
FRANCAVILLA FONTANA, GINECOLOGIA E RIANIMAZIONE RESTANO CHIUSE: ANCORA NESSUNA CERTEZZA PER L’OSPEDALE CAMBERLINGO
Ha chiesto risposte, in lll Commissione regionale, Luigi Caroli in merito alla riapertura della ginecologia e del centro nascite e all’avvio della terapia intensiva e rianimazione dell’ospedale Camberlingo di Francavilla fontana. A rispondere non è stato però il direttore generale della Asl ma il direttore facente funzioni del presidio, Francesco Paolo Lisena. Un elemento che evidenzia “disinteresse” e che è stato stigmatizzato dal consigliere, interessato a conoscere gli intenti programmatici dell’azienda e della Regione: “Sono due anni e mezzo che attendiamo la riapertura del centro nascite e non mi pare che ci sano ancora le condizioni perché si possa verificare. Così come è surreale che ci sia una struttura di rianimazione pronta, con impianti e apparecchiature nuovi, che non può essere avviata”.Lisena ha sostenuto di aver messo in campo tutte le iniziative, “in coerenza con gli indirizzi aziendali”, per riattivare i servizi. Il reparto di ginecologia, ha spiegato, è dotato di un dirigente medico e 5 medici, dei quali solo tre sono turnisti: per tale insufficienza di personale medico il reparto con le degenze non può essere attivato. Né le procedure di reclutamento hanno avuto esito positivo. Ci sono poi problemi legati alle sale parto, che dovrebbero essere riallocate al piano superiore con il blocco operatorio.Per quanto concerne la rianimazione Lisena ha riferito che è ripreso l’iter per l’accreditamento della struttura, ma esiste una grave criticità dovuta all’assenza di personale di comparto. I primi di luglio saranno avviate procedure di reclutamento, finalizzate a inserire almeno 10/12 necessari per attivare 4 posti di rianimazione. E tuttavia non sarà sufficiente perché manca la radiologia h24. Al momento – ha proseguito – si sta verificando la possibilità di stipulare convenzioni con aziende sanitarie limitrofe per coprire i turni e si sta effettuando una ricognizione tra medici in quiescenza. Ha comunque confermato che l’intento è quello di giungere quanto prima all’avvio sia della ginecologia e dell’ostetrica, sia della rianimazione.Da un punto di vista tecnico il responsabile Sergio Rini ha aggiunto che per ostetrica con un numero di nascite annuo superiore a mille è necessario prevedere una sala di emergenza connessa con il reparto oltre alle sale parto: si sta quindi procedendo alla progettazione con l’utilizzo di un finanziamento Fsc e ha stimato il tempo necessario al completamento in tre anni.“Le risposte ottenute – ha concluso Caroli – sanciscono la morte della ginecologia della zona centrosud della provincia di Brindisi e il totale depauperamento della sanità brindisina”.
Una situazione che, al di là delle rassicurazioni tecniche e degli impegni futuri, continua a lasciare nel vuoto un intero territorio. Il consigliere Luigi Caroli non ha nascosto la propria amarezza,parlando apertamente di “morte della ginecologia nella zona centrosud della provincia di Brindisi” e di “depauperamento totale della sanità brindisina”. Mentre si attendono atti concreti, ci sono donne costrette a spostarsi su Brindisi o Taranto per partorire, con tutti i rischi del caso. In più di un’occasione, alcune di loro hanno dovuto affrontare il travaglio in auto,tra dolori e pericoli, partorendo in emergenza prima ancora di raggiungere l’ospedale, mettendo a rischio la propria vita e quella del nascituro.Una situazione che non può più essere tollerata e che impone risposte immediate e definitive.