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cronaca

Mangia del pesce e si sente male. Ricoverato, viene dimesso. Si aggrava e muore, aperta un’indagine

Fonte: corrieresalentino.it

CAMPI SALENTINA/COPERTINO (Lecce) – Non aveva problemi di salute nonostante l’età. E il 9 agosto, in compagnia dei suoi familiari, si era concesso una cena a base di pesce. Da quella sera, però, probabilmente per un’intossicazione alimentare, in appena 48 ore, le sue condizioni di salute si sono aggravate rapidamente fino al tragico epilogo. La Procura di Lecce ha aperto un’indagine sulla morte di Antonio Schilardi, imprenditore 72enne originario di Campi Salentina, deceduto l’11 agosto scorso nel reparto di rianimazione del “Vito Fazzi” dopo un primo ricovero presso l’ospedale di Copertino per una presunta intossicazione alimentare.

Il pubblico ministero Donatina Buffelli ha iscritto nel registro degli indagati i nomi di sei medici in servizio presso il “San Giuseppe” di Copertino che hanno tenuto in cura l’uomo ipotizzando l’accusa di omicidio colposo. Nella giornata di lunedì, il medico legale Alberto Tortorella effettuerà l’autopsia sul corpo dell’uomo per stabilire le cause della morte. All’accertamento saranno presenti anche i consulenti delle parti interessate al procedimento. A mettere in moto l’indagine è stata la denuncia sporta dai familiari dell’uomo assistiti dall’avvocato Cosimo Casaluci. Il 72enne, stando alla versione di parte, avrebbe mangiato del pesce in compagnia di familiari la sera del 9 agosto. Nella notte Schilardi avrebbe accusato scariche diarroiche con sanguinamento tanto da essere accompagnato presso l’ospedale di Copertino dove è stato trattenuto per alcune ore e curato con delle flebo. I medici, a dire dei familiari, non si sarebbero neppure accorti delle macchie di sangue sul letto. Dimesso intorno alle 8 del mattino del 10 nonostante le scariche proseguissero Schilardi è rimasto casa fino a sera per poi tornare in ospedale a causa degli stessi sintomi. Considerata la gravità della situazione è stato disposto il trasferimento del “Vito Fazzi” dove Schilardi è deceduto due ore dopo nel reparto di rianimazione. I familiari, in particolare, puntano il dito contro i medici perché avrebbero dimesso il proprio congiunto con un’emorragia in corso. Saranno ora gli approfondimenti disposti dalla Procura ad appurare se la morte di Schilardi debba rientrare nei cosiddetti casi di malasanità.Gli indagati sono difesi dall’avvocato Ester Nemola e d’ufficio da Pietro Viola.

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