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IL 25 APRILE AI TEMPI DEL COVID

Mi sono chiesta per molti giorni con quale spirito quest’anno, forse più del precedente, avremmo affrontato questa ricorrenza.
Ho cercato di immedesimarmi in coloro i quali per ideologia politico, senso di appartenenza o semplice status simbolo hanno ritenuto di attribuire a tale data il giusto tributo avendo inevitabilmente segnato una svolta nella storia del nostro Paese.
Ma sopratutto mi sono chiesta dove sono finiti coloro i quali più di ogni altra corrente politica si immedesimano ancora oggi nelle ideologie dei partigiani, gli antifascisti dei nostri giorni i comunisti della vecchia guardia e quelli radical chic dei tempi nostri.
Oggi più che mai ci sarebbe stata la necessità anche di un loro apporto, loro che dei diritti civili e delle libertà hanno fatto per anni dei baluardi invalicabili.
Dove sono oggi?
Oggi che dietro alla logica della salvaguardia della salute, accecati dalla logica del solo potere tecnico.
Oggi che violando un altro diritto sacrosanto, quello del diritto al voto, ci troviamo di fronte all’ennesimo governo tecnico.
Oggi che in assenza di una seria programmazione ci troviamo costretti a subire coprifuochi, chiusure, limitazioni drastiche dei più elementari ed allo stesso tempo fondamentali diritti civili a causa ed in conseguenza di una studiata ostinazione a voler trattare questa tragica situazione come una situazione emergenziale.
L’emergenza sanitaria aveva un senso l’anno scorso quando tutti, almeno così ci hanno raccontato, siamo stati presi e catapultati in una situazione ai limiti della fantascienza.
Ma oggi avremmo dovuto essere certamente preparati: ospedali attrezzati, attività commerciali libere di lavorare in tutta sicurezza, vaccini e sopratutto velocità nell’attuazione del piano vaccinale.
Il silenzio di quella parte della corrente politica di sinistra è davvero assordante.
Loro che più di tutti professano vicinanza alle fasce deboli, loro che del proletariato hanno fatto un manifesto, loro che si sono sempre opposti ai “poteri forti” alle dittature di qualsiasi specie e natura.
Loro che lottano assieme alle femministe, ai gay, ai transndeger perché non sono scesi nelle piazze assieme alle categorie più colpite, preferendo invece attaccare i partiti di destra che invece hanno ritenuto di dover dare un loro contributo.
Hanno preferito etichettare le manifestazioni ed anche gli scontri che purtroppo ci sono anche stati e per i quali non vi è giustificazione alcuna come una recrudescenza di movimenti fascisti.
Facile parlare da dietro uno schermo, utilizzare una tastiera ormai grazie all’utilizzo di questi mezzi siamo diventati tutti leoni.
Ed allora, invece, di parlare, sparlare, criticare, attaccare sarebbe stato più utile e proficuo che anche loro si fossero uniti alle proteste civile della gente ormai disperata.
Ma non è mai troppo tardi.
Buon 25 APRILE a tutti.

Serena Lucia Missere