IL PELLEGRINAGGIO A SAN COSIMO
Torre Santa Susanna- I pellegrinaggi verso il santuario dei Santi Medici in questi giorni sono innumerevoli. Giungono da tutta la provincia di Lecce, a piedi scalzi si notano gruppi di persone di ogni fascia di età anche nottetempo sulla provinciale Torre- San Pancrazio. Era in uso nel passato da parte delle famiglie di Torre, tenere le loro case aperte per accogliere i pellegrini del salento dove ricevevano ristoro e riposo. Ricordo, nel 1983 una notte di Maggio ero in servizio come vigilantes di pattuglia automontata, quando notai insieme al collega, una anziana donna unitamente alla figlia che da Surbo veniva in pellegrinaggio a San Cosimo, che sanguinante chiedeva aiuto.
Ci prodigammo a soccorrere le donne che erano state picchiate e derubate dell’oro che dovevano portare in devozione al Santo. Una scena che non dimenticherò mai…I pellegrinaggi di una volta avvenivano con i mezzi in uso alla antica civiltà contadina e cioè: Mula, cavallo, traino e “siggetta”. Si caricava di tutto e si partiva alla volta del Santuario dei Santi Medici per chiedere, non ricchezza certamente ma salute perché in quel periodo la salute, era il bene principale soprano ad ogni cosa. Forse lo è anche oggi…ma a volte ai santi si chiede ben altro. Chi abitava in via san Pancrazio, via Attilio Calabrese, via Roma e via Oria si preparava in tempo per “accogliere” il passaggio “ti li poppiti” che si accontentavano di un po’ di acqua, del vino, andare al “bagno” e foraggiare cavalli, asini e muli. Tempi che non torneranno mai più. Ma che oggi, qualcuno che ricorda quell’epoca mi ha chiesto di scrivere di quel periodo. L’ho fatto a modo mio, non avendo vissuto quei tempi, li ricordo come un sogno perché mi sono stati raccontati.
