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Depuratore a Urmo, lettera al procuratore: “gravi irregolarità in atto”

Secondo quanto si sostiene nella lettera intitolata «Violazione vincoli, danneggiamento di area protetta», il cantiere dove sono in corso i lavori, occupa un’area in parte «incompatibile con i vincoli insormontabili

fonte lavocedimanduria.it

foto di Giovanni Loppo

Alla diffida legale, ai due esposti ai carabinieri e alle due interrogazioni parlamentari, tutto quanto senza alcun esito noto, l’offensiva di chi si oppone al depuratore consortile in costruzione sulla costa manduriana in località «Urmo-Specchiarica», a servizio dei comuni di Manduria e Sava, si arricchisce di una nuova denuncia. A firmarla è il Comitato per la difesa del territorio e del mare di Avetrana che l’ha indirizzata direttamente al procuratore capo della Repubblica di Taranto, Carlo Maria Capristo e per conoscenza agli amministratori dei comuni di Manduria e Avetrana (quest’ultimo perché interessato da una zona residenziale che ricade nel suo territorio, Urmo-Belsito, confinante proprio con la costruenda opera).

Secondo quanto si sostiene nella lettera intitolata «Violazione vincoli, danneggiamento di area protetta», il cantiere dove sono in corso i lavori, occupa un’area in parte «incompatibile con i vincoli insormontabili previsti dal Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR) approvato dal governo regionale nel 2015.

Tale piano, scrivono i denuncianti, «ha introdotto dei vincoli, originariamente non presenti nel Piano Urbanistico Territoriale Tematico che interessano proprio il lotto sul quale ricade il depuratore consortile, la cui presenza, di fatto, compromette una zona coperta sia dal vincolo di area di rispetto dei boschi, sia da quello di area di rispetto dei parchi e delle riserve Regionali».

Quella che potrebbe sembrare una semplice svista, sostengono sempre gli ambientalisti del comitato che si sono avvalsi della consulenza di tecnici esterni, nasconderebbe in realtà diverse gravi omissioni commesse da più organi e uffici di controllo. I vincoli riscontrabili, si legge nell’esposto, erano vigenti già alla data della perizia redatta dal Responsabile Unico Procedimento dell’Acquedotto pugliese, ingegnere Emilio Tarquinio e sottoposta all’attenzione del dirigente della Sezione Autorizzazioni Ambientali della Regione Puglia. Risulterebbe evidente, sostengono gli ambientalisti, che la determina autorizzativa del dirigente «è stata adottata sulla scorta di una perizia non rispondente alla realtà» e che «che proprio in forza di ciò, ha potuto raggiungere lo scopo ultimo e illegittimo di ottenere la proroga dell’efficacia della valutazione dell’impatto ambientale (VIA) ottenuta nel 2016», un anno dopo l’istituzione dei vincoli.

Questo comporterebbe la nullità della VIA ed anche dell’autorizzazione paesaggistica rilasciata dal Comune di Manduria nel 2018 che «da sola – scrivono – non può essere sufficiente a legittimare la prosecuzione dei lavori».

Gli oppositori dell’opera lanciano accuse nei confronti del responsabile del procedimento in capo all’ente appaltante, l’Acquedotto pugliese appunto, nella parte in cui dichiara che la realizzazione del depuratore avverrebbe su un’area di confine con la zona di rispetto dei boschi. «Spiace constatare, purtroppo – si legge nella denuncia -, che proprio l’area coperta da quel vincolo di rispetto è stata già interessata da svellimento di piante della macchia mediterranea per la realizzazione di una strada».

Le speranze che si ottengano risposte è grande. «Dopo anni di iniziative intraprese in favore del territorio non siamo mai stati ascoltati!!, dichiara Giuseppe Agresti presidente del Comitato promotore della denuncia. Che prosegue. «Ciò nonostante crediamo che le pubbliche istituzioni chiamate a rappresentarci debbano essere coinvolte e sollecitate per assolvere ai loro doveri istituzionali. A fronte di queste considerazioni – conclude – è nostro desiderio rendere pubbliche le nostre istanze nella speranza che le stesse siano accolte e valutate da chi ne ha la responsabilità pubblica ed istituzionale».

Nazareno Dinoi

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