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cronaca

Ragazzina ubriacata e poi violentata nella camera di un hotel: a processo factotum della struttura

Fonte: corrieresalentino.it

GALLIPOLI (Lecce) – L’avrebbe trattata come una figlia facendole credere ingenuamente che di lui si poteva fidare per poi circuirla e violentarla dopo averla fatta ubriacare con sei bicchieri di Tequila in una stanza di una struttura turistica di Gallipoli dove il’uomo lavorava come factotum. Sul banco degli imputati comparirà Roberto Rapisarda, 56 anni, originario di Belpasso (comune in provincia di Catania), con un pedigree criminale alle spalle di tutto rispetto: condanne definitive per mafia, associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, rapina e altro.

Questa volta dovrà difendersi dall’accusa di violenza sessuale aggravata dall’uso di sostanze alcoliche, per motivi abietti, per abuso di ospitalità, nonché perché la vittima aveva meno di 18 anni e per avere ostacolato i suoi tentativi di difendersi, Davanti al gup Alcide Maritati, Rapisarda ha chiesto e ottenuto di essere giudicato in abbreviato condizionato da una perizia psichiatrica. Il prossimo 16 settembre sarà conferito incarico allo psichiatra Domenico Suma mentre i genitori della ragazzina, residente in una città del Nord e d’estate di casa a Gallipoli, si sono costituiti parte civile con l’avvocato Luigi Covella.

Rapisarda è sempre detenuto dall’agosto del 2020 sulla base di un fermo di pg disposto dal pm Luigi Mastroniani, titolare del fascicolo d’indagine e poi convalidato dalla gip Cinzia Vergine. L’uomo, racconta l’inchiesta condotta dagli agenti del Commissariato di Gallipoli, diretti dal vice questore Monica Sammati, l’avrebbe violentata in una stanza dell’hotel dopo averla soggiogata e convinta che di lui, la ragazzina si poteva fidare. Le avrebbe promesso mari e monti; le avrebbe garantito amore e protezione promettendole di portarla in discoteca di nascosto dai genitori. Le faceva piccoli regalini: magliette, bevande e quei cibi che più le piacevano. E la adulava con messaggi (come verificato da una consulenza sui telefoni eseguita dall’ingegnera informatica Tania De Benedittis).

E poi le aveva promesso di acquistare un costume da bagno che tanto le piaceva e che i suoi genitori non volevano comprarle. E poi c’era lo spessore criminale di cui andava fiero e del quale ostentava tutta la pericolosità quando doveva rassicurare la ragazza sulle sue intenzioni.  Di fatto, la ragazza ha poi confermato le accuse nel corso di un incidente probatorio che si è celebrato in una località del nord Italia cristallizzando il quadro probatorio che ha convinto gli inquirenti a chiedere il rinvio a giudizio dell’uomo difeso dall’avvocata Francesca Conte.

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