Campagna di scavi 2024 di Torre Guaceto: trovate anche due tombe dedicate a chi è morto lontano da casa
Sale a 108 il numero delle tombe portate alla luce nell’ambito della necropoli a cremazione di Torre Guaceto che sorge sotto la sabbia della spiaggia delle conchiglie. La ricerca archeologica ha permesso di scoprire per la prima volta anche due deposizioni vuote dedicate a chi è morto in battaglia o in viaggio.
Si è appena conclusa la quarta campagna di scavo della necropoli protostorica a cremazione di Torre Guaceto. Le ricerche finanziate dal Consorzio di Gestione della riserva e condotte in regime di concessione ministeriale dal Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento, si sono svolte in accordo con la Soprintendenza ABAP per le Provincie di Brindisi e Lecce e in collaborazione con il Dipartimento Storia Culture e Civiltà dell’Università di Bologna, con il Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali dell’Università di Bari.
“La scoperta della nostra storia ha un valore inestimabile e se possiamo ogni anno sostenere la ricerca è anche perché gli utenti contribuiscono economicamente al nostro lavoro, fruendo dei servizi estivi della riserva, come il lido e il parcheggio” ha commentato il presidente del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, Rocky Malatesta.
Oggi la conferenza stampa indetta per la diffusione dei risultati ottenuti, nell’ambito della quale sono intervenuti anche: Teodoro Scarano, professore dell’Università del Salento e direttore dello scavo di Torre Guaceto, Maria Piccarreta, segretario regionale del Ministero della Cultura per la Puglia, Francesca Riccio, soprintendente all’Archeologia, Belle arti e Paesaggio per le province di Brindisi e Lecce, Aldo Patruno, direttore del dipartimento Turismo e cultura, Regione Puglia, Sabrina Franco, assessore alla Cultura di Carovigno.
“La necropoli di Torre Guaceto è un contesto archeologico straordinario – ha dichiarato Scarano – l’unico sepolcreto a cremazione dell’età del Bronzo nel Mediterraneo centrale sul quale sia attivo un progetto di ricerca multidisciplinare. Ora è necessario che gli attori istituzionali e i portatori d’interesse del territorio si attivino per avviare un percorso di progettazione che conduca alla realizzazione di uno spazio museale dedicato, nel quale raccontare le storie degli individui che tra il XV e l’XI secolo a.C. hanno vissuto in questi luoghi attraverso le urne funerarie e gli splendidi ornamenti in bronzo e ambra rinvenuti nel corso degli scavi.”
Le notizie 2024 sono numerose. Nella sola campagna di quest’anno sono state individuate ulteriori 43 tombe, delle quali più della metà in ottimo stato di conservazione e portate al laboratorio di archeologia di Torre Guaceto per essere microscavate, elemento che permetterà ulteriori scoperte nei prossimi mesi.
Tra le poche tombe che sono state microscavate già sul cantiere ai fini del recupero, ne spiccano due con ornamenti femminili in bronzo quali corredi funerari, in un caso si tratta di una fibula ad arco di violino, mentre nell’altro delle armille, bracciale, con terminazione a spirale.
E’ aumentato il numero di tombe che si datano alla fase finale dell’età del Bronzo e che restituiscono urne con decorazione protovillanoviana a scanalature con motivi geometrici o provviste di decorazioni plastiche a rilievo.
Nel corso delle ultime indagini sono state trovate anche, per la prima volta, due tombe vuote, due cenotafi: tombe dedicate a chi è morto lontano da casa, quindi in battaglia o in viaggio, e il cui corpo non sarebbe più tornato al villaggio.
“La straordinaria scoperta della necropoli fatta a Torre Guaceto e il sorprendente stato di conservazione dei reperti, in particolare di alcune urne ritrovate integre – ha dichiarato Piccarreta – sono la dimostrazione che la sapiente gestione delle tutele del patrimonio culturale e paesaggistico garantisce sempre il corretto utilizzo e lo sviluppo sociale ed economico dei territori” .
“Provo molta soddisfazione ed orgoglio per i risultati ottenuti con questo lavoro di squadra a Torre Guaceto – ha dichiarato Patruno -, la riserva è riuscita a fare dei vincoli per la tutela che le sono propri uno strumento per la crescita culturale e turistica dell’intero territorio. Sono i processi importanti come questo a cambiare in meglio il volto della Puglia”.