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cronaca

Monopoli, furbetti del cartellino in ospedale: 13 arresti e 46 indagati. Coinvolti 18 medici, tutti i nomi

Assenteismo diffuso all’ospedale San Giacomo. In 20 colpiti dal provvedimento dell’obbligo di dimora, tra cui 9 medici

fonte lagazzettadelmezzogiorno.it

Saranno interrogati lunedì e martedì prossimi, 22 e 23 luglio, i 33 indagati dalla Procura di Bari sottoposti ieri a misura cautelare per presunti casi di assenteismo all’ospedale ‘San Giacomo’ di Monopoli. Tredici di loro, tra i quali 9 medici di cui 7 primari di reparto, sono attualmente agli arresti domiciliari. Altri venti, tra i quali nove medici, sono sottoposti a obbligo di dimora. Agli indagati sono contestati, a vario titolo, i reati di truffa aggravata alla Asl di Bari e falso. Stando alle indagini dei Carabinieri, coordinati dalla pm Chiara Giordano Procura di Bari, medici, infermieri, operatori tecnici, amministrativi e ausiliari si sarebbero assentati nell’arco di 4 mesi, da ottobre 2018 a gennaio 2019, senza timbrare il cartellino o facendolo timbrare a colleghi e familiari compiacenti, sottraendo circa 660 ore di servizio all’ospedale.

Gli accertamenti, grazie a videoriprese e pedinamenti, hanno documentato che gli indagati uscivano per andare a sbrigare faccende personali, dallo shopping a commissioni in ufficio postale, da pause caffè a gite nelle case al mare. Nell’ordinanza di arresto il gip del Tribunale di Bari Antonella Cafagna, dinanzi alla quale nei prossimi giorni gli indagati potranno difendersi fornendo le proprie spiegazioni, ha definito il fenomeno dell’assenteismo di «particolare allarme sociale», parlando di «spregiudicatezza» e «indifferenza» nei comportamenti degli indagati, i quali, così, «hanno messo a rischio la salute pubblica».

I FATTI – Un caso di diffuso assenteismo è stato scoperto nell’ospedale civile san Giacomo di Monopoli (Bari) dai carabinieri che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti di 13 persone e provvedimenti di obbligo di dimora nei confronti di 20 dipendenti. Tra i coinvolti ci sono 18 medici tra cui 7 primari. 

Sono 46 in tutto gli indagati per concorso in truffa aggravata ai danni dello Stato commessa in violazione dei doveri inerenti un pubblico servizio, false attestazioni e certificazioni sulla propria presenza in servizio commesse da dipendente della pubblica amministrazione, falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico e peculato. I provvedimenti cautelari sono stati emessi dal gip del Tribunale di Bari, Antonella Cafagna. L’indagine è nata da segnalazioni ai carabinieri di Monopoli da parte di cittadini che lamentavano disservizi in ospedale. 

Gli accertamenti, coordinati dal procuratore aggiunto Lino Giorgio Bruno e dal sostituto Chiara Giordano, hanno consentito di ricostruire le modalità con le quali gli indagati si assentavano fino ad alcune ore, grazie a false registrazioni dell’entrata e dell’uscita, facendo cioè timbrare il proprio cartellino a familiari, colleghi o conoscenti. In alcuni casi giustificavano, con false dichiarazioni, la mancata registrazione per «avaria della scheda, dimenticanza, smarrimento». A tre autisti di ambulanza arrestati è contestato il reato di peculato per aver utilizzato i mezzi di servizio “per fini diversi da quelli istituzionali”. In quattro mesi, secondo l’accusa, sarebbero state “sottratte” 660 ore di servizio in totale da parte degli indagati.

I NOMI DEI COINVOLTI: Provvedimenti di arresti domiciliari sono stati eseguiti nei confronti di: Angelamaria Todisco, nata a Monopoli 64 anni, responsabile del servizio trasfusionale, Gianluigi Di Giulio nato a Potenza, anni 55, primario della radiodiagnostica, Girolamo Moretti , nato a Monopoli di 46 anni, dirigente medico del Reparto di Radiodiagnostica, Rinaldo Dibello nato a Monopoli, 58 anni primario della gastroenterologia, Egidio Dalena, nato a Monopoli di 58 anni, primario dell’otorinolaringoiatria, Vincenzo Lopriore, nato a Monopoli, 62 anni, primario della cardiologia, Sabino Santamato nato a Bari,  64 anni, primario della ginecologia e il suo aiuto Leonardo Renna, nato a Locorotondo 65 anni, i dipendenti Antonio Bosio di Rodi Garganico di 51 anni, Anna Pellegrino di Polignano a Mare 60enne, Giancarlo Sardano di Monopoli di 62 anni e l’infermiera 50enne Giuseppa Meuli di Fasano. Una tredicesima persona, un medico, è all’estero e sta tornando in Italia.

Gli obblighi di dimora riguardano Anna Consiglia Scardigno, nata a Ruvo di Puglia, 51 anni, medico di chirurgia, Angela Pantaleo, nata a Fasano 57 anni, medico di medicina, Cosimo Marasciulo nato a Bari, 60enne, medico di ginecologia, Marilena Matarrese nata a Massafra 40 anni, medico del servizio immunotrasfusionale, Francesco Paolo Di Taranto nato a Foggia, di 38 anni, medico di otorinolaringoiatria, Giuseppe Cappelli nato a Bari, di 63 anni, medico della sorveglianza sanitaria, Fulvio D’Onghia di Castellana Grotte di 45 anni, medico ortopedico, Francesco Fino di Monopoli 49 anni, medico cardiologo, Domenico Limitone  di Bari, 63 anni, medico urologo, gli infermieri Rosa Bianco di Torino 58 anni, Concetta De Rinaldis, nata a Zurigo di 53 anni, Pasquale Lacasella di Bari 63enne, Carmela De Laurentis nata a Monopoli di 59 anni, gli operatori tecnici Erasmo Lobefaro di Santeramo in Colle 50 anni, Francesco Fratella di Conversano di 62 anni, Gianfranco Brescia di Monopoli di 57 anni, Sante Palmisano di Fasano di 54 anni. Agli ultimi tre è contestato anche il peculato.

Obblighi di dimora anche per il medico Marco Sperti, nato a Taranto 46 anni, dell’ortopedia del San Paolo di Bari, marito della Matarrese, l’infermiera Margherita Mezzapesa nata a Castellana Grotte di 46 anni e il parcheggiatore abusivo dell’ospedale, Carlo Battaglia di Monopoli di 55 anni.

EMILIANO: DENUNCIARE ASSENTEISMO UNICO MODO PER COMBATTERLO – «Le Asl stanno collaborando da tempo con la Magistratura e le Forze dell’ordine per stanare i casi di assenteismo diffuso che purtroppo, alla luce delle indagini, sono ancora tanti – dichiara il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano – Abbiamo anche dato vita a un nucleo ispettivo che segnala automaticamente alla Procura e alla Corte dei conti tutti i casi denunciati alle strutture o anche a me personalmente. Il nucleo ha svolto delle ispezioni anche sull’ospedale di Monopoli, i cui esiti sono stati trasmessi alle autorità competenti.

Oggi tredici persone sono state arrestate nell’ospedale di Monopoli. Partiranno contestualmente i procedimenti disciplinari e, dove accertate le accuse, i relativi licenziamenti nel rispetto dalla legge. Così come auspico che, se ci sono persone estranee ai fatti contestati, possano rapidamente chiarire la loro posizione. Per quanto doloroso possa essere, l’accertamento della verità e l’assunzione di responsabilità da parte di tutti, a cominciare da chi è dipendente pubblico e si occupa della cura delle altre persone, è un passo necessario e fondamentale per migliorare le cose.

E tengo anche a dire che chi si comporta male danneggia anche i tantissimi lavoratori diligenti e onesti, che sono la stragrande maggioranza, che ogni giorno sono al servizio della comunità. Questi ultimi devono denunciare ai loro superiori ogni episodio di assenteismo in modo da rendere più facile la repressione del fenomeno. Denunciare chi non si presenta al lavoro o lo abbandona prima del dovuto non è un gesto di slealtà verso i colleghi, ma è l’unico sistema possibile per evitare che pochi dipendenti infedeli macchino l’immagine di decine di migliaia di lavoratori che stanno migliorando giorno per giorno la qualità della sanità pugliese al prezzo di grandissimi sacrifici, nonostante la mancanza di personale. Ricordo che è prevista dalle leggi anche la denuncia anonima che non comporta alcuna conseguenza per il denunciante».

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