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LIZZANO: COSA PENSO?

Cosa penso? Penso che in una parrocchia non si debbano promuovere momenti di preghiera “contro” qualcuno.Penso che la preghiera, la fede, la cristianità non debbano essere sporcati da momenti di “discriminazione” nei confronti di altre persone. Penso che tutti debbano essere liberi di amare chi si vuole. Penso che ognuno debba essere libero di esprimere il proprio parere e la propria idea SENZA denigrare o attaccare il prossimo. Penso che sia giusto manifestare per la famiglia, come lo è anche manifestare per i diritti LGBT+, senza però cadere nella mancanza di rispetto. PENSO CHE STRUMENTALIZZARE LA PREGHIERA, STRUMENTALIZZARE DIO, STRUMENTALIZZARE LA FAMIGLIA per imporre una idea sbagliata, violenta e omofoba nella propria parrocchia e nella propria comunità, sia ABOMINEVOLE! Credo che montare un caso politico su un fatto increscioso accaduto nel paese sia ancora più grave perché questo dimostra come ancora una volta la politica molto spesso pensa ai partiti e alle fazioni più che ai fatti reali. Credo che scrivere articoli di giornale totalmente falsi, descrivendo dei pacifici ragazzi, parrocchiani e cittadini che silenziosamente attendevano un confronto col parroco, come terroristi e disturbatori seriali sia GRAVISSIMO. Credo che la mancanza di SCUSE in tutto ciò sia ancora più grave.

Puntualizzo alcune cose:

-Nessuno di noi “manifestanti” si era organizzato e ognuno di noi è andato spontaneamente in piazza.

-Nessuno ha manifestato contro o attaccato la famiglia (siamo tutti ragazzi che provengono da famiglie semplici), ma si è manifestato contro le parole e le modalità discriminatorie usate nei confronti di gay, lesbiche, bisessuali, transessuali che già dalla mattina circolavano negli ambienti parrocchiali tramite messaggi, locandine e post sui social.

-Nessuno di noi ha disturbato, impedito o limitato la preghiera ma si è aspettato silenziosamente che finisse la funzione per avere un confronto col parroco che, purtroppo, non si è reso disponibile acconsentendo ad una signora che in parrocchia non ha alcun ruolo, di parlare a nome della parrocchia stessa esprimendo concetti errati e che rasentavano l’omofobia.

-I manifestanti erano per la maggiorparte Parrocchiani.

-Il consiglio pastorale non sapeva nulla di questa veglia.

-Alcune persone presenti in chiesa non conoscevano i reali motivi della veglia di preghiera e non sapevano dei post discriminatori su Facebook ma erano li presenti in buona fede pensando a un semplice rosario per la famiglia.

-Invece di confrontarsi con i propri parrocchiani, il parroco ha chiamato i carabinieri.

-Le pezze a colori non servono a nulla.

-Il dibattito avuto dopo la funzione, seppur acceso, e stato un alto esempio di DEMOCRAZIA.