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TFR: quando i soldi della quota spettano all’ex coniuge?

Fonte: trend-online.com


TFR
 separazione o divorzio, quando spettano i soldi all’ex coniuge?
 Una domanda semplice, ma dalle molteplici risposte. Iniziamo nel partire col piede giusto, parlando del matrimonio. È innegabile che a volte le cose si complicano subito dopo il “si” e, quell’esperienza meravigliosa che parte con il matrimonio, può diventare talmente fragile da sgretolarsi come fosse costruito di sabbia. Il matrimonio non è solo un vincolo tra due persone che iniziano un nuovo cammino insieme e, che distrattamente per scelta o volontà si perdono mettendo fine a quell’unione, ma è un negozio giuridico, tutelato dalla normativa. Ciò significa che anche il solo scioglimento dello stesso, non preclude la continuazione degli effetti giuridici, che in ogni caso, si protraggono nel tempo. Ecco spiegato, l’inizio degli obblighi che subentrano con lo scioglimento del matrimonio, come ad esempio, la quota relativa all’assegno divorzile da versare all’ex e, non solo. Con il divorzio, quindi, non si fermano quelli che possono essere i “frutti dell’unione”, come appunto, la quota spettante di TFR all’ex. A meno che non ci siano dei cavilli, per cui l’ex non può reclamarla. 

Le norme che regalano la materia del diritto sul matrimonio sono chiare, ecco perché anche con la separazione prima e con il divorzio dopo, la legge mantiene stabile gli effetti del matrimonio, prevedendo che l’ex possa prendere una quota del trattamento di fine rapporto liquidato. A questo punto ti starai chiedendo? Il coniuge può non rilasciare i soldi del TFR all’ex? Cosa può fare l’ex coniuge per ottenere la quota del TFR liquidato? Chi eredita il TFR in caso di morte? Il TFR si prescrive con il divorzio? Quando l’ex coniuge non ha diritto alla quota del TFR? Per capire se e quando l’ex ha diritto al TFR, immergiti nella lettura e vedremo insieme che cosa spetta di preciso all’ex coniuge in materia di TFR.

 Quanti soldi della quota di TFR spettano all’ex coniuge?

 Il trattamento di fine rapporto liquidato spetta nella misura del 40% all’ex coniuge, in proporzione agli anni in cui l’attività lavorativa è avvenuta contemporaneamente all’unione del matrimonio. In sostanza, all’ex non spetta la quota intera di TFR, ma la parte che ha coinciso con gli anni di matrimonio. 

 Ai sensi dell’articolo 12bis della Legge n. 898/1970 in presenza di scioglimento o cessazione del matrimonio l’ex coniuge ha diritto alla quota del TFR in base a specifici requisiti, tra cui: 

  • all’ex coniuge spetta la quota se, nel frattempo, non ha contratto un secondo matrimonio;
  • spetta una quota di TFR, se l’ex coniuge è titolare di assegno divorzile ai sensi e per gli effetti dell’articolo 5;
  • se in sede divorzile le parti si sono accordate per altra prestazione economica, decade il diritto alla quota di TFR. Come può essere, ad esempio, un concordato per il trasferimento di una casa
  • all’ex coniuge spetta una percentuale del TFR anche dopo la sentenza di cessazione del matrimonio.

Quando i soldi della quota di TFR non spettano all’ex coniuge?

La normativa prevede che in mancanza dell’assegno divorzile, l’ex coniuge non ha diritto alla quota del TFR liquidato. 

La Corte di Cassazione nella sentenza n. 12056/2020 del 22 giugno 2020, ha chiarito che quando manca il versamento dell’assegno divorzile e, quindi, quando viene a mancare uno degli effetti del negozio giuridico, l’ex coniuge non può rivendicare la quota di TFR liquidata.  

Qual è la differenza tra il divorzio e l’annullamento? Con il divorzio le parti ottengono la conclusione del matrimonio. Mentre, l’annullamento presume la fine dell’unione matrimoniale, ma non il suo disconoscimento. 

TFR: se matura prima dello scioglimento del matrimonio l’ex ha diritto ai soldi?

 Può accadere che  il TFR maturi prima dell’avvenuta sentenza di scioglimento del matrimonio e, il giudice ripartisca in sentenza oltre all’assegno divorzile, anche la quota del TFR spettante all’ex coniuge. 

Se il TFR matura dopo la cessazione del matrimonio si può richiedere? In questo caso, l’ex coniuge dovrà presentare un’istanza dinanzi al Tribunale per il riconoscimento al diritto della quota. Tuttavia, rammentiamo che secondo la Corte di Cassazione se all’ex risulti beneficiario dell’assegno divorzile, può presentare la domanda per la quota del TFR. 

Perché il coniuge deve versare i soldi della quota di TFR all’ex?

Il coniuge è tenuto al versamento dell’assegno divorzile e della quota di TFR. Un aspetto chiarito dalla normativa spiegato ripetutamente dalla Corte di Cassazione. Il discorso può non piacere, ma è semplice il trattamento di fine rapporto in ogni caso rappresenta parte del reddito dei coniugi. Di conseguenza, la parte di quote accantonate durante gli anni di matrimonio spettano a entrambi i coniugi. Il TFR, viene erogato al coniuge all’atto della fine del rapporto lavorativo, oppure, con il sopraggiungere della richiesta di pensionamento. In entrambi i casi partecipa alla formazione del reddito patrimoniale, quindi, nella misura in cui il coniuge paga l’assegno consortile all’ex, nello stesso tempo, è tenuto a versare la quota del TFR che coincide con gli anni di matrimonio. 

Nella separazione i soldi del TFR spettano all’ex coniuge?

In questo caso l’organo giurisdizionale appare concorde nello stabilire che il principio su cui fonda la divisione della quota di TFR nasce se il matrimonio si scioglie, quindi, in presenza di divorzio.   

In sostanza, il giudice in presenza della separazione non può procedere con la liquidazione del 40% della quota del TFR. Ma, può tenere conto di tale parte per definire le condizioni economiche del coniuge obbligato al pagamento dell’assegno divorzile. 

Quale percentuale di TFR ha diritto di percepire l’ex coniuge come soldi quota?

Come spiegato innanzi all’ex coniuge spetta il 40% del TFR. La Corte di Cassazione ha chiarito che per il quantificare la quota del trattamento di fine rapporto, va considerato il contributo quanto maturato nel matrimonio. In giurisprudenza la durata del matrimonio appare particolarmente rilevante per la quantificazione dell’importo del TFR. In sostanza, nella durata del matrimonio viene incluso anche il periodo di separazione e, quindi, rientra anche il data relativa alla sentenza di divorzio. Per chiarire la quota di TFR che spetta all’ex coniuge, vi proponiamo un semplice esempio, quale:

Se in una coppia matura il trattamento di fine rapporto del valore di 50 mila euro in 40 anni lavorativi. Quanto spetta all’ex coniuge per un matrimonio durato 20 anni? Il conteggio è abbastanza semplice si dividono i 50.000 euro per il numero degli anni lavorati, ossia 40, per sapere la quota di ammortamento annuo che corrisponde a un importo di 1.250 euro. Tale importo va moltiplicato per i 20 anni di matrimonio, per un totale di 25.000, poi frazionato il 40% per un totale complessivo di 10.000 euro. 

Ricordiamo che la quota di TFR spettante all’ex coniuge è pari al 40% su circa la metà del TFR, per un ammontare che corrisponde a 10 mila euro. In presenza di un matrimonio contratto con il vincolo della separazione dei beni il TFR spetta solo al coniuge. 

Quando il TFR si prescrive con il divorzio? L’ex coniuge ha il diritto di ricevere una quota di TFR, tale diritto si prescrive dopo 10 anni dalla data in cui diventa attuale e azionabile. Nello specifico, dal passaggio in giudicato della sentenza di divorzio, ossia quando tale sentenza non può essere più impugnata. E, dalla riscossione del TFR. 

Chi eredita il soldi del TFR in caso di morte dell’ex coniuge?

In questo caso c’è distinzione tra separazione e divorzio. Infatti, con la separazione al coniuge superstite spettano sia la pensione di reversibilità che il TFR, (anche in presenza di separazione con addebito). 

Nel divorzio per ereditare il TFR e la pensione di reversibilità bisogna possedere i requisiti indicati innanzi, che danno il diritto alla quota di trattamento di fine rapporto. Nello stesso tempo, bisogna rilevare due possibili teorie. Una riguarda la non presenza di un secondo matrimonio contratto dall’ex coniuge defunto mentre, l’altra ipotesi riesamina la questione nel caso il defunto si sia risposato, quindi, riguarda un’eredità da spartire con uno o più coniugi.

Per la prima ipotesi tutto dovrebbe filare liscio, in quanto, l’ex coniuge superstite in possesso del diritto al TFR, accede anche al trattamento pensionistico. 

Nell’ipotesi in cui il coniuge defunto ha contratto un secondo matrimonio, l’ex coniuge per aver diritto alla pensione di reversibilità e al TFR deve presentare un’istanza dinanzi al Tribunale. Il giudice si occuperà di dividere le quote spettanti all’ex coniuge e, al coniuge del secondo matrimonio.  

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