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CAPORALATO NELLE CAMPAGNE DI GINOSA: NOVE A PROCESSO PER SFRUTTAMENTO DI LAVORATORI STRANIERI

Sfruttamento, paghe da fame e lavoratori nascosti per evitare i controlli: è questo il quadro che emerge dall’inchiesta sul caporalato nelle campagne di Ginosa, nel Tarantino. Nove persone dovranno affrontare un processo con accuse che vanno dall’intermediazione illecita allo sfruttamento del lavoro.Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, alcuni braccianti extracomunitari sarebbero stati costretti a lavorare in condizioni irregolari, percependo compensi molto inferiori ai minimi previsti dalla legge e in alcuni casi ricevendo retribuzioni “in nero”.Il procedimento giudiziario prenderà il via nel 2026 davanti al collegio presieduto dal giudice Fulvia Misserini. Le organizzazioni sindacali Flai e Cgil di Taranto, rappresentate dall’avvocato Claudio Petrone, si sono costituite parte civile per tutelare i diritti dei lavoratori coinvolti.Tra gli imputati figurano anche i fratelli Antonio e Domenico Castria, titolari della società agricola Special One Srl, accusati di aver impiegato manodopera straniera sfruttata. Un solo indagato, Gian Battista Cardinale, dovrà rispondere del reato di favoreggiamento. Gli altri, difesi dagli avvocati Fiorella Gargaro e Gaetano Vitale, sono chiamati a rispondere del più grave reato di caporalato.Il processo si preannuncia complesso e di grande rilevanza sociale, in un territorio dove il fenomeno dello sfruttamento dei lavoratori agricoli stranieri resta una piaga ancora aperta.

Caterina Sollazzo

GIORNALISTA

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