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cronaca

Lavoratori sfruttati in un campo di angurie di Nardò: arrestato imprenditore agricolo

fonte trmnews.it

NARDO’- Sfruttamento di manodopera approfittando dello stato di bisogno in cui si trovavano i 5 tunisini impiegati nel suo campo di angurie a Nardò. Tutti monoreddito e con famiglie a carico. Con questa accusa è finito ai domiciliari un imprenditore agricolo neretino, Antonio Leopizzi, 37enne.Per i braccianti, costretti a lavorare per 10 ore di fila sotto il sole con una paga di 1 euro e 40 per ogni quintale di angurie raccolte, condizioni lavorative al limite. Sono stati i carabinieri di Gallipoli a documentare lo sfruttamento con ripetuti servizi di osservazione, controllo e pedinamento, con video e foto, raccogliendo anche le dichiarazioni dei braccianti.

Gli operai avevano prestato ininterrottamente attività lavorativa per la raccolta angurie dal 17 giugno sino al 2 luglio. Questo in violazione dei contratti collettivi nazionali e territoriali, non rispettando peraltro l’ordinanza sindacale del comune neretino, in virtù della quale è proibito lavorare sui campi agricoli dalle ore 12:30 alle ore 16:30 dal 21 giugno al 31 agosto. In queste immagini il casolare nel quale vivevano durante le brevi soste. Una masseria di proprietà del padre dell’arrestato con alloggi pericolanti. Per contrastare il fenomeno il Comando Provinciale dei Carabinieri di Lecce aveva costituito una Task Force composta da militari del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo, personale delle Stazioni Carabinieri con l’ausilio di personale specializzato del N.I.L. (Nucleo Ispettorato Carabinieri). L’imprenditore, arrestato su disposizione del pm Paola Gugliemi, è il presidente del Consiglio di Amministrazione di un’azienda agricola del posto. I Carabinieri hanno accertato il mancato rispetto delle norme di sicurezza ed igiene nei luoghi di lavoro: senza alcun dispositivo di protezione (guanti, scarpe, pantaloni anti strappo etc.), anzi erano costretti a procurarseli autonomamente. Erano assenti i bagni chimici nei luoghi di lavoro, le visite mediche, i corsi di formazione. Uno dei braccianti aveva raccontato di aver subito qualche giorno fa uno strappo muscolare alla schiena. L’immobile è stato sequestrato. I carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato un documento di 3 pagine scritto con un computer, riportante le varie giornate lavorative e la metodologia di pagamento, ovvero a cottimo, unitamente ad un quaderno adibito a libro paga dei braccianti. Il pm chiederà presto la convalida dell’arresto al gip.

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