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cronaca

Droga dalle finestre: “Si localizzi il carcere di Brindisi fuori dal centro”

Fonte: brindisireport.it

Il segretario regionale del sindacato Osapp (Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria) Puglia, Ruggiero Damato, chiede la chiusura della casa circondariale di Brindisi in via Appia e l’apertura di un’altra struttura detentiva fuori dal centro della città. Lo fa sulla scorta delle rivelazioni del collaboratore di giustizia Andrea Romano, che in uno dei verbali depositati lo scoro 5 febbraio nel corso di un’udienza del procedimento scaturito dai blitz Fidelis e Synedrium ha raccontato come la droga e i pizzini entravano nel carcere di Brindisi, tramite una finestra che affaccia sulla strada.  

Da quei verbali “emergerebbe – afferma Damato in una nota stampa – che dal carcere gestiscono i traffici di droga, le estorsioni e le varie attività illecite che servono a riempire la ‘cassa comune del clan’. Un mondo parallelo nella città di Brindisi, con rapporti e alleanze anche nei paesi della provincia, descritto nelle dichiarazioni del collaboratore di giustizia un”. Damato torna a rimarcare “la cronica carenza di personale, la mancanza di investimenti in sistemi di sicurezza, iniziando da sistemi di anti scavalcamento e intrusione”.

Propone “l’uso di droni che vigilano in supporto al sistema di vigilanza, impiego di cani antidroga, formazione e aggiornamento del personale con nuove tecniche investigative e di prevenzione”. Il sindacalista chiede di far fare “realmente alla polizia penitenziaria quello che le compete quale componente a pieno titolo nei corpi di polizia prevedendo l’inserimento reale nell’antimafia, nelle procure con uffici dedicati, fornendo uomini e mezzi idonei al passo dei tempi e alla lotta a una criminalità all’avanguardia con mezzi tecnologici”.  “Abbiamo dimostrato come polizia penitenziaria  – afferma ancora il sindcalista – di aver sventato evasioni, tentativi di intrusione di droga telefonini, intercettati ordini che erano destinati all’esterno dei penitenziari con pochissimi mezzi e a spesso autodidatti, si pensi se ci forniscono uomini e mezzi soprattutto tecnologici cosa sarebbe in grado di fare la polizia penitenziaria, ricordando a noi stessi che il carcere è ed è stato un data base per la lotta alla criminalità organizzata nazionale ed estera”.  

“Urge  – prosegue Damato – una vera e propria riforma del sistema penitenziario e della Polizia Penitenziaria , iniziando dalla distinzione fra la sicurezza e il trattamento, quindi prevedere figure di polizia del trattamento che deve essere distinto e separato da quello della sicurezza in quanto sono incompatibile fra loro per ovvie ragioni senza fare demagogia”. “Pertanto auspichiamo  – conclude Damato – che il nuovo Guarda Sigilli la Ministra Presidente Cartabia che dalla sua autorevolezza e sensibilità per importanti incarichi ricoperti in precedenza crediamo che sia la persona giusti e autorevole per una vera riforma del sistema penitenziario e della Polizia Penitenziaria”. “