Avv. Mauro Sandri: «In centinaia hanno già chiesto il risarcimento danni»
Fonte: oltre.tv
“Azioni legali concrete contro i provvedimenti governativi” è l’iniziativa guidata dall’avvocato del Foro di Milano Mauro Sandri. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente per qualche domanda.
- Mauro Sandri: Multe illegittime per il coronavirus, come ricorrere e farsi risarcire. Questo è il titolo di una sua intervista rilasciata al quotidiano Libero alla fine di aprile. Però, da quello che mi sembra di capire, la sua iniziativa giuridica non riguarda soltanto le multe, o sbaglio?
Insieme ai miei collaboratori abbiamo presentato centinaia di richieste di annullamento delle contravvenzioni assurde che hanno colpito tanti cittadini italiani. L’azione più importante che stiamo elaborando da oltre un mese riguarda le richieste di risarcimento dei danni sia morali che patrimoniali subiti da ciascun cittadino italiano a seguito dell’illegittimità del lockdown, misura che in Italia è stata applicata a livelli esasperati in assenza di qualsiasi necessità effettiva e concreta.
La nostra opinione è che solo colpendo direttamente il governo e il cosiddetto comitato scientifico dietro cui esso si è nascosto, ottenendo un adeguato risarcimento patrimoniale, si possa ricostruire il tessuto sociale dell’intera comunità nazionale spappolato da misure di divaricazione atomizzante.
Ogni mese e mezzo vi sarà la possibilità di verificare l’andamento della causa stessa perché si terranno delle udienze pubbliche. Le cause termineranno con una sentenza e, quindi, arriveranno a un esito certo e verificabile.
Se si riuscirà a prevalere si otterranno due risultati: il risarcimento dei danni subiti e l’impossibilità che si ripetano misure costrittive di inaudita violenza quale quelle subite dall’intera comunità in questi mesi. Non vi è altra strada alternativa percorribile.
Mauro Sandri: si sarebbero potuti evitare molti decessi
2. Lei sostiene che l’emergenza sia stata causata “dalla manifesta incapacità di gestire l’ondata influenzale“. Intende dire che i morti e la crisi sono responsabilità del Governo?
L’Italia ha subito un numero altissimo di decessi solo ed esclusivamente a seguito di negligenza, imprudenza e imperizia dei soggetti che il governo ha scelto per la gestione sanitaria delle conseguenze del virus influenzale covid 19.
Non sono state predisposte tempestivamente postazioni di terapia intensiva, sono state fornite linee guida errate culminate in intubazioni di pazienti non necessarie se non addirittura deleterie, non sono state sperimentate terapie alternative, malgrado esistessero e si fossero rivelate efficaci.
Il vero motivo per cui sono state sconsigliate le autopsie, con specifico provvedimento amministrativo, circostanza mai prima di allora verificatasi nemmeno per malattie infettive, è da rinvenirsi proprio nella volontà di evitare l’accertamento di questi gravi elementi di responsabilità gestionale.
Il nostro sistema sanitario è pervenuto fino al punto di avere la necessità di essere soccorso integrativamente da medici stranieri, spesso di Paesi decisamente poveri.
Le indagini in corso, con riferimento alle modalità con cui è stata gestita l’emergenza all’interno delle RSA, attestano che molti parenti delle vittime stanno prendendo consapevolezza che, probabilmente, molti decessi sarebbero stati evitati se si fosse agito con adeguata professionalità da parte di chi aveva la responsabilità dirigenziale ai massimi livelli.
Dal punto di vista giuridico la sommatoria di fatti di questo genere costituisce prova schiacciante della responsabilità, ovviamente mediata, delle autorità governative italiane per l’eccesso di mortalità che si è verificato nel nostro Paese.
Una realtà diversa
3. Questo lungo lockdown, che ha privato milioni di cittadini delle libertà costituzionali, era lecito o potrebbe essere giuridicamente attaccabile?
Noi come giuristi e con noi molti altri, non abbiamo dubbi che la compulsiva attività normativa del governo, pervenuto a esercitare pieni poteri di coercizione delle libertà delle persone, sia illegittima sia nella forma che nella sostanza. La struttura dei nostri atti giudiziari è finalizzata proprio alla richiesta di accertamento di questa duplice illiceità.
4. Il governo italiano ha seguito direttive simili ad altri Paesi oppure le misure adottate sono state sproporzionate?
Il governo italiano ha avuto la pretesa velleitaria e vanagloriosa di affermare che il protocollo di lockdown totale e prolungato nel tempo, da esso applicato, sarebbe stato copiato da tutti i Paesi del mondo. Ha, anche, affermato, con ridicola, se non fosse tragica, autoreferenzialità, che saremmo stati il primo Paese a uscire dalla crisi. La realtà è stata ben diversa. Nessun Paese europeo o extra europeo ha minimamente seguito l’Italia.
Qualcuno ha adottato misure di contenimento blande, qualcuno non ha proprio adottato misure di contenimento, ma indistintamente tutti le hanno mantenute per poche settimane se non pochi giorni. Siamo l’ultimo Paese nel mondo a uscire dalle fase emergenziale.
I peggiori nel mondo quanto a perdita del prodotto interno lordo. Siamo stati l’unico Paese ad aver avuto la necessità di un soccorso medico da parte di medici di altri Stati. Uno dei Paese con più alta mortalità e quello peggiore se si esamino nel dettaglio le zone colpite.
Un risultato integralmente fallimentare di inaudita inaccettabile gravità, che rafforza il fondamento delle nostre azioni legali di risarcimento danni.
Gli obiettivi
5. Mi ha detto al telefono di voler procedere presso la Corte di Giustizia Europea, sul diritto amministrativo e civile. Vuole spiegare al lettore cosa significa?
I provvedimenti regolamentari, i cosiddetti DPCM, possono essere impugnati autonomamente davanti al Tribunale Amministrativo secondo l’opinione prevalente. I decreti legge, quali atti politici, sono esenti da censura da parte della magistratura.
Tuttavia, quando essi, come nel caso specifico, incidono su diritti primari degli esseri umani è nostra ferma convinzione che debbano essere “sindacabili” e che la sede opportuna per poterli far valutare sia la Commissione Europea per i Diritti dell’Uomo.
6. Chi sono le persone che dovrebbero rivolgersi al suo studio e per ottenere cosa? Può provare a fare previsioni su tempi e costi?
Anzitutto io sono solo uno dei legali che sta lavorando agli atti. Ve ne sono altri sparsi su tutto il territorio italiano. Io ho la funzione di coordinare le energie che si sono dichiarate disponibili a mettere in campo una pluralità di azioni aventi finalità concrete di risarcimento danni. Ogni cittadino italiano è un potenziale attore in questa causa perché ciascuno ha subito un danno.
Gli obiettivi sono duplici: ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali né più e né meno come avvenuto negli Stati Uniti, in Germania, in Inghilterra e in Francia. Solo in Italia il governo, invece che rimediare ai danni causati, ha pensato di indebitare i danneggiati! In secondo luogo, ma non è un obiettivo meno rilevante, intendiamo impedire che nei prossimi mesi si possa ripetere quanto già accaduto.
Costi e tempi
I costi saranno limitatissimi e per taluni praticamente azzerati. Ovviamente verranno comunicati per iscritto e prima di ottenere la sottoscrizione del mandato. Depositeremo gli atti in sede civile e amministrativa prima del 31 luglio di quest’anno.
Gli esiti si faranno sentire immediatamente soprattutto con riferimento all’obbligo dei mezzi di distanziamento che cercheremo di evitare che vengano adottati in qualsiasi luogo ma soprattutto nelle scuole. Prevediamo di potere ottenere la sentenza di primo grado in sede civile entro un anno e mezzo perché riteniamo la causa documentale. Ancora più breve dovrebbe essere il percorso in sede amministrativa.
7. Finora quante persone hanno aderito alla class action?
Abbiamo già svariate centinaia di adesioni. Le cause partiranno con un primo numero di persone, ma le altre potranno aderire con intervento, sempre da noi patrocinato successivamente.
8. Ho letto che le hanno oscurato la pagina Facebook: per quale motivo?
Per l’oscuramento della pagina di Facebook non c’è altra motivazione se non il timore che l’unica azione concreta di contrasto alla follia normativa che abbiamo vissuto possa concretizzarsi in una manifestazione di dissenso devastante perché non contrastabile da alcuna immunità.
La censura esercitata al servizio del potere, attualmente dominante, da parte di mezzi che dovrebbero essere liberi e garantire libertà, è ormai una costante con la quale si devono confrontare tutti coloro che esprimono idee fondate su reali dati scientifici.
Ovviamente Facebook, come gli altri social che si permettono di censurare le idee, dovranno a loro volta risarcire i danni che provocano. Questo messaggio di reazione vorrei fosse recepito anche dagli altri soggetti impegnati nel medesimo campo del sottoscritto e che sono a loro volta vittime di questa ingiustizia. Io mi metto a loro disposizione.
Mauro Sandri: una bolla sanitario-finanziaria
9. Una riflessione che voglio condividere con lei prima di chiudere. Ho come l’impressione che l’unica cosa certa del post covid è che saremo tutti più indebitati, Stato, cittadini e imprese: dove abbiamo sbagliato?
Quando ho inaugurato uno dei blog che animo, vale a dire pochissimi giorni dopo il lockdown, l’ho titolato coronavirus class action. Si tratta di un contenitore di taglio giuridico dove ciascuno potrà trovare espressa con analiticità ciascuna delle azioni di tutela che stiamo mettendo in atto. L’altro blog di riferimento è edevart. Si tratta di un sito che analizza gli eventi con taglio più politico. Entrambi questi siti hanno un sottotitolo: una bolla sanitario-finanziaria.
La tesi di fondo è quella che chi ritiene di trovarsi di fronte a una dittatura sanitaria, o che ha la convinzione che i manovratori siano le industrie farmaceutiche, non abbia compreso l’essenza della problematica.
L’industria farmaceutica nel suo complesso trarrà benefici indubitabili da questa amplificazione fenomenologica di un virus influenzale gonfiato da palloncino a dirigibile, ma non è la vera beneficiaria dell’operazione.
Il potere finanziario
Essa è stata il vettore sul quale è salito l’effettivo conducente. Quest’ultimo è il potere finanziario pronto a prestare denaro, come sta avvenendo, a Stati e persone. Esso è il vero artefice e beneficiario dell’intero affaire covid 19.
È sempre stata una costante che chi controlla il denaro abbia finanziato le guerre indebitando i paesi che le combattevano. Noi abbiamo assistito a una guerra breve, senza apparenti macerie, ma che ha provocato danni comparabili a quelle di un conflitto armato. In realtà i danni sono stati anche peggiori perché dopo una guerra si ricostruivano gli edifici e ripartiva l’economia e la vita sociale delle persone.
Nella situazione presente gli edifici sono intatti, ma l’economia non riparte e la vita di relazione è compromessa a seguito di misure assurde di distanziamento che impediscono anche la ripresa. Da qui la necessità dell’indebitamento per moltissime persone, ma anche per gli Stati.
Il nostro progetto di reazione ha quale obiettivo finale e strategico proprio quello di evitare che il beneficiario possa effettivamente riscuotere l’indegno bottino che sta accumulando.