Abusi ripetuti sulla figliastra di 9 anni ma sfugge alla cattura ed è introvabile: ricercato un 39enne
Fonte: corrieresalentino.it
SALENTO – Abusava della figliastra di 9 anni in casa della sua nuova compagna. Rapporti completi, a volte. Per dieci, undici volte tra gennaio e l’estate dello scorso anno. E il patrigno si era anche guadagnato il silenzio della piccola dicendole di non parlare con nessuno “di quello che facevano”. A scoprirlo, però, è stata la sua compagna. La scorsa estate quando ha sorpreso l’uomo insieme alla figlia sul divano di casa in atteggiamenti che non lasciavano spazio all’immaginazione. “Io mi ero innamorata”, con l’innocenza della sua età, ha raccontato ai carabinieri la bimba quando è stata sentita alla presenza di una psicologa in caserma per poi confermare abusi e sevizie anche nel corso dell’incidente probatorio mesi dopo.Stessa versione fornita dall’uomo, un 39enne, alla compagna come se potesse fungere da giustificazione. L’uomo, di origini albanesi ma residente fino a pochi mesi fa in un paese del basso Salento, è poi finito nel registro degli indagati con l’accusa di violenza sessuale continuata a aggravata e a novembre dello scorso anno e nei suoi confronti era stata anche emessa un’ordinanza di custodia cautelare in carcere disposta dal gip Marcello Rizzo. Di lui, però, già da tempo si erano perse le tracce. Un mese prima era stato controllato all’interno dell’aeroporto di Fiumicino. Poi più nulla. Sparito da ormai un anno. Forse rientrato nel suo paese d’origine dopo aver avuto il sentore di essere stato denunciato. Ed è sfuggito alla cattura nonostante a giorni (il 25 novembre) dovrebbe comparire davanti al gup Simona Panzera per l’udienza preliminare. Lo cercano su tutto il territorio nazionale con controlli estesi anche all’estero. Per ora, però, è riuscito a farla franca alle manette e ad un più che probabile processo. “Si è dimostrato un soggetto incapace di resistere alle proprie pulsioni sessuali anche nei confronti di una bambina di appena 9 anni e l’unica misura adeguata a fronteggiare le esigenze è quella carceraria” scriveva il gip nella sua ordinanza. L’indagine, dunque, coordinata dall’allora pubblico ministero Maria Rosaria Micucci, all’epoca in servizio presso il pool delle fasce deboli, era così giunta ad un punto di svolta dopo accertamenti tanto rapidi quanto incisivi che avevano corroborato il racconto della piccola “non essendovi motivo di dubitare delle dichiarazioni della madre e della figlia” sottolineava sempre lo stesso gip. Una bambina sufficientemente matura, orientata nel tempo e nello spazio, capace di ricordare e di ricostruire i fatti, in grado di distinguere il bene dal male. Per la psicologa Sara Scrimieri, come riportato nella perizia psicodiagnostica, “si coglie in lei la consapevolezza che quanto accadeva non fosse giusto e adeguato per una bambina della sua età nonostante una sorta di impossibilità a rinunciare, dato l’aver forse così ottenuto un’attenzione distorta ma costante, un sentirsi “amata”.
Effettivamente il presunto molestatore era stato accolto con entusiasmo e rinnovata fiducia dalla sua nuova compagna. E anche i figli avevano accettato l’arrivo di un nuovo uomo della madre. Per la donna, uscita fuori da una difficile convivenza, sembrava l’inizio di nuova vita. In realtà l’arrivo in casa del nuovo compagno si sarebbe rivelato l’inizio di un incubo per lei e la sua famiglia. Perché, non appena l’uomo intuì di essere stata denunciato, avrebbe iniziato a minacciarla inviandole ripetuti messaggi su WhatsApp scrivendo persino di tenerla d’occhio e di osservarla mentre era in casa.
Al dolore per le violenze subìte dalla figlia nella testa della donna si sarebbe aggiunto uno stato di angoscia e di paura che, per il codice penale, rientra nel reato di stalking contestato all’uomo sempre irreperibile. In attesa dell’udienza preliminare ci sono anche gli avvocati Carlo Scalinci (per l’uomo) e Ada Carolina Coluccello (per la madre della bimba). Un’udienza, però, fantasma al momento proprio come l’imputato.