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I veterinari: «Maggiore coinvolgimento nella lotta al randagismo»

Fonte: senzacolonnenews.it

Uno dei problemi di cui ci occupiamo spesso dalle pagine di questa rivista, al punto da dedicargli una rubrica settimanale, è quello dell’abbandono dei cani, strettamente connesso al randagismo, alle mancate sterilizzazioni ed alla incoscienza di molti proprietari di animali di affezione che permettono ai loro cani e gatti domestici di riprodursi, salvo, poi, sbarazzarsi in malo modo di intere cucciolate “indesiderate”, a volte anche con madri al seguito.
Abbiamo sentito, spesso, sull’argomento rappresentanti istituzionali ed anche volontari e volontarie che operano nell’ambito di associazioni animaliste che, dal punto di vista pratico, si occupano dei bisogni delle tante povere bestioline, frutto di questo modo errato di approcciarsi con gli animali, cercando di trovare loro una famiglia in modo da impedirgli – come, purtroppo, spesso accade – di passare un’intera vita all’interno delle mura di un canile che, per quanto moderno e attrezzato possa essere, è pur sempre una prigione a cui si è stati condannati senza alcuna colpa.
E’ giusto, anzi fondamentale, sentire l’opinione di chi di animali se ne occupa con approccio scientifico e che oltre ad aver studiato e messo in pratica i propri studi, ha un’etica ed una deontologia professionale che porta sempre al miglior modo per affrontare il problema che non è necessariamente né la via più semplice, né quella più economica (ma nemmeno la più costosa) né, tanto meno, quella che dia maggiore visibilità politica o più accattivante, ma che è, sicuramente, la migliore via possibile.
Stiamo parlando, ovviamente, dei medici veterinari, professionisti la cui opera tutti apprezzano ma che pochi conoscono in cosa consista nel dettaglio, limitandosi a pensare che il veterinario sia semplicemente quello che cura gli animali, quasi un sottoprodotto della scienza medica “umana”: niente di più ingiustamente falso!
“Il Medico Veterinario – lo specifica l’art.1 del codice deontologico dei veterinari – svolge la propria attività professionale al servizio della collettività e a tutela della salute degli animali e dell’uomo. In particolare, dedica la sua opera: alla protezione dell’uomo e degli animali dai pericoli e danni derivanti dall’ambiente, dalle malattie degli animali e dal consumo delle derrate o altri prodotti di origine animale; alla prevenzione, alla diagnosi e alla cura delle malattie degli animali e alla tutela del loro benessere; alla conservazione e allo sviluppo funzionale del patrimonio zootecnico; alla conservazione e alla salvaguardia dell’ambiente e del patrimonio faunistico ispirate ai principi di tutela della diversità biologica e della coesistenza compatibile con l’uomo; alle attività legate alla vita degli animali d’affezione, da competizione sportiva ed esotici; alla promozione del rispetto degli animali e del loro benessere in quanto esseri senzienti; alla promozione di campagne di prevenzione igienico-sanitaria ed educazione per un corretto rapporto uomo-animali-ambiente; alle attività collegate alle produzioni alimentari, alla loro corretta gestione e alla valutazione dei rischi connessi alla gestione della sicurezza alimentare”
E, fra i tanti doveri cui sono tenuti ad attenersi c’è quello di probità ovvero onestà morale, dignità e decoro nell’esercizio della professione che deve essere svolta con lealtà e correttezza nei confronti degli utenti, dei colleghi e degli animali e della società e il dovere di indipendenza intellettuale per cui deve difendere la propria libertà da pressioni o condizionamenti esterni e imposizioni di carattere commerciale, oltre che attenersi alle conoscenze scientifiche e ispirarsi ai valori etici della professione senza soggiacere a interessi, imposizioni e suggestioni di qualsiasi natura. Il medico veterinario, inoltre deve essere promotore della cultura della legalità.
Dal momento, poi, che si tratta di una professione da cui, chi la svolge, deve trarre di che vivere dignitosamente, è giusto e doveroso che il lavoro e l’impegno, frutto non solo della prestazione del momento, ma di anni di studi ed aggiornamenti continui, venga pagato in misura commisurata alle prestazioni svolte. Per quanto siano persone che gli animali li amano e svolgano quasi una missione, sarebbe assolutamente fuor di luogo, lesivo della loro dignità e offensivo nei confronti di tutta la gente che lavora, pretendere che intervengano gratuitamente o si accontentino di cifre irrisorie, anche perché ognuno di loro ha effettuato grossi investimenti per attrezzare la propria clinica per le visite, le diagnosi e gli interventi chirurgici sui nostri amici animali. Ovviamente nulla osta a che, a volte e per circostanze particolari, offrano spontaneamente il loro servizio per soccorrere gratuitamente una animale appartenente a gente che non potrebbe permettersi le spese di cura, ma questa deve rimanere l’eccezione e non può essere la regola, altrimenti l’intera categoria si…estinguerebbe nel volgere di pochi anni.
Fatta questa non breve ma necessaria premessa, torniamo sul tema del randagismo e della sterilizzazioni degli animali d’affezione per parlarne proprio con chi, nel territorio provinciale di Brindisi, questa categoria rappresenta, la dott.ssa Rosanna Panebianco, Presidente dell’Ordine dei Medici Veterinari di Brindisi.
Presidente, da qualche anno a questa parte il suo ordine professionale, le Amministrazioni Comunali e la ASL sembrano, finalmente, aver fatto fronte comune per combattere il randagismo attraverso campagne di sterilizzazione, è davvero così?
“E’ vero che da qualche anno le istituzioni pubbliche hanno iniziato ad occuparsi di randagismo, ma spesso lo hanno fatto per motivi politici, per situazioni drammatiche e costose che gravano sui propri bilanci e, non da ultimo, per pressioni talvolta eccessive di soggetti che vantano l’amore assoluto verso gli amici a quattro zampe. Ma in tutto questo il professionista, il Medico Veterinario, è stato sempre coinvolto come figura marginale, pur essendo l’unica figura ad avere le competenze e l’esperienza per suggerire le corrette scelte gestionali per la lotta al randagismo e per i problemi ad essa connessi. Per quanto la categoria, di cui sono Presidente, avesse chiesto più volte di fornire una collaborazione seria, non abbiamo mai ottenuto nessuna risposta concreta. La ASL, giustamente, si occupa di campagne di sterilizzazione di cani e gatti randagi, perché questo è quanto previsto dai LEA (Livelli Essenziali Assistenza). Ma ciò non è sufficiente a risanare il problema. Ecco che molte amministrazioni comunali pubblicano delibere per la lotta al randagismo, con campagne di sterilizzazione di cani di proprietà, e stabiliscono anche i compensi e le procedure a cui il professionista deve attenersi. Questa formula è sempre stata fallimentare e il problema si ripresenta sempre e puntuale.
Vuole specificare quale è il ruolo che, in questo contesto, la Sua categoria può e deve rappresentare?
“Nessuno sa che il Medico Veterinario ha un ruolo sociale. La sua professione, oltre a garantire un ottimo stato di salute degli animali, è rivolta anche alla tutela della salute umana. I Medici Veterinari infatti si occupano di prevenzione (la così detta “medicina di prevenzione”) nei confronti di malattie trasmissibili attraverso gli alimenti, nonché di malattie trasmissibili dagli animali all’uomo, comprese le malattie che un cane non controllato può causare all’uomo. Ed è in quest’ultima situazione che i Medici Veterinari si impegnano nella lotta al randagismo, garantendo le procedure idonee a qualsiasi situazione si ponga in corso d’opera. Ma tutto questo viene fatto con scienza e coscienza, con una base etica, professionale e morale e che comporta, come in ogni altra professione, dei costi!”.
Ci sono iniziative in corso che vanno nella direzione da Lei auspicata e che potrebbero essere di esempio per altre amministrazioni del territorio?
“Ad esempio, l’Amministrazione Comunale di Ostuni, con la quale abbiamo instaurato un rapporto collaborativo, ha capito il valore e il ruolo della professione veterinaria nella problematica randagismo e, infatti con la deliberazione di giunta n. 89 del 30 aprile 2021 (che modifica le precedenti n. 73 e n. 74 del 15 aprile 2021) ha permesso ai proprietari di cani di rivolgersi al proprio Medico Veterinario di fiducia per l’intervento di sterilizzazione offrendo loro una quota come contributo a integrazione del valore finale della prestazione. Il professionista può in questo modo operare in scienza e coscienza senza vincoli offendo un servizio di cui tutta la comunità beneficia”.
Mentre l’opinione pubblica concorda con la opportunità di sottoporre a sterilizzazione i cani randagi ricoverati nei canili ed i gatti delle colonie feline, molta meno sensibilità al riguardo sembra esserci sulla sterilizzazione dei cani e gatti cosiddetti padronali eppure molti abbandoni di cuccioli, qualche volta anche con madre al seguito, derivano da gravidanze indesiderate di animali d’affezione, specialmente , ma non solo, nelle campagne. Cosa si potrebbe fare, a Suo avviso, per convincere quanta più gente possibile della opportunità di questa pratica?
“La lotta al randagismo non si fa solo promuovendo le campagne di sterilizzazione. Altri strumenti spesso non considerati dalle istituzioni, ma che hanno ottime potenzialità, sono incontri educativi/informativi nelle scuole, giornate di sensibilizzazione per le adozioni nei canili, creazione di aree gioco nei canili/rifugio dove far entrare le famiglie per conoscere meglio il mondo cane. Occorre istruire la collettività alla responsabilità di possedere un cane o un gatto o un qualsiasi altro animale. E in questo percorso il Medico Veterinario sarebbe certamente di grande aiuto e dovrebbe avere anche in questo caso un ruolo centrale. La prevenzione ci porta a chiedere al Medico Veterinario: “posso prendermi un cane?” e poi tutto vien da sé, anche la sterilizzazione per evitare gravidanze indesiderate. Tutta la categoria, tutto l’OMV di Brindisi è a disposizione delle istituzioni e della collettività per fornire risposte adeguate e professionali”.
Ci sono un paio di luoghi comuni che, probabilmente, spingono in senso opposto, vale a dire che la sterilizzazione è contro natura e che l’animale sterilizzato è soggetto a tutta una serie di malattie e, anche, che l’animale sterilizzato oltre ad ingrassare perde molte delle sue peculiarità anche dal punto di vista caratteriale. Come si può rispondere a queste obiezioni?
“Sono luoghi comuni atavici. Il ruolo del pet nella famiglia è cambiato. In passato il cane aveva un ruolo di cane da guardia, di cane da pastore, di cane da caccia. Si tendeva a crescere solo quei cuccioli che da subito mostravano le giuste attitudini ed eliminando gli altri anche se con sistemi poco consoni e non si poneva il problema della sterilizzazione o della presenza sul territorio di cani randagi. Oggi il pet è un componente della famiglia. Purtroppo delle antiche tradizioni è rimasta la vecchia convinzione che la sterilizzazione possa determinare cambiamento di carattere, provocare malattie, ma non è assolutamente così. La sterilizzazione, specialmente nella femmina, aiuta a prevenire tumori e infezioni uterine che possono compromettere seriamente la vita dell’animale. Indubbiamente cambia l’equilibrio tra estrogeni e progesterone che influiscono sul metabolismo, ma la ricerca continua sui fabbisogni nutrizionali in situazioni fisiologiche e patologiche aiuta molto nella gestione del controllo del peso. Un cane da caccia continuerà ad andare a caccia, un cane da guardia continuerà a fare la guardia e un cane da salotto continuerà a poltrire sul divano. Sarà la responsabilità e la coscienza del proprietario, sostenuto dalle informazioni del Medico Veterinario di famiglia, che saprà sempre consigliarlo con professionalità e sulla base delle risorse scientifiche più aggiornate, a permettere una vita lunga e in salute al proprio amico peloso”.