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Permessi per buona condotta alla banda degli Orfanelli

Fonte: lavocedimanduria.it


Gli undici minorenni della banda degli «orfanelli», affidati in prova ai servizi sociali nei rispettivi centri di rieducazione, perché devono rispondere di violenze fisiche e psicologiche sul pensionato manduriano, Antonio Cosimo Stano, morto il 23 aprile 2019, secondo gli inquirenti in seguito alle torture subite, potranno passare il ponte ferragostano in famiglia e un fine settimana al mese sino a novembre. Lo ha deciso il giudice delle udienze preliminari del Tribunale per i minori di Taranto, Bina Santella (giudici onorari Tiziana Maiorano e Francesco Matichecchia), accogliendo la richiesta di revisione presentata dagli avvocati difensori che da tempo chiedevano un allentamento delle misure in ragione della buona condotta dimostrata dai propri assistiti e anche per il blocco dei colloqui con i genitori dovuti all’emergenza pandemica. I giudici hanno valutato le relazioni dell’Ufficio servizi sociali per i minori di Taranto e Lecce e quelle redatte dai responsabili delle comunità educative dove sono ospitati gli imputati. Dalle quali sarebbe emerso il buon esito di questo primo periodo di prova vissuto dai minori, alcuni dei quali nel frattempo hanno già raggiunto la maggiore età. Nel parere espresso dagli esperti si scopre inoltre che alcuni di loro hanno manifestato la disponibilità ad incontrare i parenti della vittima e ad impegnarsi in progetti di riparazione anche a favore della comunità territoriale dove sono stati consumati i reati.

«Nonostante le difficoltà connesse all’emergenza sanitaria degli ultimi mesi – scrivono gli educatori – le attività sono state implementate e sono continuate esclusivamente all’interno delle comunità dove tutti i ragazzi hanno iniziato un percorso di revisione critica degli atti di illegalità, dimostrando la consapevolezza dei danni provocati e impegnandosi nel fare propri modelli comportamentali improntati alla correttezza e al rispetto degli altri».

Sconfessando i giudizi delle indagini preliminari e ripresi nelle misure cautelari, quando si consigliava l’allontanamento dei ragazzi dal proprio contesto familiare perchè considerato dannoso alla loro educazione, il dispositivo della giudice Santella riconosce invece «la sofferenza degli imputati per il prolungato distacco con le figure parentali (anche in conseguenza del periodo di isolamento sociale connesso all’emergenza epidemiologica in atto) e quindi appare opportuno consentire agli imputati la ripresa di un contatto con l’ambiente familiare che potrebbe recare un evidente beneficio anche sulla loro motivazione a proseguire nel progetto di messa alla prova in ambito comunitario». Un riavvicinamento che, secondo gli educatori, potrebbe consentire anche ai genitori di verificare i cambiamenti comportamentali in atto e motivare i loro figli nella prosecuzione del percorso rieducativo intrapreso».

Soddisfatto il collegio difensivo composto dagli avvocati Antonio Liagi, Antonio Carbone, Franz Pesare, Daniele Capogrosso, Davide Parlatano, Armando Pasanisi, Cosimo Micera, Nicola Marseglia, Lorenzo Bullo e Fabrizio Lamanna. La rimodulazione dei progetti di messa alla prova accordata prevede agli undici «orfanelli» il rientro in famiglia nel periodo compreso tra il 14 e il 16 agosto e il secondo fine settimana di ogni mese successivo sino a novembre. Durante la loro permanenza a Manduria i ragazzi saranno libri di uscire avendo l’obbligo di rientrare non oltre le ore 21, di non incontrarsi tra loro e non avere contatti con loro coetanei. Tutti gli imputati, al termine delle attività scolastiche a distanza, intraprenderanno nuovi percorsi di volontariato e di assistenza verso persone fragili. La prossima udienza è stata fissata per il 25 maggio 2021. Tre componenti maggiorenni della stessa banda, sono stati condannati in primo grado, con il rito abbreviato, per un totale di 28 anni di carcere.

Nazareno Dinoi


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