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“Inattendibili le accuse della donna”: la Corte d’Appello assolve marito accusato di violenza

Fonte: senzacolonnenews.it

SAN PIETRO VERNOTICO – La Corte d’Appello di Lecce, ribaltando la sentenza dei giudici di primo grado, ha assolto un uomo di San Pietro Vernotico dall’accusa di violenze fisiche e verbali nei confronti della donna: il racconto di quest’ultima sarebbe inattendibile.
La vicenda trae origine da ben tre denunce della donna per il reato di maltrattamenti a carico del compagno, consistiti in violenze fisiche, minacce di morte puntandole contro un fucile, schiaffi, pugni, calci e parole offensive, anche alla presenza della loro figlia minorenne, e tentata violenza privata. Tali episodi, a dire della donna, si sarebbero verificati per lunghi anni, esattamente dal 2006 al 2013. Durante il processo è stata svolta un’istruttoria lunga durante la quale sono stati ascoltati numerosi testi della Pubblica Accusa e dell’imputato, incluso militari delle Forze dell’Ordine.
Durante la sua deposizione, la donna in lacrime ha dipinto il compagno come uomo fortemente violento, aggressivo e dedito all’uso di alcol, un padre padrone che la maltrattava quotidianamente pretendendo che facesse la donna di casa senza rispettarla nel ruolo di compagna e madre. Il Tribunale, nel dicembre 2019, ritenendo assolutamente attendibile e credibile le dichiarazioni della donna, anche alla luce delle testimonianze dell’accusa, condannava l’uomo alla pena di anni 1 e mesi 3 di reclusione. Il difensore dell’uomo, l’avv. Ilaria Baldassarre, che da subito ha creduto nella piena innocenza del proprio assistito, ha proposto appello avverso la sentenza di condanna. Il legale, già durante l’arringa difensiva nel processo di primo grado aveva argomentato, sulla base delle prove raccolte, che tutto il racconto della donna non fosse credibile ma del tutto falso e studiato a tavolino e che la denuncia della donna fosse frutto dei pessimi rapporti che ella aveva con la famiglia di origine del compagno ma, soprattutto, di un meccanismo perverso messo in moto da questa per punire il proprio compagno per non aver voluto avanzare determinate pretese economiche in ambito di spartizione dell’eredità familiare così da poter lei giovarne, diventando proprietaria della stessa.
La Corte d’Appello, dinanzi alla quale si è celebrato il processo nella giornata di mercoledì, accogliendo le argomentazioni e le conclusioni della difesa, ha assolto l’uomo perché il fatto non sussiste, ritenendo così inattendibile la deposizione della donna. L’uomo, che dall’inizio della vicenda processuale si è professato innocente e vittima di un piano di vendetta messo in atto dalla ex compagna, fortemente provato durante gli anni in cui si è celebrato il processo per essere attinto da un’accusa per un reato fortemente stigmatizzato non solo sul piano giudiziario ma anche sociale, ha accolto questa pronuncia con grande soddisfazione e senso di liberazione.

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