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Perché tanta violenza al giorno d’oggi…(c’è speranza per invertire la rotta?)

Sembra che ormai ci sia un adattamento diffuso all’annuncio quasi quotidiano, a mezzo Radio, Tv e Giornali di fatti delittuosi e di violenza in genere. E la cosa più grave, a modesto parere, è che si sta instaurando in ogni Persona una sorta di rassegnazione, che va sempre in direzione del peggio. Tale realtà è resa ancora più dolorosa dalla circostanza che, dal commettere questi fatti così deleteri, sembra non sia esclusa alcuna categoria o posizione di carattere economico/sociale; come pure non pare ci sia distinzione fra giovani o adulti che in maniera collettiva o individuale protendono ad essere aggressivi. Sarebbe troppo lungo l’elenco di quanto in passato già accaduto e non basterebbe l’intero foglio scritto a riportare tutto, ma con angosciante semplicità ti va di chiederti: com’è che il genere umano
sembra avere sempre più questo bisogno assoluto di violenza, di sangue e di distruzione? Perché dobbiamo essere costretti a vivere questi tempi dominati dalla paura costante che un giorno o l’altro può accadere qualcosa di brutto, tanto che pure in condizioni di normalità non si riesce a stare sereni. Quando Papa Francesco ha rivolto il suo preoccupato pensiero alle tante “guerre a pezzi”, non ha esitato a parlare anche di “sconfitta dell’umanità” e questo perché non si riesce a comprendere tutto quanto accade, dopo che la storia ci ricorda e ci riporta ad un recente passato dominato da due guerre mondiali che ha falcidiato milioni di vite umane, oltre allo scempio materiale su luoghi, paesi e città. Mentre scrivo queste modeste riflessioni, m’accompagna in sottofondo il notiziario della televisione che racconta l’epilogo dell’ennesima violenza ad una giovanissima donna, la povera Giulia Cecchettin, e ancora ti chiedi com’è possibile assistere impotenti a questi scempi e com’è possibile che un essere umano debba subire ogni sorta di umiliazione e di violenza solo perché “donna”. Perché a questi “super uomini” non è concesso pensare che quelle donne non sono “loro esclusiva proprietà” e che potrebbero essere le loro sorelle o le loro madri. Di fronte a questi
imperdonabili comportamenti ti viene spontaneo pensare che la c.d. società moderna è destinata a sprofondare sempre più nel degrado totale, eppure si ha voglia a sperare che ancora ci sia una stragrande maggioranza di popolazione della nostra troppo bistrattata Italia, compresa quella dei Paesi che abitiamo, sana e salda nei principi morali.
D’altronde non si spiegherebbe il suo progredire pur difficoltoso, nonostante la presenza di tanti episodi violenti che vorrebbero di fatto imporre la loro logica di disordine e disprezzo per tutto ciò che è normale civiltà. Anche per questo non è tempo di rassegnazione o ancor peggio di accettazione di logiche contrarie alla morale e credo che ciò può avvenire se ogni Persona, nella mente e nel cuore riesce a fare spazio affinché possa entrarvi il sentimento del bello e del bene. A volte da soli, ma anche in concorso con tutto il corpo attivo e adulto della società civile, e penso ai genitori, agli insegnanti della scuola di ogni ordine e grado, ai Ministri della Chiesa, alla gente che produce cultura o che fa spettacolo, ecc. ecc.. Ogni uomo/donna, con già alle spalle un buon pezzo di vita vissuta, in ogni azione si
dovrebbe sempre ricordare che i “bambini ci guardano”, per dirla col titolo di un vecchio e famoso film. E poi, ma più di tutto, la Famiglia, questa sempre più “illustre sconosciuta”, dove potersi ristorare l’animo e guardarsi negli occhi con rispetto reciproco per poter sapientemente accompagnare i figli nel loro cammino di crescita. Solo vivendo in un contesto famigliare pacifico e con tanto amore elargito, che non sia solo di beni materiali, può educare una
giovane vita all’osservanza delle regole sociali, al piacere della vera pace ed al rispetto degli altri. Sarà pure un concetto che ai più può suonare infantile ed inutile, eppure è innegabile che prima di guardare alla pace nel mondo, bisogna volerla dentro di noi per poi donarla al nostro prossimo più vicino, per tentare di sconfiggere ogni forma di violenza dell’oggi e del domani.
Nicola Muscogiuri

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