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TORRE: RISCOPRIAMO LA STORIA, SECONDO TENTATIVO.

Già alcuni anni fa, ancora il nostro Giornale non era nato, decidemmo come Circolo Culturale a Sud , di fare alcune manifestazioni in alcuni luoghi di Torre , uno era piazza Umberto, l’altro era l’Incrocio tra Via Tenente Maci e Via Mattei , la finalità era quella di cercare di ottenere possibilità anche economiche con l’aiuto del Comune di riscoprire alcuni fatti archeologici, di archeologia economica, cristiana e pre-cristiana che si trovano all’interno non solo dell’abitato di Torre ma anche del feudo di Torre , perchè la parte sottostante a piazza Umberto, credo che tutti lo sappiano, oltre alle fosse granarie è interessata anche da residui delle costruzioni che erano all’interno del quadrilatero, quando Torre era ancora un granaio di Oria.

Mentre sull’incrocio tra Via Mattei e Via Tenente Maci vi è in un piccolo spazio contraddistinto dall’ingresso alla vecchia cabina elettrica Enel, una chiesa ipogea dedicata alla Madonna Dello Spasimo, sostanzialmente era una lunga scalinata affrescata su tutti e due i lati che finiva poi in un piccolo spazio sotterraneo dove primeggiava un affresco raffigurante la Madonna con Cristo Spasimante. Quella chiesa fu chiusa e fu ed è utilizzata come scarico della acque piovane che defluiscono in quella zona perchè molti decenni fa scivolò sulla scalinata una donna che abitava la vicino e si procurò ferite mortali, per cui per questioni di sicurezza fu chiusa negando a tutti quella che era una delle bellezze di cui ne parlano anche studiosi stranieri. Ma vogliamo cominciare con una cosa diversa, se andate verso Mesagne, partendo da Torre vi accorgerete che sulla sinistra, superate le Torri e superata la strada che porta alla Grandizia vi era un grande oliveto che è stato estirpato , quella zona, compresa la zona a destra e compresa anche la parte retrostante l’oliveto era uno dei feudi dei Filo della Torre di Torre S. Susanna , che fu venduto ad altri, erano proprietari terrieri Mesagnesi i quali , a seguito di successioni tra eredi cedettero parte di questi terreni a contadini di Torre. In quella parte ceduta, in due proprietà confinanti tra loro insisteva un frantoio ipogeo, che era utilizzato anche dai Filo della Torre ed è stato quello che più è durato nel tempo, credo che sia stato utilizzato oltre il 1940. Io ho avuto il modo di parlare con una persona anziana di cui non ricorso il nome che mi diceva essere stato uno dei lavoratori che lavorava in quel frantoio.

Sono spariti gli ulivi a causa della Xylella ma se riuscissimo a recuperare il frantoio potremmo recuperare parte della storia e parte della logica delle culture. Sarebbe bello dire a chi verrà dopo di noi, non possiamo farvi vedere più gli alberi ma possiamo vedere dove il frutto di quegli alberi veniva lavorato. E’ una provocazione a tutti gli enti locali, sia Comunali e non. La storia va riscoperta , perchè la storia è stata economia e può diventare economia in fururo.

Uccio MISSERE

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