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cronaca

Ragazzino costretto a inviare file audio con i suoni dei suoi atti di autoerotismo: indagato un uomo

Fonte: corrieresalentino.it

SALENTO – Obbliga un ragazzino a inviargli delle foto intime, a compiere atti di autoerotismo e inoltrargli un file audio con i suoni durante le sue performances. E, in un incontro tra i due, l’avrebbe abbracciato e baciato di persona. Un ragazzo, appena maggiorenne residente in comune del Basso Salento, è finito sotto inchiesta. Risponde delle accuse di pornografia minorile e atti sessuali con minorenne così come riportato nella richiesta di incidente probatorio a firma della pm Rosaria Petrolo (magistrato in servizio nel pool specializzato nei reati contro la persona e le fasce deboli). Indagine condotta dagli agenti della polizia postale di Lecce dopo la denuncia del padre della vittima: un ragazzino di neppure 16 anni.

I due si conoscono sui social come spesso accade in queste vicende. Il più grande prende per primo l’iniziativa. E da marzo fino a dicembre del 2020 costringe il minore a inviargli, ora su Instagram ora su Facebook, foto intime dapprima con semplici richieste e, successivamente, sotto minaccia di ritorsioni (come la pubblicazione di foto intime precedentemente ricevute) quando il ragazzino si opponeva. E lentamente ne conquista la sua fiducia. Le conversazioni proseguono. Si fanno sempre più continue e sfociano in colloqui a sfondo sessuale. Il più grande di fatto plagia il ragazzino e lo costringe a compiere atti di autoerotismo, a registrare i suoni e a inviargli il file audio. E prima del 10 dicembre 2020 i due si incontrano. Un abbraccio e poi dei baci: atti sessuali con minorenne per gli inquirenti.

La pm, titolare del fascicolo, non ha perso tempo alla luce del fatto che nei confronti dell’indagato sussistono gravi indizi di colpevolezza sulla base di tutti gli elementi contenuti nel fascicolo sulla scorta della comunicazione di notizia di reato redatta dagli agenti della polizia postale. La richiesta di incidente probatorio viene dettata dalla necessita di procedere con una perizia psicodiagnostica sulla persona offesa per accertare la sua capacità a testimoniare e per risalire ad eventuali altri comportamenti per altri episodi a carico dell’indagato.

In più l’incidente probatorio appare necessario per assicurare al più presto una fonte di prova alquanto mutevole, condizionabile e non rinviabile al dibattimento. D’altronde la persona offesa non ha neppure 16 anni e il suo vissuto è tale da renderlo soggetto particolarmente vulnerabile che sicuramente patirebbe un fortissimo stress dall’essere ascoltato nel corso dell’eventuale dibattimento. L’indagato è difeso dall’avvocata Maria Greco.

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