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Taranto, intera famiglia sterminata dal Covid: muoiono padre, madre e figlio

Fonte: lagazzettadelmezzogiorno.it

Una intera famiglia sterminata dal Covid. Sono queste le storie più drammatiche che ci consegnano le corsie degli ospedali in prima linea contro il virus. La tragedia, consumatasi nell’hub Covid del Moscati, è iniziata qualche giorno fa con il figlio di 46 anni che ha gettato i genitori nella condizione che neppure la lingua italiana contempla. Non esiste infatti un termine che indichi l’innaturalità della perdita di un figlio.
A seguire, a distanza di pochi giorni, il padre. Ultima, in ordine di tempo, la madre. Ha combattuto con grande determinazione sino a quando il suo corpo non ha ceduto all’avanzare dell’infezione da SARS-CoV-2 che, prima le ha causato una gravissima insufficienza respiratoria per poi finirla con un aggravamento improvviso contro il quale non c’è stato più niente da fare. Sopravvive a questo dolore la nuora che nel giro di un mese ha assistito a ben tre funerali di affetti che rappresentavano il suo mondo.
L’aumento dei casi e il proliferare del contagio in qualche modo hanno reso più reale questo virus, strappando dalle nostre vite almeno un conoscente o un parente di qualcuno in un tornado di sofferenza inarrestabile.


È quando si sbriciola ogni certezza che è richiesta tutta la nostra capacità di reazione. Facile a dirsi. Il lutto, come scaturigine del dolore, è al centro di un tema vecchio come il mondo che chiunque vorrebbe neutralizzare ed evitare, per quanto possibile.
«La rielaborazione della perdita di una persona cara è una fase molto dolorosa che avviene in tempi diversi in ognuno di noi». Tanto ha sottolineato la psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, esperta in neuropsicologia, Anna Nicolì, la quale ha approfondito. «I sentimenti che si susseguono nelle diverse fasi dell’elaborazione – ha aggiunto – vanno dall’iniziale negazione e senso di colpa alla rabbia, alla consapevolezza e alla tristezza. Il divieto imposto dalle restrizioni per il Covid rende più difficile l’elaborazione. Alle persone sopravvissute spesso non è stato possibile avere il tempo necessario per salutare i congiunti o per condividere con la comunità la perdita avvenuta. Davanti ad una morte per Covid ci si sente “congelati” e increduli per non essere riusciti a vedere i propri cari. Tra i pochi consigli c’è quello di evitare per il primo periodo di ascoltare notizie collegate al Covid-19, di restare chiusi in casa per molte ore e di continuare a interagire con i conoscenti anche a distanza».
L’avvento della pandemia ci obbliga al confronto con l’incombere del dolore a cui è difficile rimanere indifferenti. Il perenne tentativo dell’uomo di trovare un riparo dal male forse oggi è un monito tutto leopardiano a ritenerci felici per il solo fatto di essere scampati all’infelicità.

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