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Incendio nell’ex zoo di San Cosimo, non si esclude il dolo. Intanto, s’ipotizza di rilanciarlo come parco attrezzato per famiglie

Fonte: lostrillonenews.it

Fuoco, nella serata di ieri, quando l’orologio segnava le 21.30 – 22 circa, all’interno dell’ex zoo di San Cosimo alla Macchia, frazione di Oria, proprietà della Diocesi. La combustione ha interessato, per cause ancora da accertare, degli scarti di potatura (legname) che era stato accatastato nel perimetro del giardino zoologico nei giorni scorsi. Sul posto sono giunti i vigili del fuoco del Distaccamento di Francavilla Fontana, che hanno domato il rogo, e i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia della Città degli Imperiali, che hanno effettuato i rilievi e dato avvio alle indagini, passate nella titolarità della Stazione di Oria, al comando del luogotenente Roberto Borrello. Non è escluso – anzi, è molto probabile – che le fiamme siano state originate dalla mano dell’uomo, ma bisognerà capire da chi, come e soprattutto perché.

Lo zoo di San Cosimo ai tempi d’oro: il celeberrimo ippopotamo Pippo

Lo zoo di San Cosimo alla Macchia – un tempo fiore all’occhiello della stessa cittadina di Oria e luogo di attrazione regionale se non addirittura nazionale, considerata la sua presenza attigua al Santuario dei Santi Medici – è chiuso ormai da diversi anni. In numerose occasioni si è parlato di un suo rilancio proprio come giardino zoologico o bio-parco, poi però non se n’è fatto nulla. La più recente delle indiscrezioni – come tale, non confermata in via ufficiale – riferisce della possibilità che in futuro la Diocesi stessa decida di destinarlo a polmone verde per famiglie, magari destinato a scampagnate e picnic attrezzati con barbecue. Un servizio – si ripete, puramente ipotetico – che con ogni probabilità non sarebbe gestito direttamente dai proprietari, bensì da un gestore privato (dietro pagamento) previa concessione della struttura in cui illo tempore e per quasi 40 anni – seguiti e addestrati dal celebre domatore Eugenio Weidmann – si aggiravano leoni, tigri, orsi, elefanti, giraffe, gazzelle, caprette, pavoni, persino serpenti e così via.

Così, dopo tanti, troppi, anni, si prospetta un nuovo scenario – sebbene ancora fumoso e di là da concretizzare – per lo zoo. O, perlomeno, se ne torna a parlare, dopo i tanti impegni – assunti da diverse Amministrazioni comunali – finora tutti sfumati, di “trattare” ed esercitare una sorta di “moral suasion” nei confronti della proprietà al fine di restituire al territorio ciò che per molto tempo (dal 1963, per volere dell’allora vescovo Alberico Semeraro, e fino al 2012) per tutti i suoi tre ettari ha rappresentato il sogno a portata di mano di grandi e, principalmente, piccini.

Qui, un tempo, si aggiravano i leoni

Eliseo Zanzarelli

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