la voce a Sud

blog d'informazione online – attualità, cronaca, notizie, cultura, storia, gastronomia, spettacoli, informazioni, aggiornamenti ed eventi dal territorio

cronaca

Operazione “Day by day”, droga destinata ai professionisti mesagnesi

Fonte: brindisireport.it

MESAGNE – A fine gennaio l’operazione “Fire” dei carabinieri, oggi, lunedì 11 aprile, un altro blitz per contrastare la diffusione di droga, sempre a Mesagne. E’ l’operazione “Day by day” della polizia. Quindici persone arrestate (sei in carcere e nove ai domiciliari), 20 indagati complessivamente. E ancora: 300 grammi di cocaina sequestrati nel corso delle indagini. A chi andava la droga? In parte era destinata alla movida, ma perlopiù a professionisti della città. La “bianca” era il core business, svelato, degli indagati: devono rispondere di spaccio. 

Gli arrestati

In carcere sono finiti: Mauro Salvatore Girardo alias “lu poppitu” 53 anni di Mesagne, residente a Levego (Belluno), Damiano Gagliardi alias “scasciamachini” 51 anni di Mesagne, Paride Luciano Molfetta alias “chiapparinu” 48 anni di Mesagne, Vito Zullo 47 anni di Mesagne, Luca Rammazzo 32 anni di Mesagne, Angelo Antonio Molfetta alias “purpittoni” 49 anni di Manduria ma residente a Mesagne. 

Ai domiciliari, invece: Antonio Carmelo Della Porta alias “trambuestu” 54 anni di Mesagne, Giovanni Loparco 49 anni di Mesagne, Gianfranco Coluccia 46 anni di Mesagne, Angelo Falcone 34 anni di Mesagne, Angelo Apolito 48 anni di Ostuni, Cosimo Francesco Palazzo del 49 anni di Ostuni, Fernando Francesco Rogoli 67 anni di Mesagne, Michele De Luca 54 anni di Ostuni (assistente capo della polizia penitenziaria attualmente in servizio presso la casa circondariale di Taranto), Elisabetta De Pace 45 anni di Brindisi.

La conferenza stampa

Questura di Brindisi, ore 11: c’è una conferenza stampa per fornire ulteriori dettagli riguardo l’operazione. Ai microfoni dei cronisti: Giuseppe Massaro e Rita Sverdigliozzi, rispettivamente dirigente del commissariato di Mesagne e dirigente della squadra mobile di Brindisi. Sono loro ad aver condotto le indagini, poi sfociate negli arresti di oggi, dopo le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del Tribunale di Brindisi, Maurizio Saso. Arriverà, per una toccata e fuga, anche il questore Ferdinando Rossi. Lui a breve cambierà luogo di lavoro: è destinato a Foggia. Uno scambio di battute coi cronisti, il plauso e la soddisfazione per l’operazione andata in porto. Il messaggio, poi: “Mai abbassare la guardia con la criminalità organizzata”.

Le indagini della polizia

In questa operazione, la criminalità organizzata non è presente, ma ci sono nomi “pesanti” a Mesagne. Di sicuro, c’è l’impegno della polizia di Stato nel bloccare il sempre fiorente spaccio di droga. Le indagini nascono in un modo, non sai mai dove possono portare. Il commissariato di Mesagne ha avviato l’attività nel settembre 2020. Erano venuti a conoscenza di un’aggressione, non denunciata. Approfondendo, sono riusciti a capire che si parlava di droga: di debiti legati agli stupefacenti. Giorno dopo giorno, “day by day” per l’appunto, con pazienza e un mix di metodi investigativi classici e moderni, gli agenti sono riusciti a ricostruire le attività di spaccio. Servono le intercettazioni, anche quelle ambientali, certo. Ma servono anche i pedinamenti. Ci vuole anche calma, se dall’altra parte si prendono contromisure proprio per evitare che le indagini svelino l’attività.

Il modus operandi per lo spaccio

Alcuni indagati non si conoscevano. I messaggi inviati erano criptici, anche foto di animali. Ma la filiera è stata ricostruita: la cocaina partiva da Mesagne alla volta di Brindisi. Qui veniva maneggiata e suddivisa in un appartamento nelle zone centrali del capoluogo, rione Cappuccini. L’appartamento appartiene a una coppia, lui mesagnese. Da qui, tornava a Mesagne, ma anche a Ostuni (tre arrestati sono ostunesi). Gli spacciatori la facevano girare in città. Anche in questo caso la preparazione era meticolosa: non esistevano messaggi per fissare gli appuntamenti per il rifornimento, più sicuro così. I pusher dovevano, sempre, per sicurezza, ingoiare la droga. Gli agenti, nel corso delle indagini, ne sequestreranno 300 grammi, di cocaina. Il traffico della sostanza non era poco: circa mezzo chilo di “bianca” al mese.

Per la movida, ma non solo

Ovviamente, nel corso delle indagini è stato agevole ricostruire la platea degli acquirenti. Lo spaccio era su richiesta, qualcuno si premurava anche di far girare la cocaina per le strade. I clienti: la droga andava a “vivacizzare” la movida, ma più che altro era destinata ai professionisti mesagnesi. Rimane un particolare: la provenienza della droga. Sicuramente gli investigatori qualche idea ce l’hanno, ma non può essere divulgata. Dopotutto il giro di cocaina non è indifferente. Ma se gli investigatori hanno delle tracce per risalire alla provenienza, vuol dire che le indagini non sono chiuse. Gli arresti di oggi, dunque, sono solo un passaggio, un tasselo nel mosaico della droga che gira nel territorio brindisino. E il mosaico si disarticola tassello per tassello.