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cronaca

Incendi, aggressioni e danneggiamenti: agenti minacciati di morte da due detenuti

Fonte: brindisireport.it

BRINDISI – Nuova aggressione nel carcere di Brindisi ai danni di poliziotti penitenziari. Dopo l’episodio del 7 agosto scorso durante il quale un agente rimase ferito con delle lamettate, questa volta il sindacato Osapp (Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria) rende noti altri due gravi episodi che si sono verificati nel tardo pomeriggio di ieri, sabato 21 agosto nella casa circondariale di via Appia. Due detenuti, originari della provincia di Taranto, intorno alle 19, infatti, hanno prima rotto dei mobili all’interno della cella e, successivamente, assemblato e incendiato una molotov rudimentale, costruita con bottiglie di olio in plastica ed una bomboletta di gas da fornellini da campeggio.

Questa sorta di molotov è stata lanciata nel corridoio della sezione, provocando fumi da carburi inalati dagli agenti accorsi nel corridoio, costretti poi a finire in medicheria. Non contento, l’altro detenuto, compagno di stanza, ha smontato una branda in ferro e con forza, ha sfondato una parte di muro per crearsi l’uscita verso il corridoio dove ha sparso olio sul pavimento, per ostacolare gli agenti, contro i quali è inveito, minacciandoli di morte. Entrambi i detenuti, molto probabilmente, avevano fatto abuso di alcol (nella struttura è consentito bere vino) perché erano in evidente stato di alterazione psico-fisica ed hanno agito con violenza perché è stato negato, ad uno dei due, un oggetto perché non consentito.

“Tutto ciò non è più accettabile – dichiara Ruggiero Damato, vice segretario regionale del sindacato – per questo chiediamo l’immediato invio di uomini e mezzi per la garanzia della sicurezza e l’ordine dell’istituto brindisino, e l’applicazione di sanzioni previste dall’ordinamento penitenziario come il 14bis mai applicato, facendo sentire gli autori di tali episodi immuni da sanzioni. Questo è devastante e pericolosissimo. Le responsabilità di tale situazione – continua Damato – sono, anche, dovute alla totale inerzia di interventi da parte del provveditore regionale sta mettendo in serio rischio la vita di uomini e donne della polizia penitenziaria. Chiediamo fatti concreti e non più slogan.”