la voce a Sud

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dai lettori

Una vecchia foto e tanti ricordi di un’estate di inizio anni ’70…con giovanissimi torresi sulla Riviera Romagnola per i lavori stagionali.

A volte capita di imbattersi in una vecchia foto e quasi sempre la mente ama soffermarsi su quanto è riportato, pure che sono passati moltissimi anni. Alla fine degli anni ’60 ed inizio ’70 la stragrande maggioranza dei ragazzi torresi in estate seguiva la propria famiglia che si trasferiva in campagna per quello che oggi chiameremmo “villeggiatura”, ma che allora l’espressione corretta e popolare era “ lu nuttari fori alli fichi”. Ma già moltissimi ragazzi frequentavamo le Scuole superiori e chi, fra questi, frequentava l’Istituto Alberghiero di Brindisi ad ogni fine anno scolastico la Dirigenza dava la possibilità ad ogni
alunno di poter fare esperienza lavorativa presso le Strutture alberghiere di tutta Italia. Penso che tale opportunità venga data anche al giorno d’oggi ai giovani frequentanti tale Scuola, allo scopo di fargli fare l’esperienza necessaria per poi essere pronti nella realtà lavorativa a diploma acquisito. Così un mio amico,
Rocco Morleo, che ormai da tanti anni vive stabilmente nella bella Citta di Firenze, alunno di questa Scuola ad inizio estate parte per fare esperienza diretta di sala/ristorazione ed uno dei primi anni gli capita di lavorare all’Hotel Ariston di Milano Marittima, frazione balneare di Cervia. In questa struttura, senza che
Lui l’avesse saputo prima, trova come improvvisati colleghi, cioè “camerieri di sala”, altri giovani paesani, alcuni anche suoi conoscenti. A riprova di quanto Lui stesso mi ha raccontato, durante i periodi estivi che passa a Torre, mi regala una copia di una ” vecchia foto “, dove in questa, dopo attenta visione si possono
riconoscere Rocco stesso (il primo a sx), un giovanissimo Avv. Raffaele Missere – per gli amici sempre Uccio – ed un’altro ragazzo, Silvio Solazzo, purtroppo poi deceduto in giovane età. Qualcuno che si troverà a leggere questi semplici ma veri ricordi, potrebbe chiedersi come mai l’Avv. Missere e l’altro amico si
trovarono in quel contesto lavorativo, non essendo studenti dell’Alberghiero e la risposta, ancora oggi, è solo questa: la voglia di lavorare che avevano quei ragazzi e il desiderio d’avventura che animava la loro anima ribelle ma profondamente pulita. C’era anche tanta voglia di fare esperienze oltre lo stretto ambito paesano e
sicuramente quegli anni sono serviti anche per fargli diventare le brave Persone che hanno dimostrano di essere ed apprezzare poi tutto ciò che nella vita hanno saputo ottenere. Modestamente scrivo di quell’esperienza con cognizione di causa, in quanto anch’io appena l’anno prima ( forse sarò stato una sorta
di pioniere) facevo il mio primo viaggio lontano da Torre per seguire il mio amico Antonio Epifani, anch’egli studente dell’Alberghiero, e così lavorare da cameriere all’Hotel de France di Rivazzurra di Rimini.
Successivamente anche altri amici del tempo, sempre non scolari Alberghiero, come Dionigi Pinto, Pinuccio Galante ed altri, partirono verso varie destinazioni per fare la stagione estiva nelle strutture alberghiere. Quindi a fine anno scolastico del primo anno ’70, appena pochi giorni dopo il suo arrivo in quel di Rimini, il
mio amico Antonio mi manda un telegramma a firma del Direttore, dov’era scritto: trovatoti lavoro, telefonami subito. Chiamai subito Antonio dicendogli che ero felice per la notizia e di voler partire il prima possibile ma, purtroppo, non avevo gli indumenti giusti per quel tipo di lavoro; ma Lui subito mi tranquillizzò, dicendomi che mi poteva dare qualcosa di suo, tanto quello che serviva era un pantalone nero, una camicia bianca ed una farfallina. Per la fretta però non avevamo considerato che Antonio era molto più robusto di me, ma in qualche modo rimediammo anche a questo inconveniente, ricorrendo all’aiuto di altri
suoi colleghi che più o meno avevano la mia stessa taglia. E così rincuorato presi il primo treno da Brindisi, che peraltro non avevo mai utilizzato per un viaggio così lungo, per andare incontro al mio primo importante impiego lavorativo. Quanto cose potetti imparare e fu immensa la soddisfazione morale che mi
colse nel poter mettere in busta il mio primo stipendio (…..settantamila lire) e mandarlo alla casa dei miei genitori a Torre. Noi giovani lavoranti, pure avevamo bisogno del denaro per le nostre necessità ed occasioni di svago, ma erano sufficienti le generose mance che davano i clienti dell’Albergo e per le
prime volte in vita mia mi vedevo con tanti soldi onestamente guadagnati.
Da allora è passato tanto, troppo tempo…ma, nonostante, i ricordi sono indelebili e riportano sempre grande emozione ripensando a quelle belle ” primavere di vita ”.
Nicola Muscogiuri

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