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cronaca

Ferite in classe con un temperamatite e compasso: atti di autolesionismo in una scuola media

Fonte: corrieresalentino.it

SALENTO (Lecce) – Si ferivano in classe utilizzando un compasso o un temperamatite. Una pratica andata avanti per mesi prima che un video, diffuso su Instagram, facesse scattare un campanello d’allarme a scuola consentendo di avviare le indagini. Ragazzini di neppure 14 anni infierivano sul proprio corpo lasciandosi dei segni visibili per giorni. C’era chi lo faceva per soddisfare un mero senso di curiosità; chi per rilassarsi e chi ancora per integrarsi nel gruppo di amici sigillando il proprio inserimento con “un patto di sangue”.

In una scuola di un paesino del sud Salento la pratica dei tagli rischiava di diventare sempre più diffusa prima che il lockdown ponesse fine alle lezioni. Su quei tagli la Procura dei Minori ha comunque aperto un’indagine e nel fascicolo coordinato dal Procuratore Simona Filoni e dalla sostituta Maria Cristina Rizzo sono stati iscritti i nomi di tre minori di età inferiore ai 14 anni (due ragazzine e un ragazzino) con l’accusa di istigazione al suicidio. Il procedimento, con un decreto del gip Aristodemo Ingusci, è stato archiviato perché i soggetti indagati non hanno compiuto 14 anni e non sono, pertanto, perseguibili penalmente.

Le conclusioni investigative non devono comunque far sottovalutare la gravità del caso. Le testimonianze dei ragazzi e ragazze, confluite negli atti d’indagine, sono alquanto eloquenti della pericolosità e della piega che stava rischiando di assumere il fenomeno. “All’inizio utilizzavo un coltellino da cucina poi ho iniziato ad utilizzare le lame del temperamatite. Prima compivo questi gesti solo in casa, dall’inizio dell’anno scolastico ho iniziato a farlo anche a scuola in quanto sono seduta nelle ultime file e non sono facilmente visibile”. È una delle tante testimonianze raccolte dagli agenti della polizia postale di Lecce. Ma non l’unica. C’è chi ha raccontato: “È stata una mia iniziativa e l’ho fatto per sfogo, anzi più per curiosità. Ne avevo già sentito parlare a scuola ma non ricordo da quale compagno. Per praticarmi tali tagli ho usato un compasso”. Un’altra baby studentessa, negli uffici della Procura dei Minori, ha confermato: “Io mi sono procurata dei graffi sul dorso della mano sinistra utilizzando una penna stilografica e anche altri ragazzi di cui non conosco il nome”.

Agli atti anche la deposizione di una ragazzina, vittima di bullismo, che ha cominciato ad infierire sul proprio corpo per il semplice gusto “di sfogarsi”. “Durante le vacanze di Natale, mentre ero nella mia camera da letto, non sapendo come altro sfogarmi, decidevo di farmi alcuni taglietti sull’avambraccio sinistro; ricordo di essermi fatta tre taglietti utilizzando la lama del temperamatite che avevo opportunamente svitato”. E ancora: “Qualche giorno prima della consegna delle pagelle è accaduto che a scuola mi giravo per parlare con la mia compagna di classe che siede nel banco dietro il mio e all’improvviso quest’ultima, senza alcuna ragione, afferrava il mio braccio sinistro e con una lametta presa dal temperamatite mi procurava dei tagli sul dorso della mano sinistra”. Sempre lo stesso ragazzo raccontava: “Durante la ricreazione incontravo una compagna di classe che mi riferiva di aver fatto un patto di sangue con un’altra studentessa senza precisare in che cosa consistesse questo accordo. Dopo ho scoperto che un insegnante aveva scoperto la presenza di tagli sulla ragazza”.

Dell’intera vicenda molte mamme, convocate dagli inquirenti e sentire a sommarie informazioni, hanno minimizzato la gravità dei fatti parlando di “una moda”, di “un gioco” o di “un’abitudine”. Un “gioco”, però, che a volte può diventare molto pericoloso.