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Accade all’alba di tre giorni fa

Fonte: Satiraptus

Accade che, all’alba di tre giorni fa, sbarchino nel porto di Porto Selvaggio (Nardò) 77 migranti, tra cui 14 donne e 33 minori, quasi tutti di nazionalità afghana, somala, irachena e pakistana. Arrivano da un viaggio durato due mesi, reduci da violenze, persecuzioni, fame. Alcuni, per la sete, sono stati costretti a bere l’acqua di scarico delle navi.Accade che la Caritas diocesana, insieme alle istituzioni locali, faccia la cosa più normale e umana in un caso del genere: li accolga e li ospiti, si prenda cura di loro. Accade che sui social si scateni il vomito di centinaia di italiani, che fanno a gara per mostrare il proprio lato più abietto, violento, razzista, intollerante. “Ributtateli a mare”. “A casa loro”. “Portano il virus”. Cibo per pesci devono diventare” ecco quello che scrivono.Molto di quest’odio arriva dagli stessi sedicenti cattolici che alla domenica vanno a messa, pregano, ricevono la comunione.Così, ieri, il parroco di Nardò, don Riccardo Personé, non ce l’ha più fatta e, durante la messa, li ha guardati in faccia uno per uno, tuonando contro quegli stessi fedeli che vede ogni giorno sui banchi della sua chiesa. E sono parole che non hanno credo religioso o colore politico. “Se sono cattolico” ha detto, “non posso restare indifferente, non può venire in chiesa chi è in grado di augurare la morte ai bambini, non basta venire a messa. Non è una questione politica, non è questione di destra e sinistra , ma di umanità. E qui ormai c’è del disumano”.Ormai c’è del DISUMANO. È tutto veramente qui. C’è la chiesa della forma, del rito, dell’ipocrisia, del “noi” e del “loro”. E c’è la chiesa di don Riccardo, di chi tende la mano a chiunque arrivi dal mare, senza chiedersi chi sia, di che colore ha la pelle. Guardate don Riccardo, guardatelo bene.Un essere umano.Lorenzo Tosa

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