi sempre più intense.
Tornando al mio “ospite” silenzioso e pericoloso, nonostante i miei figli mi volessero portare a Roma da un luminare della chirurgia, il mio intuito, alimentato da coincidenze e incontri illuminanti, mi ha portato ad optare per l’Ospedale “A. Perrino” di Brindisi presso la divisone U.O.C. di urologia, dove il primario dott. Silvano Palazzo, mi ha visitata, e con tanta umanità e delicatezza mi ha detto che non c’era tempo da perdere e che bisognava intervenire tempestivamente e l’intervento sarebbe stato impegnativo in quanto questa massa importante (angiomiolipoma), andava rimossa insieme al rene. Quindi ho incominciato l’iter di preparazione all’intervento, un lungo periodo che da novembre fino al 23 gennaio, giorno dell’intervento, è stato in totale isolamento perché non dovevo prendere malanni di natura influenzale ed evitare colpi in zona rene sinistro, perché un colpo, una caduta avrebbero potuto rompere l’ angiomiolipoma e non avrei avuto scampo. Il dott. Silvano Palazzo, chirurgo 49 enne, specializzato in trapianti di reni, insieme alla sua favolosa equipe medica ( Arcangelo Giurioli, Salvatore Brigante, Salvatore Valentino, Alessandro Chirico, Guglielmo Simoncini, Leone Marco, Marcello Campagna e Ottavio Colamonico) e al coordinatore infermieristico il dott. Angelo Sardelli, hanno reso la mia degenza al pari di una degenza in una clinica di lusso. Qui mi si è aperto un mondo e ho capito perché al primo piano dell’immenso Ospedale brindisino, vicino al CUP, campeggia un grande cartello dove è scritto: BASTA VIAGGI DELLA SPERANZA PER PATOLOGIE ONCOLOGICHE.
Nel reparto di urologia ho trovato un’assistenza incredibile, un’attenzione costante al mio stato sia nella fase pre che post operatoria. Costantemente monitorata, i miei parenti tenuti costantemente informati grazie anche alla presenza in sala operatorio di un medico anestesista la dottoressa Miriam Arces, grottagliese, che ha saputo tenere a bada la grande ansia dei mie figli e di mio marito.
Io voglio ringraziare per l’umanità, la professionalità e il gran lavoro che hanno fatto, mi hanno salvato la vita, uno sbrego di ferita di 40 punti esterni, una massa intorno al kg che doveva essere rimossa integra, senza danneggiare gli organi vicini, doveva passare tra le costole che all’inizio dovevano essere tagliate, ma tanto sono stati bravi il chirurgo Palazzo e la su equipe che mi è stata risparmiata questa operazione.
Insomma – conclude A.C. – io sono rinata una seconda volta e questa avventura mi ha fatto comprendere che anche qui in Puglia abbiamo le eccellenze, inutile inseguire i blasonati baroni della medicina e della chirurgia che all’80% dei casi portano minimo a Roma e/o al nord con l’illusione che forse li siamo curati meglio. Ho capito che è solo ormai un luogo comune, anche la Sanità pugliese ha le sue eccellenze, ci vuole solo una politica più attenta affinché i nostri ragazzi che intraprendono la carriera medica, siano messi in condizione di restare al sud valorizzati al massimo e messi in condizione di operare al meglio come sta accadendo all’Ospedale Perrino di Brindisi.”