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Estorsione e minacce a un imprenditore: “Se avvisi i carabinieri ti ammazzo”

Fonte: brindisireport.it
Prima si sono presentati nella sua azienda, puntandogli un fucile in faccia. Poi, a settimane di distanza, hanno esploso due colpi di arma da fuoco contro la sua abitazione. Un imprenditore di Villa Castelli ha dovuto chiedere aiuto ai carabinieri per liberarsi dalle minacce e dalle intimidazioni di un gruppo malavitoso che cercava di estorcergli una somma di denaro pari a circa 40mila euro. Il suo incubo è finito stamani (sabato 18 luglio), quando i militari della compagnia di Francavilla Fontana diretti dal capitano Gianluca Cipolletta e dal tenente Andrea Grasso, al comando del Norm, hanno arrestato i presunti estorsori, nell’ambito dell’operazione “Crash & money”.

M. M. 46enne di Martina Franca (Taranto), D. M. 23enne di Villa Castelli, M. B. 47enne di Francavilla Fontana, e D. C. 24enne di Villa Castelli, avrebbero agito con la complicità di un ragazzo, minorenne all’epoca dei fatti, per il quale si procede separatamente. I quattro devono rispondere del reato di tentata estorsione aggravata in concorso. Complessivamente sono nove le persone, di cui una al momento irreperibile, raggiunte dall’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Brindisi, Stefania De Angelis, su richiesta della Procura di Brindisi, per una serie di reati che spaziano dallo spaccio di droga alla abusiva attività finanziaria, passando per i furti di autovetture con cavalli di ritorno, i tentativi di estorsione e il porto di armi clandestine, avvenuti fra Villa Castelli, Ceglie Messapica e Grottaglie (Taranto). In tutto sono 50 gli episodi ricostruiti dai carabinieri fra il 2016 e il 2018, attraverso il ricorso a intercettazioni telefoniche e ambientali.

Le minacce e le fucilate

La tentata estorsione all’imprenditore di Villa Castelli è una delle vicende di spicco dell’inchiesta. La vittima, responsabile insieme al padre di un’azienda agricola, il 23 novembre 2016 si recò presso la stazione dell’Arma di Villa Castelli per sporgere denuncia. Poche ore prima, mentre lavorava nel suo magazzino, si era sentito “puntare qualcosa (una pala, ndr) in mezzo alla schiena e, contemporaneamente – si legge nell’ordinanza – sentiva una persona che proferiva nei suoi confronti le parole: ‘pezzo di m…”. Inizialmente l’imprenditore ha pensato che si trattasse di uno scherzo. Ma dopo essersi girato, ha notato un uomo con volto coperto da passamontagna che gli puntava un fucile in faccia, dicendogli: “Dì al tuo padrone di farmi trovare per domani 40.000 euro, non avvisare i carabinieri altrimenti vengo e vi combino un casino, vi ammazzo”. Lo stesso poi, nel rinnovare l’invito a non rivolgersi alle forze dell’ordine, si è allontanato a bordo di una Fiat Grande Punto.

A quel punto sono partiti una serie di accertamenti tecnici che hanno portato i carabinieri sulle tracce di D. M. e D. C. Questi, il 2 dicembre 2016, si sarebbero diretti verso l’abitazione dell’imprenditore, con l’intenzione, secondo gli investigatori, di esplodere dei colpi di arma da fuoco. D. M. e un minorenne procedevano a bordo di una Fiat Uno rubata. D. C. faceva invece da staffetta, alla guida della sua auto. I tre, però, non sapevano di essere monitorati dai carabinieri, che riuscirono a intercettare la Fiat Uno e ad arrestate in flagranza il minorenne, “con in mano l’arma carica di due cartucce”, mentre i suoi complici si dileguarono: D. M. a piedi, D. C. con la sua macchina. Nonostante l’arresto del minorenne, il gruppo, nel gennaio 2017, prese nuovamente di mira l’imprenditore, compiendo un grave atto intimidatorio. M. M. M. B. e D. C. sulla base delle risultanze investigative, sarebbero infatti i responsabili dell’esplosione di due fucilate contro l’abitazione della vittima. I colpi danneggiarono la finestra del bagno del piano rialzato e la parete circostante. Inoltre, a bordo di una Nissan Navara, gli indagati avrebero intenzionalmente urtato il cancello, scardinandolo.

L’attività abusiva finanziaria

Oltre ai tentativi di estorsione, i carabinieri hanno fatto luce su una serie di altre attività illecite (principalmente spaccio di droga e furti d’auto con cavallo di ritorno) i cui proventi, stando alle ipotesi accusatorie, erano utilizzati per concedere finanziamenti  (almeno in una circostanza a tassi usurari) a imprenditori e semplici cittadini. Ne sa qualcosa, suo malgrado, un uomo minacciato a più riprese dal 27enne L. L. di Villa Castelli, per la restituzione, con gli interessi, di un prestito di denaro pari a 28mila. L’indagato, accusato di abusiva attività finanziaria in concorso, avrebbe proferito alcune fra le seguenti frasi nei confronti del debitore: “Non mi interessa delle cose che devi fare tu…vedi tu noi eravamo rimasti con una parola, vedi tu come devi fare, altrimenti io ti devo fare male, ti sto avvisando”; “Martedì ti faccio vedere cosa succede, sono tre mesi che sto aspettando, sono tre mesi; martedì si può mettere pure Cristo davanti…poi ti faccio vedere martedì”.“