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Milu’… Una bellissima palermitana…

Una lunga storia tenuta segreta tra le mura della propria coscienza e da capitano che ha condotto il tutto è stata la paura. Finalmente la nostra Milu’ ha preso coraggio e ha deciso di raccontare con un nodo in gola qualcosa che del suo passato che l ha resa sofferente. Le cicatrici lasciano segni indelebili e in questo caso dopo 50 anni questa bellissima donna ha deciso di espellere a gran voce una realtà che l ha resa schiava di un infanzia infelice. 

Milu’ ci racconta: “In questi ultimi mesi ho avvertito incessantemente il bisogno di raccontare la mia violenza subita, farla leggere e comprendere, affinché  una bimba, una mamma leggendo i possa trovare il modo di uscirne fuori e non sentirsi sola, come è successo a me per 50 lunghi anni. Io ho subito violenza sessuale nell’infanzia da uno zio, il marito della sorella di mia madre, avevo tra i 5 e 7 anni. Non era uno zio qualunque, nel senso che eravamo spesso insieme perché la domenica le famiglie si riunivano. Ricordo che la regola era”dopo pranzo tutti a letto per il riposino”. Lo zio orco andava in camera con la zia, ma appena lei chiudeva gli occhi lui non perdeva tempo, veniva in camera da me dove ero con gli altri e metteva le sue mani addosso al mio corpicino, fino ad arrivare a penetrarmi con le dita, e lì restavo impietrita.

È rimasto un trauma per me, a tal punto che la sera prima di andare a letto senza motivo piangevo disperatamente. Non mangiavo, rifiutavo il cibo, forse nel mio inconscio quella era una richiesta di aiuto, ma nessuno mi capiva.altra violenza subita con gli anni a venire anche a lavoro dal direttore,e poi una  violenza psicologica nel matrimonio e convivo quest’ultima relazione, quella del matrimonio,in sintassi con l’essere tossica da 24 anni,dal momento che ho subito dal mio stesso compagno, una persona concentrato su se stesso, irascibile, che mi ha sempre lasciata sola nell’affrontare i vari problemi, tra cui casa, lavoro, figli ecc. La peggiore della situazione l ho vissuta quando in salute sono stata male, mi sono ritrovata sola ad affrontare una malattia chiamata “cancro”, ho subito anche un intervento, sempre tutto da sola, la solitudine accompagnava la mia vita. Solo recentemente ho trovato il coraggio di buttare tutto fuori, di cominciare a tagliare i rami secchi e di ricominciare a vivere. Ho l’età di una donna matura che finalmente ha avuto il coraggio di affrontare questa realtà che stava solo distruggendo la mia vita. L’uomo che ho sposato mi ha solo procurato dolore, ma l’unica cosa bella che la vita mi ha donato sono stati i miei tre figli, il mio orgoglio, sono la mia vita. Nel 2018 ho chiesto la separazione andando dal legale ma lui ha recitato la parte del marito disperato.Chiacchiere fa solo l’attore perché un uomo violento e assente nello stesso tempo non può cambiare in poco tempo.

Ora siamo separati in casa, ma spero nel buon senso principalmente della legge, mi merito di essere serena, di vivere gli anni a venire in tranquillità se pur sola, ma con l’amore dei miei figli. Il dolore fisico e psicologico hanno traumatizzato mezzo secolo della mia vita, ma ora è tempo di rinascere e voglio incoraggiare tutte le donne che stanno vivendo violenze. La quarentena ha fatto vittime, ma ha anche ridato la voglia di vivere e non di sopravvivere, questo è successo a me, non ho avuto paura, ma sono stata razionale e ho solo voglia di volermi bene, la quarantena ha stimolato in me la voglia anche di ricominciare a studiare e a breve affrontero’ un esame universitario. Ero una candela che si stava spegnendo, ma oggi la sua fiamma è così appariscente che emana tanta luce,per illuminare la mia vita. Non è mai troppo tardi per ritornare a sorridere. Potete farcela, e se qualcuno abusa della vostra persona denunciate, non abbiate paura”. Grazie Milu’.

CATERINA SOLLAZZO

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