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Sanremo…un nuovo inizio ( si spera).

Si è concluso da qualche giorno il Festival di Sanremo, un festival che va oltre le barriere tra le generazioni: al secondo posto si classifica Elisa, con O forse sei tu; al terzo l’eterno ragazzo Gianni Morandi con Apri tutte le porte, scritto per lui da Lorenzo Jovanotti. Nell’ultima serata a rendere luminoso ed immenso il palco è stata la presenza di Sabrina Ferilli, che ha raccontato la sua storia, e rivendicato in nome di Calvino una scelta di leggerezza che “non è sinonimo superficialità”. La finale del Festival ha ottenuto su Rai1 (dalle 21.22 all’1.48) 13 milioni 380 mila telespettatori pari al 64.9%. L’anno scorso l’ultima serata del festival aveva fatto segnare in media 9 milioni 970 mila telespettatori con il 54.4% di share; come dare torto a questi risultati, prodotti sicuramente da uno spettacolo variegato sia nel genere musicale che in performance artistiche in generale, poi i generi affrontati, le armonie utilizzate nei brani, i temi trattati possono o meno piacere ai diversi critici e pronti a sottolineare comunque il loro disappunto ma credo fermamente che anche nella selezione dei cantanti, sia stata utilizzata una determinata strategia. Amadeus è un uomo istituzionale, ben conosce i meccanismi che governano lo share e i palinsesti, quindi, complice una resa incondizionata della concorrenza, ha puntato tutto su un folto gruppo di artisti che proprio ai fruitori di dette piattaforme potevano piacere, fregandosene dello spettatore medio di Rai 1. Ha giusto piazzato lì, tre grandi della musica italiana come Gianni Morandi, che comunque è fortissimo sui social lo abbiamo ben visto, Jovanotti, vero testimonial della Generazione X e volendo dei boomer, Iva Zanicchi e Massimo Ranieri, ha puntato ai millennial e ai giovanissimi. Penso però cha la vincitrice (anche se classificata al secondo posto) indiscussa sia stata Elisa . Quest’anno ha deciso di tornare al Festival, dopo ventuno anni dalla sua vittoria con Luce e lo ha fatto con un bel brano che richiama a un mondo fiabesco, disneyano. Qualcosa di magico, quindi, e a tratti anche di epico. In questo caso di emozioni ne sono arrivate, semplici, certo, ma autentiche. Tantissime; la canzone classificatasi al primoMahmood & Blanco ‘Brividi’ sembra andare controcorrente rispetto al mainstream generazionale. È moderno nella vocalità, giocata molto sui falsetti e alcuni controcanti non banali, ma nondimeno ha un impianto “romantico” tradizionale, con tappeti sonori prodotti dalla sezione “archi” dell’ottima orchestra Rai, integrata al solito da alcuni elementi esterni e da bravissimi vocalist, per quanto riguarda il fattore armonico farei esprimere i miei colleghi molto più puntigliosi di me.; al terzo posto la canzone “Apri tutte le porte”, scritta da Jovanotti e prodotta da Mousse T, diventato un tormentone, un brano che sa di musica leggera e di pop. Un brano che è subito diventato un tormentone, un brano che sa di musica leggera e di pop. Questo è stato un Festival, insolito, abbraccio tra Mahmood e Blanco dopo la vittoria, quello tra Gianni Morandi e Jovanotti durante la serata delle cover. Quello tra Amadeus e Damiano dei Måneskin, che dopo aver cantato Coraline si commuove. E ancora: l’abbraccio tra Sabrina Ferilli e il figlio del conduttore, 13 anni, che ha detto al papà di chiamare come co-conduttrice l’attrice perché «piace a tutti i suoi amici». Gli abbracci tra Highsnob e Hu a fine esibizione, quelli di Emma e Francesca Michielin. Nell’edizione 72 Sanremo riscopre i piccoli gesti, come il tenersi per mano, che per colpa della pandemia avevamo dimenticato. È il Festival della (quasi) normalità, con il pubblico finalmente in sala (l’anno scorso il Covid lasciò il teatro vuoto). Un pubblico che vuole divertirsi, che balla, salta, canta a squarciagola, che prova a divertirsi e non pensare, perchè la musica ti permette questo…di estraniarsi e vivere la vita come vorremmo. Forse e dico forse è stato il Festival della ripartenza soprattutto per gli artisti che per troppo tempo sono rimasti in panchina.

M. Rosanna Volpe

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