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ASSOLTI DUE AGENTI DI POLIZIA PENITENZIARIA

 

Il fatto non sussiste”. Due poliziotti penitenziari in servizio presso la casa circondariale di Brindisi sono stati assolti dalle accuse di falso, abuso d’ufficio, minacce e violenza. La sentenza è stata emessa dal Tribunale di Brindisi in composizione monocratica (Chiarelli, Biondi, Nestore). Si tratta di Fernando di Maggio, 45 anni di Martano ed Enrico Espedito 48 anni di Latiano. Erano stati denunciati da un detenuto. Secondo quanto ipotizzato dalla procura i due avevano indotto a falsificare, attraverso l’inconsapevole intermediazione di un detenuto, 25 domande per l’acquisto di altrettante radioline che sarebbe dovuto avvenire, stando a quanto dichiarato, all’interno dello spaccio della casa circondariale di Brindisi e che invece stava per essere effettuato altrove, “in un negozio di loro fiducia e al di fuori di ogni controllo da parte della direzione della casa circondariale” con addebito sul conto corrente di cui ognuno dei detenuti è titolare per le compere nel cosiddetto ‘sopravvitto’, interno all’istituto. Tale presunto illecito, sempre secondo l’impostazione dell’accusa, avrebbe consentito loro di “procurarsi il vantaggio patrimoniale conseguente all’acquisto”.

I due erano imputati anche per aver indotto una delle persone recluse a macchiarsi del reato di autocalunnia. I fatti risalgono al 2012. Le contestazioni sono nello specifico di aver “tratto in inganno un detenuto e abusando dei propri poteri di averlo persuaso a falsificare 25 domande di autorizzazione all’acquisto di radioline presso un negozio di sua fiducia e al di fuori di ogni controllo da parte della direzione della casa circondariale”. Per aver “tratto in inganno un assistente capo e un ispettore, al cui controllo sottoponeva le domande”. Per aver “tentato di costringere un detenuto a commettere il reato di autocalunnia”. Più in particolare “nell’anzidetta qualità poneva in essere le seguente illecite condotte: dava incarico al detenuto lavorante C.A, di individuare i detenuti interessati all’acquisto di radioline e, una volta accertato che 25 erano interessati all’acquisto, gli consegnava altrettanti moduli di domanda in bianco affinché li compilasse e li sottoscrivesse al posto dei singoli detenuti”.

Una volta compilate le 25 domande d’acquisto annotava su ciascuna di esse l’ammontare del fondo disponibile sul conto corrente di cui ogni detenuto era titolare e ciò faceva indebitamente, trattandosi di adempimento di competenza esclusiva del personale addetto all’ufficio conti correnti”.

Le indagini si erano chiuse nel 2013. Il processo è iniziato l’anno successivo ed è durato circa due anni. Sono stati entrambi sottoposti per effetto della denuncia a procedimento disciplinare.

I poliziotti penitenziari si sono affidati alla difesa dell’avvocato Raffaele Missere che ha battagliato per dimostrarne l’estraneità ai fatti e che venerdì scorso, nel corso dell’ultima udienza, ne ha chiesto e ottenuto l’assoluzione con formula piena.

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