la voce a Sud

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dal direttore

COINCIDENZE e CONVERGENZE NELLA STORIA DI QUESTO NOSTRO PAESE.

 

Prima Puntata.

 

Perchè i giovani sappiano.

 

Sento la necessità di dare un contributo per chiarire una vicenda che ha determinato lo sfacelo dell’economia e del bilancio dell’amministrazione del nostro Comune e che sarà per anni la causa di privazione di servizi e aumento delle tasse per i torresi.

Tutti i cittadini torresi hanno il diritto di sapere. Ed in particolare io devo rispondere al rappresentante dei grillini di Torre che, più volte, mi ha chiesto di fare i nomi. Sono convinto che non è necessario fare i nomi ma è necessario fare chiarezza in modo obiettivo.

E’ opportuno rappresentare alcune verità di un passato che è documentato nei verbali dei Consigli comunali di cui sono stato membro.

Non prima di sottolineare come vi siano delle COINCIDENZE tra i fatti e gli atti del passato con INTERPRETAZIONI E RUOLI di certi consiglieri dimissionari di oggi.

I debiti fuori bilancio rinvengono da occupazioni di terreni di privati tra cui i terreni di proprietà Leo, Nigro e Stasi. Conseguenza di iniziative delle amministrazioni di centro sinistra a cavallo tra la fine degli anni settanta e l’inizio degli anni ottanta. Sindaci comunisti e democristiani, alcuni dei quali ormai defunti.

Il progetto sponsorizzato dagli allora assessori socialisti prevedeva, tra l’altro, la realizzazione di un fantasioso giardino dell’Eden che doveva sorgere su quei terreni e comprendeva financo, udite udite, un lago artificiale. Altri terreni furono occupati per la realizzazione di zone di edilizia economica popolare. L’Ufficio tecnico era retto dal Geometra Pietro Santoro che, ormai, è andato in pensione da quasi venti anni.

La legge in materia prevedeva e prevede che all’occupazione facesse seguito la procedura di esproprio. Se ciò fosse stato fatto, il Comune avrebbe dovuto solo pagare la indennità di esproprio per pubblica utilità. L’occupazione dei terreni degli eredi Stasi ebbe ad essere realizzata con atto dell’8 giugno 1985. Quello dei Leo – Nigro era avvenuta anni prima.

Le intervenute sentenze, in vari gradi ed in vari giudizi, hanno stabilito che non vi fu procedura di esproprio di alcun tipo. In conseguenza di quella colpevole omissione, secondo quelle sentenze, il Comune di Torre è stato riconosciuto responsabile di occupazione senza titolo e condannato a pagare non solo la indennità di esproprio, che sarebbe costata pochi milioni delle vecchie lire, ma somme stratosferiche per i danni provocati ai proprietari.

Per tutti gli anni che ho svolto la funzione di consigliere comunale, sono stato sempre all’opposizione, fatta eccezione per gli ultimi mesi della seconda amministrazione Frioli, conseguente la fusione che dette origine al PDL. Non ho mai chiesto incarichi di governo o deleghe, ero semplice consigliere comunale.

In occasione delle annuali approvazioni dei bilanci, ho sempre prima invitato le amministrazioni a regolarizzare i bilanci, poi denunciato l’assenza di capitoli che prevedessero un accantonamento per l’esproprio e poi denunciato la falsità sostanziale di quegli atti di bilancio con l’aiuto e l’appoggio di Michele Saccomanno, Amodio Calò e gli altri consiglieri della mia parte politica.

Gridavo che i nostri figli avrebbero pagato quegli errori, ma inutilmente. Si avvertiva la volontà di non riportare tutto nella legalità, quasi che qualcuno avesse interessi a far pagare di più al Comune per avvantaggiare i privati proprietari. Chiesi che gli atti fossero inviati alla Procura della Corte dei Conti che, udite udite, rispose, sostanzialmente, che fino a quando le sentenze non fossero divenute definitive non potevano intervenire. Dimenticando, la Procura della Magistratura Contabile, che in Italia anche le sentenze di primo e secondo grado sono eseguibili. Come a dire, prima deve realizzarsi il disastro e poi interverremo. E dimenticando i doveri di indirizzo che sono diversi dall’azione di responsabilità.

La mia iniziativa di protesta vi fu anche quando era Sindaco il dottor Pompeo Petarra e assessore l’avvocato Adolfo Rini.

L’amministrazione Petarra finì perchè consiglieri della sua maggioranza si dimisero unitamente a quelli della opposizione. Io, in disaccordo con le forze di centrodestra, sino alle quattro di una notte a Brindisi, che non scorderò mai, mi rifiutavo di fiancheggiare i consiglieri di Petarra che ordivano per la sua decadenza. Poi dovetti rispettare gli ordini del Segretario politico dell’allora MSI DN e firmai anche io le dimissioni, ma non mi candidai più con liste di centrodestra.

Fui di nuovo Consigliere nella Consigliatura dal 2005 al 2010, sempre all’opposizione in una lista civica che era capeggiata dall’Avvocato Costantino Perrucci. Devo dire che in quegli anni, Sindaco Frioli, si riuscì a realizzare transazioni con la famiglia Leo, Sanasi e Nigro e si evitarono danni peggiori. Rimasero in piedi i giudizi con gli eredi Stasi e l’ingegner Leo deceduto poco tempo fa. Durante quella consigliatura ebbi scontri verbali che sono documentati dagli atti perchè c’era qualcuno che ancora non intendeva rimediare al disastro. Tant’è che osteggiai gli appelli delle sentenze di primo grado e iniziative giudiziarie che ritenevo dannose, in quanto facevano solo lievitare spese e debito. La Corte di Appello di Lecce, infatti, accolse gli appelli incidentali dei proprietari.

Sino ad oggi fra transazioni, debiti e spese legali a pagarsi credo che siamo arrivati a circa CINQUEMILIONI DI EURO e vi è ancora un giudizio pendente in Cassazione. Ciò a fronte di un’indennità di esproprio che sarebbe costata poche centinaia di milioni delle vecchie lire.

Dicevano che non capivo, mentre io li imploravo affinchè tutto fosse iscritto nei bilanci, quantomeno come previsione di spesa per espropri in modo corretto e secondo le leggi della contabilità pubblica.

Durante la Amministrazione Galasso, lo devo dire per onore della verità, quella maggioranza si impegnò in tutti i modi per rimettere ordine ai bilanci e per eliminare i contenziosi, non si riuscì ad eliminare i contenziosi. Costantino Galasso, mia figlia Serena fino a quando fece parte di quella maggioranza, l’Assessore Versienti ed io personalmente ci impegnammo in, purtroppo, infruttuose iniziative ed incontri perchè eravamo convinti, lo erano anche tutti gli altri assessori, che quella era la tomba del nostro Comune.

Le sentenze, intanto, divenivano definitive e si è giunti al baratro ereditato dalla Amministrazione Saccomanno. Pignoramenti, Ufficiali Giudiziari, spese ed interessi.

In questa mia battaglia di venti anni, l’unico che era d’accordo con me, oltre ai consiglieri del mio gruppo, è stato Michele Saccomanno anche quando i rapporti tra me e lui erano inesistenti.

Fu contro di me e della mia richiesta un tal ex consigliere regionale del partito che oggi, per il tramite del suo segretario provinciale, plaude ed è felice del prossimo stato di dissesto del nostro Comune. Diceva quel consigliere che, se non divenivano definitive le sentenze, nulla era certo.

L’Amministrazione Saccomanno, nei modi di legge, ha realizzato gli opportuni atti utili per portare a conoscenza della Magistratura contabile l’intera vicenda. Spero che, almeno ora, si faccia giustizia e i responsabili dell’originario errore paghino le conseguenze.

Due ex Sindaci, ultimamente, sono stati condannati, unitamente a quel geometra in pensione, a pagare al Comune somme per una vicenda simile, ma di valore irrisorio rispetto a questa. Ho notizia che uno dei Sindaci ha interamente pagato secondo sentenza della Corte dei Conti.

Ma il problema nello immediato, viste le lungaggini di tali procedure, era ed è, o mutualizzare a lungo termine i debiti cercando con transazioni di diminuire i debito o dichiarare lo stato di dissesto.

 

E qui le coincidenze. Tra i sottoscrittori delle dimissioni che hanno portato alla sospensione del Consiglio Comunale vi è anche chi da Sindaco e da consigliere comunale non accolse l’invito mio e del mio gruppo a regolarizzare contabilmente riconoscendo nei bilanci i debiti. Ciò avrebbe consentito l’accesso a finanziamenti previsti proprio per gli espropri per pubblica utilità.

Oggi dicono che si sono dimessi perchè il Sindaco Saccomanno voleva pagare quei debiti accendendo dei mutui.

Conseguenza di questo comportamento scellerato sarà la dichiarazione dello stato di dissesto che vedrà la funzione amministrativa di spesa del nostro Comune commissariata per anni.

In conseguenza di tanto, vi saranno aumenti delle tasse e diminuzioni dei servizi e conseguente possibile perdita di posti di lavoro. Leggasi, lavoratori socialmente utili, operatori ecologici ecc.

Chiunque voglia chiedermi i verbali dei Consigli Comunali di quegli anni, anche quelli di quando era Sindaco il ragionier dottor Pompeo Petarra, vessillifero degli odierni dimissionari, può farlo, sarò pronto a farne migliaia di copie, ove necessario. Tutti i cittadini possono chiedere copia dei bilanci, degli atti di causa e delle sentenze presso gli Uffici Comunali.

 

Questa è la prima puntata di una storia che va raccontata ai nostri Figli, ai Giovani di qualsiasi colore politico perchè sappiano.

 

Nelle prossime puntate potremo parlare di adesioni al Consorzio Appia Antica, contratti per la raccolta e lo smaltimento di rifiuti solidi urbani, di forni crematori, piscine, chioschi ecc., di tante spese senza determine e /o delibere.

Sono pronto ad incontri pubblici con chi ha responsabilità incancellabili e si senta offeso dalla VERITA’.

Credetemi, oggi potrei dire: sono contento, avevo ragione, invece no. Sono ancor più amareggiato di come lo ero in quegli anni. Si era sulla buona strada per risolvere un problema (IL PROBLEMA). Ancora una volta c’è stato chi, dimettendosi, non ha voluto che il problema fosse risolto, danneggiando così Torre e il futuro dei nostri figli.

 

Uccio Missere

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