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Ex Ilva, i sindacati dopo incontro al Mise: restano i nodi irrisolti

Fonte: lagazzettadelmezzogiorno.it

«L’incontro di oggi è stato assolutamente interlocutorio. L’unica cosa positiva è che c’è stata la conferma, da parte dell’ad di Invitalia, che la trattativa per l’ingresso dello Stato è molto avanzata e troverà conclusione nei prossimi giorni». Così il segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile siderurgia Gianni Venturi, a margine dell’incontro al Mise tra i sindacati dei metalmeccanici, il ministro Stefano Patuanelli e l’amministratore delegato di Invitalia Domenico Arcuri, in relazione alla vertenza ex-Ilva-Ami.

«Restano dei grandi nodi irrisolti – ha proseguito Venturi -, che riguardano il piano industriale e strategico, legato ai nuovi assetti produttivi e degli impianti su Taranto, Genova e Novi Ligure. Questo è il punto debole del tavolo di oggi. Il governo è sembrato impreparato. Ma soprattutto c’è la necessità che nei prossimi giorni ci sia una accelerazione, che veda al tavolo anche ArcelorMittal, con una composizione che abbia come riferimento gli obiettivi, e i vincoli, dell’accordo di settembre 2018».

Per il segretario nazionale Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera, presente con il segretario provinciale Ugl di Taranto Domenico Gigante e la Rsu «Il ministro Patuanelli ha ribadito che il governo investirà tutte le risorse necessarie e non permetterà a nessun soggetto privato di fare quello che vuole. L’accordo dovrà contenere la piena occupabilità e la massima capacità produttiva. Sono giorni intensi e la preoccupazione è sempre più alta visto che la scadenza del contratto di affitto si avvicina e l’azienda continua ad avere un atteggiamento stravagante non rispettando gli accordi sottoscritti». 

«Si è partiti – aggiunge Spera – ragionando in merito alle connessioni della filiera siderurgica su tutto il territorio nazionale e sul ruolo che il mercato riveste quale traino e quindi volano per la ripresa di questo settore».

L’intervento di Arcuri, precisa il segretario di Ugl Metalmeccanici, «ha inoltre evidenziato la necessità di comprendere il punto di partenza. L’affittuario ArcelorMittal ha infatti sottoscritto un contratto con una proposta di acquisto e deve rispettare i requisiti produttivi e occupazionali. Cosa sta facendo il Governo per rispettare tali presupposti? Patuanelli ha peraltro sottolineato che il più grande stabilimento di Europa deve innovarsi, lavorando a pieno regime produttivo».

«L’incontro interlocutorio di oggi al Mise rappresenta l’ennesima occasione persa per discutere del futuro della più grande acciaieria europea». Così il coordinatore nazionale Uilm per la siderurgia, Guglielmo Gambardella, al termine dell’incontro.

«Sia il ministro dello sviluppo economico Patuanelli che l’ad di Invitalia Arcuri – ha proseguito Gambardella – hanno descritto l’ex Ilva come asset importante per il Paese, da rilanciare e renderle ecosostenibile con l’utilizzo delle migliori tecnologie a disposizione. Inoltre hanno ribadito la volontà dello Stato di partecipare direttamente, entrando in società con Arcelor Mittal, per garantire il rispetto delle opere di ambientalizzazione e i livelli occupazionali e produttivi.

Ma oltre a questi buoni propositi non sono seguiti progetti concreti o elementi da cui avviare una discussione. Rimane tutto sospeso in aria in attesa di una soluzione che tarda ad arrivare. Si continua a perdere tempo, mentre la situazione negli stabilimenti peggiora di giorno in giorno con il forte rischio di incidenti per la mancata manutenzione degli impianti». «La riunione di oggi – ha concluso Gambardella – non ha portato nessuna novità e aggiornamento sul futuro dell’ex Ilva. Tutto questo non è accettabile».

Secondo Sasha Colautti dell’Usb nazionale e Francesco Rizzo, coordinatore provinciale Usb Taranto «E’ grave che si arrivi oggi con un tavolo privo di risposte e con un Governo che afferma di subire la presenza di una multinazionale che fa quello che vuole e che con arroganza non risponde a nessuno». 

«Dopo il tavolo odierno – aggiungono i due sindacalisti – chiediamo nuovamente con forza che il Governo trovi il coraggio per allontanare ArcelorMittal e il suo Ad Morselli e a maggior ragione confermiamo tutte le ragioni dello sciopero di 24 ore indetto per domani da Usb, a partire dalle 7, dei lavoratori ArcelorMittal, dell’appalto e di Ilva in As, con presidio davanti alla portineria C».

Secondo l’Unione sindacale di base, «l’incontro di oggi ha reso evidente che le ragioni che abbiamo più volte espresso vengono tutte confermate: ArcelorMittal va cacciata». Secondo gli esponenti dell’Usb, lo stesso rappresentante del governo avrebbe ammesso che «affidare lo stabilimento di Taranto al gruppo franco-indiano è stato un errore. L’unico elemento positivo del tavolo odierno è la disponibilità da parte del Ministro ad aprire un tavolo complessivo sulla siderurgia nazionale. Ma su Taranto registriamo grande incertezza da parte di chi oggi dovrebbe dare risposte a migliaia di lavoratori sul piano industriale ArcelorMittal Italia».