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cronaca

STRAGE DI OPERAI

Stamattina ho letto di una strage sul lavoro a Casteldaccia in Sicilia. 5 operai morti, un ricoverato gravissimo e un altro meno grave.

Si tratta di storie di Uomini morti sul lavoro. Ancora una volta. Ancora qualcosa di inaccettabile.

Piccoli grandi eroi che perdono la vita, come è accaduto pochi giorni fa a Brindisi, immolati sull’altare del lavoro e del bisogno. E’ inaccettabile che si possa morire di lavoro e per il lavoro a 71 anni, quanto ne aveva uno dei morti in Sicilia.

In un paese che si dice civile, in un paese dove da più parti si difendono i diritti dei più deboli, non è umanamente e razionalmente accettabile che si muoia di lavoro.

Non ha importanza il luogo e il nome, non hanno importanza le cause, hanno importanza quelle vite spezzate, quelle famiglie distrutte, quell’andare per bisogno a lavorare anche a 71 anni, calandosi in un impianto fognario e morire asfissiati, come è accaduto in quel paesino Siciliano, come è accaduto su quell’impianto del zuccherificio di Brindisi.

Lì si voglio mettere il nome, Vincenzo Valente, era legato a Torre da vincoli di sangue. Sua madre era ed è torrese e legami famigliari fanno sentire più vicino il dolore.

Ma la vicinanza del dolore lega con più forza Latiano, Torre, Brindisi alla Sicilia, a Casteldaccia.

Tutto diventa un percorso di dolore che dovrebbe prendere tutti noi, in qualsiasi posizione sociale viviamo questo viaggio della vita.

Fra qualche giorno non si parlerà più di quelle morti, io vorrei che se ne parlasse e rimanesse chiaro e fermo il ricordo di quegli eroi e si guardasse a loro come momento anche di riflessione sulle assenze di ognuno di noi dalla vita degli altri, e non a piangerli soltanto quando leggiamo e sentiamo delle loro morti.

uccio Missere

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