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IL S.I.A.P. LANCIA L’ALLARME: “FOGGIA ABBANDONATA, LO STATO INTERVENGA SUBITO”

A seguito del grave episodio criminale verificatosi nel centro cittadino di Foggia il 18 giugno 2025, culminato nell’omicidio di un noto pluripregiudicato, la Segreteria Provinciale del S.I.A.P. (Sindacato Italiano Appartenenti Polizia) interviene con una nota ufficiale per esprimere profondo cordoglio e contestualmente denunciare,ancora una volta, l’emergenza sicurezza che affligge il territorio della Capitanata. Un territorio sempre più ostaggio di dinamiche mafiose che si manifestano con modalità e spavalderia da guerra dichiarata contro lo Stato.

COMUNICATO STAMPA

La scrivente Segreteria esprime preoccupazione e il più profondo cordoglio per il grave fatto di sangue verificatosi in data 18 giugno ’25, intorno alle ore 12.00, nel pieno centro cittadino. L’omicidio di un noto pluripregiudicato, consumato alla luce del sole in un’area nevralgica del capoluogo, costituisce l’ennesimo campanello d’allarme circa la recrudescenza criminale che sta dilaniando la Capitanata e che da tempo si manifesta con modalità e intensità degne della più agguerrita criminalità organizzata nazionale. L’episodio non può essere relegato a mero regolamento di conti interno agli ambienti delinquenziali: esso incide direttamente sulla percezione di sicurezza dell’intera collettività residenti, esercenti, turisti e, non da ultimi, gli stessi operatori di polizia che presidiano quotidianamente il territorio con abnegazione, pur in condizioni di organico ormai strutturalmente inadeguate.Il S.I.A.P. denuncia da anni, con puntuale insistenza e rigorosa documentazione, la progressiva erosione delle risorse umane assegnate alla Questura di Foggia e ai Commissariati distaccati. Alla luce dei recenti piani di potenziamento deliberati dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza, tale erosione ha raggiunto livelli non più sostenibili.Le previsioni attuali che, ancora una volta, non contemplano l’invio di ulteriori unità—contrastano con le risoluzioni dei Comitati Provinciali per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, i quali hanno unanimemente riconosciuto il carattere emergenziale del contesto foggiano e la pervasività della c.d. “quarta mafia”, radicatasi fra il Gargano e l’asse San Severo-Cerignola con capacità offensive senza precedenti. Il personale operativo presenta un’età media prossima ai cinquantatré anni, con inevitabili ripercussioni sulla prontezza fisica e sulla tenuta psicofisica nei turni notturni.Il ricorso sistematico a prestazioni straordinarie oltre la soglia fisiologica, la sottrazione di risorse ai servizi amministrativi per tamponare i servizi di controllo del territorio e la conseguente rinuncia ad attività formative rappresentano palliativi che occultano un perdurante stato di sofferenza. La narrazione che dipinge la Capitanata quale laboratorio di strategie innovative di contrasto alla criminalità non può prescindere dall’adeguatezza numerica degli organici.Il Siap chiede l’attuazione di un piano straordinario di rafforzamento che contempli l’assegnazione di contingenti aggiuntivi di personale nei profili investigativi e di polizia giudiziaria, il potenziamento delle specialità Polizia Stradale, Sezione Polfer, RPC San Severo, Squadra Mobile, Digos, Polizia Scientifica, Polizia Postale, e di tutti i Commissariati della Capitanata.Alla luce di quanto precede, la Segreteria Provinciale S.I.A.P. di Foggia si riserva di intraprendere, nei modi e nei tempi consentiti dalla normativa vigente ogni iniziativa di sensibilizzazione.L’omicidio odierno costituisce un monito severo: dimostra la capacità dei sodalizi criminali di sfidare apertamente il potere pubblico in spazi logisticamente e simbolicamente centrali, scardinando l’ordinario presidio della legalità

Il S.I.A.P. ribadisce che senza un deciso intervento strutturale da parte delle istituzioni centrali, Foggia e l’intera provincia rischiano di essere progressivamente abbandonate alla legge del più forte. Non bastano proclami o piani sulla carta: servono uomini, mezzi, risorse concrete e immediate. La sfida lanciata dalle organizzazioni criminali richiede una risposta ferma, tangibile e all’altezza della gravità del momento. Solo così si potrà garantire la sicurezza dei cittadini e restituire autorevolezza allo Stato, oggi percepito come distante e inadeguato a fronteggiare l’escalation in atto.

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