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cultura e spettacolo

Un sogno che si avvera: Chiara Diviggiano alle semifinali di Area Sanremo

fonte generazionidiscritture.wordpress.com

Chiara Diviggiano è una delle semifinaliste di Area Sanremo (il galà che permette ai due vincitori di entrare di diritto nella categoria Sanremo Giovani) e ho avuto l’immenso piacere di poterla intervistare per scoprire di più sulla sua straordinaria esperienza, scoprire quali sono le sue doti, passioni e soprattutto i suoi progetti futuri: l’amore per la musica la accompagna fin da quando era bambina ed è cresciuto sempre di più, grazie anche agli studi di canto, fino a farle raggiungere questo meraviglioso traguardo.

Ciao Chiara. La tua passione per la musica e il canto è nata fin da quando eri bambina oppure è stata una vocazione che hai scoperto successivamente?
È nata all’età di circa 4 anni, ho iniziato con i concorsi per bambini in vari paesi con lo scopo di puro divertimento, che però mi hanno aiutata nel farmi rompere il ghiaccio con il palco. Da lì ho iniziato a cantare e non ho mai smesso.

A quanti anni hai cominciato a studiare canto e dove?
Ho iniziato a studiare a 9 anni con diversi insegnanti, fin quando ho conosciuto Elisabetta Macchia che mi ha seguita in modo più attento e mi fatto scoprire il metodo giusto per proseguire. Ho frequentato per un anno l’Accademia Damus di Lecce e adesso sto seguendo altri corsi di formazione per ampliare le mie conoscenze in ambito canoro e musicale per farle diventare ancora più approfondite. Sto intraprendendo un progetto che si chiama Music Maze Lab, e si tratta di un corso di song writing a Lecce con il quale avrò la possibilità di stare a contatto con diversi professionisti del settore.

Durante il tuo percorso di crescita professionale, quali sono state le persone che ti hanno supportato maggiormente?
Sicuramente la mia famiglia: mamma, papà e i nonni, mi seguono dappertutto. Credo che sia fondamentale avere il supporto della famiglia, loro sono la mia tifoseria per eccellenza.

Hai sempre cantato da solista o sei stata parte di una band?
Ho avuto un gruppo vocale per sei anni insieme ad altre tre persone. Non è andata benissimo, perché quando si è in gruppo è difficile andare d’accordo, ognuno ha la sua idea e a lungo andare ognuno prende la sua strada, proprio come è successo a me. Io ho iniziato la carriera da solista l’anno scorso, non volevo utilizzare il mio nome di battesimo (Chiara) e ho scelto un nome d’arte, Eleison. Proprio perché venivo da un periodo particolare, e poiché spesso mi interrogo sugli errori commessi in passato, ho scelto questo nome perché in greco significa “pietà”, “misericordia”, e in generale ho capito che la maggior parte degli errori che l’uomo commette nasce dal senso di non perdono, innanzitutto verso se stessi, poi verso gli altri; appunto quel senso di pietà e di misericordia che bisognerebbe provare sia per se stessi e per gli altri per cercare di essere solidale e andare avanti e creare unione. Spero possa essere un messaggio positivo per gli altri.

È la prima volta che partecipi alle selezioni di Area Sanremo?
No, l’ho già fatto l’anno scorso, e sono arrivata in semifinale. Quest’anno ho avuto la possibilità di portare l’inedito e sono abbastanza fiduciosa: penso che sia un’opportunità più ricca e più completa portare un inedito già in semifinale, potendo mostrare in questo modo la mia completezza. Invece con la cover, anche se bisogna dimostrare la capacità di interpretare il brano, non ti rappresenta in maniera assoluta come l’inedito. Il brano che ho deciso di portare non è scritto da me, mi sono rivolta a dei professionisti per sceglierne uno che rappresentasse me sotto ogni punto di vista.

Hai degli artisti che segui come modello?
A me piacciono tantissimo Elisa e Marco Mengoni, li ascolto sempre con molta attenzione perché entrambi hanno dei punti di originalità da cui credo che si possa imparare molto. Infatti per la finale regionale ho portato “Ti ho voluto bene veramente” di Marco Mengoni, un testo profondamente carico di significati. Preferisco ascoltare musica italiana, anche se a livello internazionale seguo molto Adele, credo che sia la migliore e imbattibile a livello vocale.

La decisione di partecipare alle selezioni di Sanremo è stata individuale oppure c’è stato qualcuno che ti ha incoraggiato a farlo?
Mi ha incoraggiata la mia vocal coach, mi ha dato delle dritte che sono state fondamentali per avviare il mio percorso, ma già avevo pensato di fare quest’esperienza perché, avendola già sperimentata lo scorso anno, è stata ricca per me e mi ha aiutata a stare a contatto con dei grandi della musica, come Roberto Vecchioni. Mi ha dato il modo di capire e di crescere, per questo ho voluto riprovare quest’anno, per cercare di migliorare e andare avanti; al di là degli esiti, sicuramente sarà nuovamente un’esperienza bellissima. Sono entusiasta per la prossima tappa che sarà la semifinale nazionale, dopo di questa ci sarà la finale dove ci saranno 24 vincitori.

Da questa esperienza cosa hai imparato? Ha rispettato le tue aspettative?
Io sono una persona che tendenzialmente si pone tante domande e questo spesso provoca in me delle incertezze, soprattutto in una situazione in cui vi è competizione. Stare in questi contesti mi dà la possibilità non di vivere le mie insicurezze come punti di debolezza ma come punti di forza da cui partire, l’emozione mi dà lo slancio per dare di più sia al pubblico, sia alle persone che mi circondano. Credo che la cosa bella sia la condivisione con gli altri, e questa è una cosa che mi porterò dentro e che credo che andrò a cercare anche nelle prossime situazioni. Questa esperienza mi ha sicuramente aiutata ad affrontare l’impatto col pubblico, che ha sempre qualcosa di magico e misterioso. In realtà noi cantanti non sappiamo mai ben definire questa cosa: salire sul palco è, tra l’emozione e la tensione, le luci, i riflettori, come andare in un mondo parallelo che ci permette di entrare in sintonia con chi abbiamo di fronte e tutto quello che avvertiamo è una sensazione. Credo di essere riuscita a creare un buon rapporto con il pubblico ed è ciò che mi piace fare, anche se riesco a gestire l’emozione e a trasformarla in carica positiva per poter dare e poter ricevere. In realtà non mi sono posta molte domande in merito, ho vissuto quello che è arrivato. Arrivo a questa semifinale più carica e più consapevole, ho preso tutto il buono che vi è in essa e sono felice di questo.

Fino ad ora sei soddisfatta del risultato raggiunto?
Si, posso ritenermi abbastanza soddisfatta. Mi piace rivedermi, anche se non mi piace riascoltarmi, però lo faccio lo stesso perché da lì capisco gli errori, ciò che dovrei migliorare, quello che non è andato bene o credo che non abbia funzionato. Io sono abbastanza perfezionista e pignola, però tutto sommato poteva andare meglio, io credo che in ogni caso si possa sempre dare di più.

Qual è il tuo prossimo obiettivo?
Spero di riuscire a entrare nei cuori delle persone che mi ascoltano e riuscire pian piano a vivere di questo, non ho grandi aspettative o pretese, almeno come punto di partenza. Credo che per ottenere grandi obiettivi devi prima mettertene dei piccoli davanti, in modo poi da crescere e creartene tanti altri. Il sogno nel cassetto rimane quello di diventare una cantante di successo. Da Sanremo mi aspetto di riuscire a fare una bella esibizione e di arrivare ai giudici che mi ascolteranno. Credo molto nel pezzo che porto, ma credo soprattutto nel messaggio che ho intenzione di trasmettere, un messaggio di rinascita e di lotta, perché si può sempre ricominciare dopo un periodo buio. Spero che possa essere compreso da chi mi ascolterà.

Hai timore dell’esito della giuria?
Io ho sempre timore di chi mi giudica! Paura dell’esibizione non ne ho, farò quello che mi sento di fare come sempre, per arrivare ad avere quella giusta sensazione, emozione ed empatia con loro. Del giudizio, invece, ho sempre un po’ di paura.

Hai già dei progetti da realizzare in un futuro imminente?
Oltre al corso Music Maze Lab, in cui diversi professionisti mi daranno una mano a realizzare il mio progetto e ad avere a che fare con diversi produttori, spero di poter produrre i miei lavori e iniziare al più presto il mio cammino in questo senso. Vorrei poter incidere un disco, sto iniziando a lavorarci da sola e spero di avere qualcuno che mi aiuti.

Hai in mente una possibile partecipazione a dei talent show?
Io non metto limiti, credo che ogni lasciata sia persa e bisogna sempre cogliere le occasioni. Se ci sarà la possibilità di fare un programma televisivo lo farò. In passato ho fatto dei provini sia per X Factor che per Amici, ma purtroppo non è andata a buon fine. Quindi in futuro non escludo il fatto di riprovarci, proprio come ho fatto per Sanremo. Tentar non nuoce!

C’è qualcuno o qualcosa che ispira la stesura dei tuoi brani?
I miei testi si rifanno molto a ciò che vivo durante la quotidianità, sono in parte autobiografici, derivano da esperienze specifiche o da pensieri e osservazioni. Devo sicuramente dire grazie ai miei compagni di viaggio che sono co-autori dei miei brani, si chiamano Carol e Matteo e mi danno una mano nei testi o anche soltanto per la melodia, viene fuori sempre qualcosa di interessante sia a livello materiale o che sia poi per un arricchimento umano. Ma il mio grazie più grande va alla mia vocal coach che ha saputo incanalarmi nel giusto modo, mi ha messo in carreggiata e mi ha saputo insegnare tante cose nuove, soprattutto nel mio percorso da solista durante il quale sono io a prendere le decisioni e non sono soggetta a voleri di altre persone, che sicuramente hanno la stessa importanza che posso avere io, come quando ero in gruppo. L’esperienza passata mi ha insegnato che è meglio seguire la carriera da solista e ho deciso quindi di andare avanti per la mia strada.

Marzia Pisanello

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