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TORRE: DA JACOPO VIGILANZA, RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

In un economia disastrosa causata da questa pandemia mi aspetterei un governo che oltre a cercare di tutelare la salute provi anche a comprendere l’imprenditoria.

La misura è davvero colma, ad oggi tutto è fermo, gente che non sa più come fare per portare un pasto a casa, uomini e donne appese a promesse finanziarie spesso ritardate o inesistenti, e c’è anche chi non vede più un futuro lavorativo: artigiani, negozianti, piccole, medie e macro imprese. Sì, anche le grandi imprese hanno le loro paure oggi. In tutto questo dramma lo stato cosa fa? Affoga ancor di più tutti nella dannata burocrazia, servendola come regole a tutela della salute.

Quando arriverà l’estate i lidi balneari saranno ridotti ad una fatturazione massima obbligatoria del  50 % in meno, se andrà bene, ristoranti semi pieni in modo dittatoriale, negozianti avviliti da norme igieniche paradossali, e tutte la attività connesse che da motori dell’economia diverranno semplicemente pezzi mancanti di un puzzle allucinogeno. Non vorrei essere frainteso, sono d’accordo che bisogna in primis prendersi cura della salute, ma ciò che non comprendo è: quanti davvero ne resteranno da tutelare? Quanti medici andranno ancora a lavorare senza percepire più il proprio stipendio?

Perché questo accadrà, quando le aziende chiuderanno e le tasse non saranno più entrate e per il nostro caro governo saranno solo un vecchio ricordo. Incaricare grandi tecnici, sicuramente gente per bene e molto acculturata, ma che a mio parere non conosce neanche lontanamente la vita lavorativa di noi imprenditori, non è solo un fatto grave, è soprattutto un tradimento nei confronti di chi sino ad oggi ha confidato nel capo famiglia ed ha dato il massimo per adempire agli obblighi patrimoniali e fiscali, rinunciando molto spesso anche alla propria dignità. Non voglio essere cittadino di uno stato che come soluzione, invece tendermi la mano, mi mette ancor di più in difficoltà.

E’ mai possibile immaginare che un imprenditore qualunque possa richiedere ad oggi un mutuo di 25.000,00 € per ripartire?  Come si fa a non capire che di quella somma ne basterebbe anche la metà come vero aiuto, senza ulteriori impegni e conseguenti rischi finanziari? E se l’aiuto non lo si può avere, faccia a meno il governo di arrivare ad un vero e proprio “omicidio economico”. Oramai è vicina l’apertura dei lidi balneari e di tutte quelle attività estive che con il turismo ossigenano non solo le proprie tasche ma anche, e non in modo irrisorio, quelle dello stato. Stando ad oggi il nostro binocolo, a detta di tutti i bagnini, vede all’orizzonte solo deserto.

Un caos di norme che credo possano essere state dettate solo e soltanto da chi davvero non ha mai svolto lavori di questo genere. Dimezzare i posti di un lido equivale ad aumento delle tasse demaniali, eliminare i tavoli di un ristorante vuol dire aumentare la tassa IMU, queste equazioni caro governo Italiano, sempre che tu italiano lo sia ancora, sono distinte in ogni regione, in ogni provincia e paese del tuo bel tacco, un tacco che ad oggi credo tu non sappia più indossare.

Non si può più aspettare. Bisogna dare risposte urgenti, soluzioni che non siano miraggi, aiutare concretamente non solo chi sta lottando con questo dannato virus, ma anche chi sta raccogliendo altre disgrazie da esso. Tecnici e burocrati non possono rattoppare ciò che non conoscono.

Costruire castelli di sabbia spetta solo ai “nostri” bambini, e loro possono farlo sulle “nostre” spiagge.

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