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cronaca

L’omicida di Daniele ed Eleonora confessa. Su Fb i propositi di vendetta: “Non risolve il problema, ma ti soddisfa”

Fonte: corrieresalentino.it

LECCE – Ha confessato Antonio Giovanni De Marco, il 21enne di Casarano sottoposto a fermo di indiziato di delitto per il duplice omicidio dell’arbitro Daniele De Santis ed Eleonora Manta, trucidati a coltellate la sera del 21 settembre scorso nella loro abitazione al civico 2 di via Montello, quello che doveva essere il loro nido d’amore divenuto poi teatro del massacro. Il ragazzo ha confessato anche il negozio in cui ha acquistato l’arma del delitto.

Il giovane, studente universitario di Scienze Infermieristiche, a Lecce, è stato interrogato fino a notte fonda dal procuratore capo Leonardo Leone De Castris e dai pubblici ministeri Maria Consolata Moscettini ed Elsa Valeria Mignone, alla presenza dell’avvocato Andrea Starace, nominato come difensore d’ufficio.

Il legale, però, fornisce una versione più “morbida”, non confermando la confessione del giovane ma riferendo che abbia risposto alle domande degli inquirenti, mostrandosi molto provato per l’accaduto. Sul suo capo pende la pesantissima accusa di duplice omicidio aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà, oltre all’accusa di possesso ingiustificato di armi bianche. Domattina l’avvocato terrà un colloquio in carcere con l’omicida, sottoposto per ora a fermo di indiziato di delitto.

La furia omicida di De Marco sarebbe stata scatenata da un sentimento di vendetta, come lo stesso riportava sul suo profilo Facebook il 3 luglio scorso, pubblicando un post tratto dal blog “Universo psicologia” dal titolo “desiderio di vendetta”, stigmatizzando questo sentimento con il commento: “Un piatto da servire freddo… è vero che la vendetta non risolve il problema ma per pochi istanti ti senti soddisfatto”. Testo accompagnato da due faccine sorridenti.

Al momento il movente non è stato ancora individuato. Potrebbe essere stato lo “sfratto” da quell’abitazione di via Montello, dove omicida e vittime avevano convissuto prima della ristrutturazione dell’immobile in cui Daniele ed Eleonora avevano deciso di costruirsi insieme il futuro. Oppure da un sentimento non corrisposto nei confronti di uno di loro, sfociato in un piano brutale che prevedeva la loro morte dopo la tortura.

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