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cronaca

Baby gang, va a casa anche Spadavecchia

Il ventitreenne è accusato di aver preso parte ai raid in casa del sessantaseienne Antonio Cosimo Stano, morto per le conseguenze di un’ulcera gastrica che…

fonte lavocedimanduria.it

Un altro componente della banda degli «orfanelli» ha lasciato il carcere per passare ai domiciliari. Si tratta questa volta di un maggiorenne, Antonio Spadavecchia, il più grande della baby gang finita sotto inchiesta per le aggressioni a pensionati e invalidi che venivano filmati e diffusi nella chat. Il giudice delle indagini preliminari, Rita Romano ha accolto la richiesta presentata dai difensori Lorenzo Bullo e Gaetano Vitale contro il parere del pubblico ministero Remo Epifani che si era invece opposto.

Il ventitreenne è accusato di aver preso parte ai raid in casa del sessantaseienne Antonio Cosimo Stano, morto per le conseguenze di un’ulcera gastrica che secondo l’accusa sarebbe stata provocata dalle continue vessazioni e aggressioni subite dal branco di bulli. Sempre secondo la Procura, Spadavecchia avrebbe aggredito un altro disabile mentale di Manduria rompendogli tre denti.

Per il gip Romano, pur riconoscendo la gravità delle azioni compiute dall’indagato ritenuto soggetto di «spiccata pericolosità sociale incapace di frenare impulsi violenti», ha ritenuto terminati i motivi di custodia cautelare in carcere essendo l’inchiesta, di fatto, conclusa. Detenuto nel carcere di Taranto dal 30 aprile scorso, contro la scarcerazione si era precedentemente espresso il Tribunale del Riesame e la Cassazione.Restano in carcere ancora l’altro maggiorenne indagato, Gregorio Lamusta e i due minorenni maggiormente gravati dalle accuse. Si tratta del protagonista del video del violento ceffone a Stano dopo averlo ingannato con la finta stretta di mano e dell’autore di quasi tutti i video fatti girare poi nelle chat degli «orfanelli».

Si sgretola comunque la rigidità giudiziaria dimostrata sinora nei confronti della baby gang iniziata con l’ultima decisione del Riesame che aveva concesso i domiciliari all’altro maggiorenne in carcere. Mazza e i minorenni arrestati nella seconda retata del 26 giugno.

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