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TERAPIE PER L’INFEZIONE DA CORONAVIRUS (SARS-CoV-2 o Covid 19)

Nelle scorse settimane, complice il lockdown e i vari social, abbiamo abbondantemente sentito parlare della terapia con plasma ipermmuine per i pazienti affetti da coronavirus ricoverati in ospedale e con sintomi medio-gravi.

I complottisti non hanno perso tempo con le solite fake news accusando medici, Stato e case farmaceutiche di tenere nascoste le notizie su questa terapia per non fare torti alle varie case farmaceutiche che stanno facendo studi sui vaccini.

A che serve un vaccino, che se va bene arriverà tra qualche mese, quando abbiamo da subito una terapia a basso costo che fa miracoli?

Dopo esserci chiesti da quali Servizi Segreti i vari complottisti hanno ottenuto queste notizie che dovevano essere riservate e tenute nascoste, vediamo di fare un po’ di chiarezza.

L’isolamento del plasma (plasmaferesi) ed il suo uso a scopi terapeutici è studiato da circa 100 anni. Questo approccio è stato utilizzato ad esempio anche per combattere l’epidemia di Ebola del 2013. L’immunoterapia passiva effettuata con l’impiego del plasma dei pazienti convalescenti – convalescent plasma – potrebbe rappresentare un presidio promettente nel trattamento delle infezioni da SARS-CoV-2, anche sulla base delle prime esperienze. In questo caso specifico si tratta di plasma ottenuto da persone che hanno superato la malattia e sviluppato anticorpi specifici e che possono essere utilizzati per curarla.

Anche questa terapia però come tutte le terapie va sperimentata e standardizzata.
Va sperimentata perché ogni malattia ha la sua storia e quello che funziona
in un caso può non funzionare in un altro. Ad esempio il plasma iperimmune non
funziona per l’AIDS o per l’Influenza.
In Cina le prime sperimentazioni risalgono al 20 GENNAIO 2020. Gia a febbraio 2020 compaiono notizie riguardanti questa terapia per il SARS-CoV-2 su prestigiose riviste scientifiche (https://www.thelancet.com/article/S1473-3099(20)30141-9/fulltext). Quindi non è vero che la notizia veniva tenuta nascosta.

Premesso questo cosa si può dire di questa terapia per Covid-19?

I dati sono molto incoraggianti. Nella maggior parte dei casi si hanno
miglioramenti senza, per ora, segnalazioni di particolari effetti
collaterali (a differenza di quanto avviene ad esempio con alcuni farmaci
come l’idrossiclorochina o l’eparina). Per inciso anche la terapia con eparina non è stata esente da facke news e considerazioni complottistiche.

Esistono però alcuni problematiche che non ne permettono al momento l’uso su larga scala.

1. bisogna trovare donatori “di qualità” che abbiano tutte le carte in regola per dare plasma con un buon livello di anticorpi (questo numero varia inevitabilmente da donatore a donatore – puoi averne uno “buono” e un altro
“scarso”), in buona salute e che abbiano tutti i requisiti previsti dalla legge che serve a tutelare donatori e trasfusi.

2. bisogna che i potenziali donatori siano individuati, reclutati e convinti a donare il proprio plasma. La donazione ovviamente è su base volontaria come la donazione degli altri elementi del sangue (globuli rossi e piastrine) e degli organi.

3. una volta trovato il donatore consenziente questo non può essere spremuto a piacimento, può donare il plasma non a cadenza quotidiana ma a cadenza mensile o trimestrale, a seconda delle condizioni cliniche del donatore stesso. Per ogni seduta di plasmaferesi si possono prelevare circa 600 cc di plasma con cui, secondo gli attuali protocolli, si possono trattare 2 malati di Covid 19. Con questi numeri non si può considerare questa terapia applicabile su larga scala.

4. attualmente non sappiamo ancora quanto a lungo duri il titolo anticorpale (la quantità di anticorpi specifici nel sangue) dei soggetti guariti da Covid 19 e quindi non sappiamo se il titolo anticorpale  sia  destinato a scemare nel tempo. Questo significa che questo approccio è efficace al momento solo nel breve termine e su un numero ristretto di pazienti.

Dopo tutte queste considerazioni resta poi il nodo principale di questa terapia. Nell’epoca della Evidence Based Medicine (medicina basata sulle evidenze) ogni terapia va sperimentata con studi scientifici rigorosi e controllati, per valutare il rapporto tra i reali benefici della terapia e i potenziali effetti collaterali, in modo che si possa stabilire che i benefici superano i rischi di effetti collaterali.

Sono partiti in questi giorni in diverse Regioni dei protocolli sperimentali che serviranno a trasformare questo approccio da terapia  che sembra funzionare nel breve termine su piccola scala a terapia standardizzata da utilizzare su larga scala e nel lungo termine, seppur con i limiti riguardanti i potenziali donatori. Tutto cio  per vederci pronti ad intervenire se e quando il SARS-CoV-2 si ripresenterà alla nostra porta con i numeri del recente passato.

Per quanto riguarda poi la domanda “a che serve un vaccino quando abbiamo da subito una terapia a basso costo che fa miracoli” la risposta è molto semplice.

In medicina e sempre meglio prevenire che curare. Il vaccino serve per prevenire la malattia, il plasma è una terapia che, qualora funzionasse al 100 %, verrebbe applicata sempre e solo nei casi medio-gravi quindi in quei paziente che hanno già un piede in terapia intensiva.

Praticamente è come dire in macchina non metto la cintura e disattivo gli airbag tanto. in caso di incidente e di emorragia cerebrale o fratture. in ospedale trovo neurochirurghi e ortopedici che mi guariscono grazie ai vari interventi chirurgici.

16 maggio 2020

Dott. Giuseppe Epifani

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